Taranto – Ilva, USB: “Arcelor Mittal e governo si accordano a spese di lavoratori e città. Chiudere le fonti inquinanti”
TARANTO – Riceviamo e pubblichiamo la nota a firma di Sergio Bellavita, Usb nazionale , e Francesco Rizzo, Usb Taranto, sull’accordo Governo-Arcelor Mittal: “È stato sottoscritto ieri l’accordo che ha definitivamente chiuso il contenzioso tra Arcelor Mittal e governo, dopo la decisione della multinazionale di rescindere il contratto. In sostanza Arcelor Mittal in cambio di una permanenza, a nostro giudizio a termine, è riuscita a conquistare una revisione integrale delle condizioni di acquisto, ovviamente a suo favore, ed una clausola che gli consente di abbandonare l’investimento pagando una penale di soli 500 milioni di euro.
Cosi Arcelor Mittal si libera dall’impegno all’assunzione dei 1700 lavoratori attualmente in cassa
presso ilva as e ottiene una ulteriore riduzione, dichiarata temporanea, di personale da collocare un
cassa integrazione.
Scarica inoltre, in larga misura, sul pubblico le opere di risanamento ambientale, il rifacimento
degli impianti e la decarbonizzazione. Il nuovo piano industriale, che è parte integrante dell’accordo, ipotizza livelli di produzione impraticabili e un passaggio parziale all’elettrico assai improbabile in realtà.
L’operazione appare, in buona sostanza, come la definizione di un percorso di uscita concordata di
Arcelor Mittal e il ritorno alla proprietà pubblica senza nessuna programmazione rispetto alla, ormai
dichiarata, insostenibilità ambientale e sociale.
Il rischio sempre più serio è che si prosegua a produrre senza risorse adeguate per il rifacimento impianti, senza nessuna prospettiva reale di risposta ai bisogni dei lavoratori e della città.
Per queste ragioni dichiariamo la nostra totale contrarietà a un accordo frutto di un ricatto vergognoso a cui il governo si è clamorosamente piegato. Al sindacato viene chiesto di assumere la revisione del contratto come vincolante ed esigibile. Per USB è inaccettabile che governo e impresa abbiano trattato per mesi, rivisto in peggio un accordo frutto di una gara pubblica e oggi pretendano la complicità sindacale.
USB continua a pensare che l’unica alternativa socialmente sostenibile sia la chiusura delle fonti
inquinanti e la definizione di un progetto alternativo per la fabbrica e la città.”