Coldiretti Puglia: “Lavoro: 39mila stranieri nei campi; SOS raccolti”
In Puglia viene ottenuto da mani straniere più di ¼ del Made in Italy a tavola, con 39mila lavoratori stranieri che forniscono il 22,4% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore in Puglia. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, quando i lavori nelle campagne si fanno più incalzanti e quest’anno è tangibile anche l’assenza di lavoratori italiani.
Si fa sentire in maniera forte la penuria di manodopera nei campi in Puglia nella raccolta di frutta e ortaggi fino alle lavorazioni per il pomodoro ma anche negli agriturismi, con 30mila giornate di lavoro perse in Puglia, dove si sente la mancanza di operai agricoli italiani e stranieri nel settore agricolo che assorbe in Puglia in media 1,2 milioni di occupati, secondo i dati CREA.
Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli. ma cresce anche la presenza di stranieri alla guida delle imprese agricole con quasi 17mila titolari di nazionalità diversa da quella italiana.
Per questo occorre velocizzare il rilascio dei nulla osta necessari per consentire ai lavoratori extracomunitari, già ammessi all’ingresso con il decreto flussi pubblicato a gennaio di poter arrivare in Italia per lavorare nelle imprese agricole al più presto. Non è possibile che per colpa della burocrazia le imprese perdano il lavoro di una intera annata agraria dopo aver affrontato peraltro un pesante aumento dei costi di produzione determinato dalla guerra in Ucraina. Rispetto all`anno scorso le quote di lavoratori extracomunitari ammessi per decreto in Italia è stato alzato a 69mila e di questi, la fetta riservata all`agricoltura è di 42mila posti, a fronte dei quali sono però pervenute circa 100mila domande.
Ma, con strumenti concordati con i sindacati, occorre anche offrire ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani l’opportunità di collaborare temporaneamente alle attività nei campi che chiede “un piano per la formazione professionale e misure per ridurre la burocrazia e contenere il costo del lavoro con una radicale semplificazione che possa garantire flessibilità e tempestività di un lavoro legato all’andamento climatico sempre più imprevedibile.
La manodopera extracomunitaria in agricoltura, nonostante il calo progressivo negli ultimi 5 anni, resta determinante in Puglia nelle coltivazioni arboree 53,8% (frutta e viticoltura) e colture orticole 17,7% (fragole, meloni, insalate, pomodori, radicchio), con i braccianti extracomunitari che hanno per quasi l’88% una occupazione stagionale e rappresentano circa il 10% dei lavoratori dipendenti regolarmente impegnati in agricoltura.
Il contributo dei lavoratori immigrati all’agricoltura pugliese è importante nella raccolta dei pomodori, degli asparagi e dei carciofi e nelle stalle sono divenuti insostituibili. In Puglia il maggior numero di extracomunitari hanno nazionalità rumena (51,18%), albanese (13,02%), bulgara (13,11%), marocchina (4,11%) e polacca (3,51%)”.
Una esigenza che si è fatta stringente con il calendario delle raccolte che si intensifica con l’avanzare dei periodi di raccolta, dopo fragole, asparagi, carciofi, ortaggi in serra, ci saranno le grandi raccolte di albicocche, pesche, pomodori e percoche fino all’uva da tavola, con la scalarità delle diverse produzioni.
Federazione Regionale Coldiretti Puglia