Siamo tutti contagiati
E’ un titolo forte? Forse. Proviamo a fare un ragionamento. C’è chi ha contratto il contagio da chi era contagiato a sua volta. C’è chi non sa di essere contagiato in quanto non ha sintomi e contagia. C’è chi non è contagiato, ma è contagiato dalla paura di poter essere contagiato. C’è chi non dimostra d’aver paura, ma è contagiato dall’idiozia di chi dice che il virus è una invenzione. C’è chi antepone la salute dei suoi simili ai suoi sporchi interessi. Potrei continuare per ore e probabilmente nessuno sarebbe escluso dal contagio, anche se di diversa natura virale. Dall’inizio della pandemia sono stato molto critico per come è stata gestita la pandemia. Ricordo i politici: alcuni di questi sono al Governo che dicevano che era tutto sotto controllo. Quelli che si andavano a prendere l’aperitivo a Milano. Anche quelli che facevano manifestazioni in piazza senza alcuna precauzione. Era come se, affetti da eiaculazione precoce, avessero rapporti sessuali senza usare il preservativo. Ricordo le sceneggiate napoletane sui balconi a cantare “Bella Ciao” e a storpiare l’Inno di Mameli “Fratelli d’Italia”. E’ come rivedere dei vecchi filmati e dire: “Quanto ero scemo”. Non ho dimenticato l’inizio dell’estate, quando si aprivano le discoteche; quando si diceva che a mare non esisteva il Covid; quando si facevano spot pubblicitari per invitare la gente a venire in Puglia e non importava da dove, quando solo poche settimane prima si consideravano appestati i nostri figli che ritornavano a casa dalle regioni con maggiori contagi. Non ho dimenticato i bonus vacanza, le elezioni, l’improvvisata riapertura delle scuole, l’idea di mettere il plexiglas tra gli studenti per poi di ricorrere a banchi con le rotelle, senza insegnanti e solo per mero protagonismo di una indomita isterica. Non ho dimenticato l’assunzione di tanti giovani medici, infermieri, pensionati che tornavano alla professione, in alcuni casi perdendo la propria vita, ai quali non venivano rinnovati i contratti, dando loro, praticamente, il “ben servito”. Non ho dimenticato le centinaia di bare che gli idioti dicevano essere dei fotomontaggi. Sono tanti i brutti ricordi che, come dei flashback, mi vengono in mente e non riesco a dimenticare. Mi affaccio sempre di meno alla finestra dei social, evitando di leggere commenti che dimostrano il virus letale che ha compromesso il cervello di alcuni. No, non mi piace come è stata gestita e come si sta gestendo questo brutto momento. Non salvo nessuno. E’ come farsi curare una malattia grave da un salumiere che affetta salumi. Non mi piace nemmeno chi, come quel signore, al quale è stata affidata la salute degli italiani, che in televisione dice: “Abbiamo superato il picco dei contagi”, ridimensionando il maggior numero dei morti da quando è scoppiata la pandemia. Oggi ci stanno trattando come quei bambini ai quali si dice: “Ti dò il bacio sulla bua, così ti passa”. Il bacio è la promessa di un vaccino improvvisato che i governanti certamente non saranno i primi a farsi. Rimane l’angoscia di veder molti amici andarsene via e non sapere se, quando esci da casa al mattino, ci tornerai la sera.
Si, siamo contagiati tutti, nessuno escluso