ll campanile del cimitero rischia il crollo nel silenzio tombale della Soprintendenza
Il grave stato di dissesto strutturale in cui, da decenni, versa l’antichissima torre campanaria ha costretto il Comune di Troia, di poco più di settemila abitanti in provincia di Foggia, noto in tutto il mondo per il suo vino nero omonimo, ad interdire l’accesso all’area circostante il cimitero e vietare, di fatto, le visite ai defunti tumulati all’interno della struttura attigua, un antico convento utilizzato per la sepoltura sin dal 1862, anno in cui l’intero complesso fu inglobato nel cimitero. Una vicenda che si trascina da decenni, assurta anche agli onori delle cronache nazionali attraverso un servizio di Striscia la Notizia del 2016. Gli interventi di puntellatura delle finestre sommitali e di cerchiatura della costruzione con cavi di acciaio, fatti eseguire dalla Soprintendenza nel 2015, non sono stati sufficienti a renderla sicura. Il rischio strutturale che presenta la torre non ha più permesso la riapertura dell’area circostante e l’accesso alle tombe.
Il Comune sta percorrendo tutte le strade per arrivare ad una soluzione, ma l’impegno continua a rimbalzare contro un muro di gomma: il silenzio della Soprintendenza.
Dopo una lunga serie di richieste e sollecitazioni e incontri (l’ultimo risale al dicembre 2019) finalmente il Comune riesce ad ottenere un sopralluogo da parte dell’ente. Il 7 febbraio scorso, l’architetto Sara Orabona, funzionario della Soprintendenza, effettuò una ricognizione tecnica. Una giornata storica, poiché il funzionario comunica la disponibilità a procedere con un intervento di messa in sicurezza della torre campanaria attraverso lavori urgenti.
Una procedura, questa, indicata dal Ministero dell’Interno proprio per sollecitare la Soprintendenza e permettere l’immediato avvio dei lavori. l’Ufficio tecnico del Comune accelerò nei mesi scorsi i tempi, ed inviò una dettagliata relazione elaborata da un ingegnere strutturista. Ma ancora una volta tutto si è arenato. Dopo una attesa durata tre mesi, il Prefetto di Foggia, su richiesta del Comune di Troia, sollecitò la Soprintendenza a comunicare, con urgenza, quanto determinato, ma le determinazioni assunte in merito alla torre della chiesa di San Bernardino sono rimaste senza risposta. Sulla vicenda, l’ente preposto a tutelare e valorizzare i beni culturali, sembra abbia volutamente chiudersi nell’assoluto silenzio.
“Abbiamo sperato un celere intervento da parte della Soprintendenza” – ci ha detto il sindaco, Leonardo Cavalieri- “Abbiamo confidato, nella professionalità, nell’etica e nella sensibilità dei funzionari. Mai avrei pensato che si potesse arrivare a tanto. Il silenzio della Soprintendenza è di assoluta gravità. La Soprintendente contravviene a quanto previsto dai compiti istituzionali contemplati nel Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici, oltre che ledere il diritto di culto di tanti cittadini che, anche quest’anno, hanno dovuto rinunciare a far visita ai congiunti sepolti nell’antico convento di San Bernardino. E’ una vicenda – sottolinea Cavalieri – che deve trovare, immediatamente, la giusta soluzione, in caso contrario sarò costretto ad avviare azioni legali nei confronti della Soprintendenza per mancata ottemperanza a precise disposizioni ministeriali mirate alla salvaguardia della pubblica incolumità e alla tutela di un bene culturale”.
Probabilmente la Soprintendenza di Foggia si sarà chiusa in quarantena e temendo il contagio fino alla fine dell’epidemia.
Antonio Rubino