Piano di riordino ancora penalizzazioni per il Giannuzzi di Manduria
Sulla questione sanitaria sempre più precaria a Manduria interviene il consigliere regionale, Luigi Morgante che proprio stamattina ha presentato, insieme ai colleghi Turco e Romano, un emendamento alla nuova stesura del Piano di Riordino varato dalla giunta regionale, inerente l’ospedale «Marianna Giannuzzi» di Manduria, per il reinserimento delle otto unità di personale tecnico di Nefrologia, che verrebbero invece soppresse dal documento di indirizzo e programmazione sanitaria, ancora e sempre lacunoso rispetto a un territorio relegato ai margini della considerazione, che invece meriterebbe. Come spiega in una sua nota lo stesso Morgante, questo ennesimo taglio alla struttura ospedaliera manduriana, rappresenta un’altra beffa, per una comunità già costretta a subire il declassamento del presidio di riferimento da ospedale di primo livello ad ospedale di base, nonostante il bacino d’utenza, che cresce considerevolmente nei mesi estivi, e la distanza e la carenza di collegamenti dagli altri ospedali, tutt’altro che limitrofi. «Una comunità già scippata dell’Utic e di una serie di servizi e strutture, semplici e complesse, di fondamentale importanza non solo per l’assistenza e le cure, ma per la vita stessa – aggiunge il parlamentare regionale – senza alcun potenziamento – come doverosa contropartita – della medicina territoriale e della rete dell’Emergenza-Urgenza; senza alcuna soluzione concreta, tempestiva ed efficace, ai disagi che venivano creati e amplificati, e inutilmente segnalati». Il diritto alla salute non può e non deve essere legato a questa o a quella appartenenza politica. «Una comunità che ha vissuto ogni versione del Piano di Riordino succedutasi in questi ultimi quattro anni tra sorpresa, incredulità, sconcerto, indignazione, che non deve diventare però rassegnazione, perché il diritto alla salute non prevede cittadini di serie A e altri di serie B, e una sanità a macchia di leopardo, con territori e province d’eccellenza e altre (quella di Taranto) nel baratro. «Da consigliere regionale – rimarca Morgante – ho denunciato e stigmatizzato sin dall’inizio del mandato questa situazione, e cercato di difendere il «Giannuzzi» che era un presidio da potenziare e non da smantellare – non per campanilismo ma per un senso di equità, e rispetto per le persone. Il declassamento dell’ospedale è una ferita aperta, che potrà essere risanata solo da una politica che proceda in direzione contraria rispetto a quella perseguita con ostinazione in questi ultimi anni ». Aggiungiamo che, con la sordità della politica e le decisioni prese a tavolino, ci si ostina a ignorare la reale situazione sanitaria di Manduria con un ospedale che raccoglie utenti da tutta la fascia orientale jonica, da centri limitrofi delle vicine province e in estate anche dalla costa. Si conclude riportando ciò che da parte dell’opinione pubblica manduriana è stato ultimamente ribadito a proposito dell’ospedale, del depuratore, dei rifiuti e altri problemi, che di tutto ciò ci si ricorderà sicuramente alle prossime elezioni.
G. Cer.