Esclusiva PugliaPress. Caso Cucchi, respinta l’istanza di ricusazione del perito Francesco Introna “Non è un massone. Errore dei denuncianti”
A cura di Elena Ricci
A quanto pare, una denuncia infondata e priva di ogni riscontro, quella che i prossimi congiunti di Stefano Cucchi, avrebbero presentato nei confronti del perito nominato, dottor Francesco Introna. L’istanza di ricusazione, presentata dalla difesa dei famigliari di Cucchi il 24 febbraio 2016, chiedeva al Giudice, la revoca del professor Francesco Introna, dall’incarico peritale (collegiale), conferitogli – come si legge nel documento di cui siamo in possesso – all’udienza camerale del 29 gennaio 2016, a seguito di presentazione di denuncia sporta dagli stessi istanti “per asserita falsità delle dichiarazioni rese dal prof. Introna al momento del conferimento dell’incarico peritale”.
In data 16 marzo 2016, il Pubblico Ministero chiede l’archiviazione per “infondatezza della notizia di reato nei confronti del prof. Introna in relazione alla falsità prospettata dal denunciante nell’ambito del procedimento perciò instauratosi”.
Ma facciamo un passo indietro. Di cosa sarebbe stato accusato il prof. Introna? Secondo Ilaria Cucchi, sorella di Stefano Cucchi, il prof. Introna sarebbe un massone. Lo scorso 23 febbraio, la stessa scrisse sulla sua pagina Facebook: “La morte di Stefano è diventata un simbolo di prevaricazione e di applicazione della legge del più forte senza se e senza ma. A che cosa serve tutto questo se poi viene chiamato a giudice supremo della morte di mio fratello un perito iscritto alla massoneria? Con tutto il rispetto per la massoneria. Ma se un magistrato non può essere iscritto alla massoneria, perché il perito che dovrebbe decidere la causa di morte di Stefano è giustamente iscritto alla massoneria? Mio fratello è morto perché pestato violentissimamente. Punto e basta“.
Il 17 febbraio 2016, i famigliari di Cucchi sporgevano denuncia secondo la quale il prof. Introna avrebbe mentito in quanto, in realtà, “collocato in sonno”, e dunque, ancora appartenente alla Loggia massonica del “Grande Oriente d’Italia”.
Il Pubblico Ministero dunque, dopo aver svolto tutte le indagini ha prodotto richiesta di archiviazione perché infondato il quadro accusatorio, per infondatezza della notizia di reato (art. 483 C.P.) e l’ha trasmesso al GIP, dott.ssa Elvira Tamburelli, che ha respinto la ricusazione del perito. Tra l’altro – si legge sempre nel documento – dalla dettagliata richiesta di archiviazione formulata dal Pubblico Ministero, risulta che ogni affermazione del perito prof. Introna, corrisponde a verità. Francesco Introna, è stato iscritto per un breve periodo di tempo (dal 1980 al 1983) presso la Loggia “Saggezza Trionfante” di Bari, e non alla Loggia “Grande Oriente d’Italia”, come denunciato dai famigliari di Cucchi, in quanto, secondo il PM, non esiste una Loggia massonica “Grande Oriente d’Italia”, che costituisce una “Comunione Massonica”, dunque una federazione di cui fanno parte le 848 logge esistenti in Italia. Dalle indagini dunque, emerge che il prof Introna, non fa più parte dal 1982, della Loggia “Saggezza Trionfante” di Bari, e che da allora non ha più avuto alcun tipo di rapporto con Logge massoniche.
L’accusa dei famigliari di Cucchi non trova riscontro, sia per quanto su detto, e sia perché dalle indagini è stato accertato che il prof. Introna ha detto il vero. Si legge dunque nel documento che “non si ravvisano, pertanto, infedeltà nelle dichiarazioni del prof. Introna, che al contrario, ha lealmente riferito in ordine alla sua posizione personale, di talché non si apprezzano fatti sopravvenuti che inducano a dubitare della sua correttezza e serietà nello svolgimento dell’incarico peritale affidatogli”.
Una storia sembra, senza fine, e con numerosi colpi di scena. Le operazioni peritali inizieranno in data 24 marzo 2016.
Di Elena Ricci per il Quotidiano PugliaPress