COLDIRETTI PUGLIA: “SERVE SOSTEGNO DELLA REGIONE PER LIQUIDITÀ ALLE STALLE A RISCHIO CHIUSURA”
Con il crack delle stalle causato dall’aumento vertiginoso dei costi di produzione, aggravato dallo sciopero dei TIR e dai venti di guerra tra Russia e Ucraina che mettono a repentaglio l’approvvigionamento dei mangimi per gli animali, serve un sostegno economico della Regione Puglia per dare liquidità agli allevatori e garantire la sopravvivenza stessa degli allevamenti. E’ quanto ha ribadito Coldiretti Puglia, annunciando la mobilitazione degli allevatori domani in Piazza Libertà a Bari, al tavolo regionale del latte, convocato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia.
Per poter pagare un caffè al bar gli allevatori pugliesi devono mungere tre litri di latte pagati solo qualche decina di centesimi alla stalla, ben al di sotto dei costi di produzione in forte aumento per i rincari di mangimi ed energia. L’accordo regionale firmato da allevatori e trasformatori e rimasto inapplicato per la mancanza di contratti che definiscano la trasparenza dei prezzi all’interno della filiera – insiste Coldiretti Puglia – dopo che con il via libera al decreto sulle pratiche sleali è stato individuato l’ICQRF quale autorità nazionale di contrasto per l’accertamento delle violazioni delle pratiche commerciali sleali e per la vigilanza sull’applicazione dell’articolo 62 con l’irrogazione delle relative sanzioni.
Con l’avvio della task force contro le pratiche sleali dopo la pubblicazione del decreto legislativo in Gazzetta ufficiale, la Coldiretti sta raccogliendo gli elementi sul territorio per le denunce, con particolare riferimento alla violazione legata al mancato riconoscimento dei costi di produzione, prevista del decreto legislativo in attuazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali, fortemente voluto dalla Coldiretti.
Dai campi alle stalle si sono impennati i costi di produzione per effetto dei rincari delle materie prime che hanno fatto quasi raddoppiare la spesa per le semine, con l’emergenza Covid che ha innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l’alimentazione degli animali nelle stalle dove è necessario adeguare i compensi riconosciuti agli allevatori per il latte e la carne. Infatti le quotazioni dei principali elementi della dieta degli animali, dal mais alla soia, sono schizzati su massimi che non si vedevano da anni con il rischio di perdere capacità produttiva in una regione già fortemente deficitaria per i prodotti zootecnici.
“Il prezzo del latte alla stalla in Puglia deve necessariamente essere al di sopra dei costi di produzione, quando nella forbice tra produzione e consumo ci sono margini da recuperare per garantire un prezzo giusto e onesto che tenga conto dei costi degli allevatori e la necessaria qualità da assicurare ai consumatori”, ribadisce il direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni.
Serve responsabilità con un “patto etico di filiera” che garantisca una adeguata remunerazione dei prodotti agricoli e punti a privilegiare sugli scaffali il Made in Italy a tutela dell’economia, dell’occupazione e del territorio con il coinvolgimento delle differenti catene della Grande Distribuzione Organizzata.
L’effetto drammatico è stato la chiusura di oltre 120 stalle in Puglia in 1 anno con le imprese di allevamento da latte allo stremo, per cui Coldiretti Puglia chiede un’assunzione di responsabilità della filiera tra allevatori, industrie e distribuzione per salvare il latte e le stalle pugliese perché non c’è più tempo.
Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado.