IN FONDO AL TUNNEL C’È ANCORA UNA LUCE FLEBILE
Il periodo pandemico è buio, la luce in fondo al tunnel inizia ad intravedersi ma è ancora troppo flebile.
È un tunnel dal buio pesto che non ci ha fatto ancora capire che la salvezza di uno equivale alla salvezza di tutti. Doveva essere un gioco di squadra, ma per colpa di pochi si è ridotto ad una competizione il nulla compagno dell’ idiozia.
Perché ancora non si riesce a capire che volersi bene è una condizione fondamentale che unisce?
Perché si insiste a non comprendere che siamo in un mare travolgente dentro una barca a rischio nubifragio?
Se cadiamo non ci rialzeremo più. Cosa non si riesce a comprendere in questo sogno svuotato dalla paura, che tutti insieme possiamo farcela?
Restare a casa, è dura per tutti, ma è la soluzione migliore ed unica che ci consentirà quando finirà questa pandemia, di essere persone migliori.
Non so dire se nasce un periodo o finisce, se dal cielo piove o non piove, quello che Guccini chiede alla sua coscienza è, al contempo, quello che vorrebbe trasmetterci con la soavità di qualche nota nascosta dentro una chitarra, in quella musica che noi chiamiamo “ Vita “.
Fuori c’ è una città. Ferma, assopita in un silenzio compromesso solo da qualche ribelle che ancora pensa che l’immortalità esiste, quando poi tutto sta nella brevità del nostro tempo che ci impone di viverlo con intensità, perché quello che è stato mai ci verrà restituito.
Viviamo in un momento dove la cattiveria dovrebbe essere messa da parte per lasciare il posto al buonsenso e alla consapevolezza che noi siamo un attimo nell’infinito percorso di un orizzonte.
Le favole insegnano che il bene prevarrà sempre sul male. Che i draghi esistono, ma non sono tutti cattivi e che insieme riusciremo a debellare definitivamente il Covid che ha rivoluzionato le nostre vite.
Francesca Brana’