Caso Cucchi. Gogna mediatica e ‘Tribunale di Facebook’ per Francesco Tedesco. Denunciate 1348 persone, tra cittadini e giornali
A cura di Elena Ricci
Sono 33 i primi avvisi di conclusione indagini preliminari, notificati ad altrettante persone e facenti capo ad una delle diverse querele presentate dal vice brigadiere brindisino Francesco Tedesco, uno dei militari indagati negli ambiti del caso giudiziario Cucchi.
Lo ricordiamo, Francesco Tedesco è il militare la cui foto in costume da bagno fu resa pubblica da Ilaria Cucchi sulla propria pagina facebook lo scorso gennaio, accompagnata dal commento: «Volevo farmi del male, volevo vedere le facce di coloro che si sono vantati di aver pestato mio fratello, coloro che si sono divertiti a farlo. Le facce di coloro che lo hanno ucciso. Ora questa foto è stata tolta dalla pagina. Si vergogna? Fa bene».
Il popolo del social, come oramai avviene per qualsiasi argomento, non si è risparmiato le proprie considerazioni. Tra chi tace ed attende i tempi della Magistratura, lasciando a quest’ultima le sentenze, c’è stato chi, invece, la propria sentenza l’ha emessa: «assassino». Questo e tanto altro che potrete visionare negli atti che alleghiamo all’articolo.
Sono ben 1348 gli utenti facebook avverso i quali il vice brigadiere Francesco Tedesco, assistito dall’avvocato Eugenio Pini, ha formalizzato querela: oltre questi, vi sono 9 testate giornalistiche, la redazione di una trasmissione televisiva e 3 querele nei confronti di Ilaria Cucchi. In più, vi è anche una querela nei confronti di un uomo che avrebbe minacciato Tedesco in un locale.
Come abbiamo potuto vedere le minacce non si sono limitate solo al mondo virtuale, ma il militare ha vissuto giorni di vero inferno, quando per strada, riconosciuto dalla gente, ha subito insulti e “promesse” di vario genere.
Negli atti in nostro possesso si legge chiaramente una dichiarazione di Tedesco «La domanda che mi pongo è: se fosse stato un comune mortale, cioè una persona non in divisa, non ci sarebbe stato alcun problema – e prosegue – La cronaca nera è piena di ‘mostri’ rei o presunti tali di efferati ed orrendi delitti sbattuti in prima pagina. Sto passando le pene dell’inferno».
Commenti come «devi morire», oppure «questo assassino deve pagare».
Ricordiamo che allo stato attuale il vice brigadiere Francesco Tedesco e gli altri suoi colleghi sono indagati, e per il principio della presunzione di non colpevolezza (art. 27 della Costituzione, comma 2) non si può parlare di assassino in assenza di una condanna definitiva. Oltretutto, bisogna considerare come la vita e l’immagine di una persona siano state compromesse sulla base di affermazioni – allo stato dei fatti – prive di alcun riscontro comprovabile, se non l’ira funesta di un social che non risparmia proprio nessuno.
Elena Ricci