Lecce: il gelo brucia quasi tutte le primizie
Un disastro nel campo di patate a Lecce con le primizie andate in fumo perché bruciate dalle gelate delle ultime ore con il vento polare e l’abbassamento della temperature che hanno gravemente compromesso la produzione. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, a seguito delle verifiche in campo sugli effetti dell’ultima ondata di maltempo accompagnata da gelo artico che si è abbattuta sulle campagne in provincia di Lecce.
A Racale e Parabita numerevoli danni sui campi di patate, con le piante bruciate dal gelo e dal vento artico, a seguito del forte e repentino abbassamento delle temperature accompagnato da gelate mattutine, dopo il caldo anomalo, che mette a rischio verdure e ortaggi coltivati in pieno campo.
L’arrivo del grande freddo colpisce le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, e broccoli. Questi ultimi reggono anche temperature di qualche grado sotto lo zero ma se la colonnina di mercurio scende repentinamente o se le gelate sono troppo lunghe si verificano danni. A preoccupare è il balzo dei costi delle bollette per il riscaldamento delle serre per la coltivazione di ortaggi e fiori. L’aumento record dei costi energetici, spegne le serre e mette a rischio il futuro di alcune delle produzioni più tipiche del florovivaismo come tra gli altri il ciclamino, il lilium o il ranuncolo, con il caro bollette che ha un doppio effetto negativo perché riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con l’arrivo del freddo e dell’inverno. Il costo dell’energia si riflette infatti in tutta la filiera agroalimentare che in Puglia assorbe ben il 10% dei consumi totali e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione ed i trasporti. Siamo di fronte agli effetti del mix micidiale con i cambiamenti climatici ed il moltiplicarsi di eventi estremi che si abbattono su un territorio reso più fragile dall’abbandono forzato e dalla cementificazione che nelle campagne nell’ultimo decennio ha provocato danni per oltre 3 miliardi di euro, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti. A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-28%). Per questo è da rivedere a fondo anche il meccanismo del Fondo di Solidarietà Nazionale per le calamità naturali che così com’è non risponde più alla complessità, violenza e frequenza degli eventi calamitosi. Anche la gestione del rischio e le scelte in tema di assicurazioni in agricoltura vanno profondamente riviste perché incidono sulla redditività e sulla liquidità delle imprese agricole, insieme alla corretta programmazione e gestione aziendale.