Taranto – Tar del Lazio respinge ricorso commissari Ilva. Fermo Acciaieria 1: 250 esuberi
TARANTO – Un importante riconoscimento per l’attività svolta dall’ARPA Puglia è arrivato dalla Seconda sezione Bis del Tar del Lazio, con la sentenza del 16 gennaio scorso n. 526, che ha sancito che il Piano ambientale adottato con DPCM 2017 non rappresenta uno strumento derogatorio della disciplina generale per la bonifica dei siti inquinati; pertanto, come da sempre sostenuto dall’ARPA Puglia, le attività di bonifica si devono svolgere nel rispetto delle norme più rigorose del Testo Unico dell’Ambiente.
I Commissari straordinari, con il ricorso deciso dal Tar, hanno impugnato i provvedimenti dell’Agenzia ambientale e del Ministero rifiutandosi di adottare la metodica ordinaria per la misurazione della concentrazione delle sostanze rilasciate nell’acqua di falda da questi materiali, sostenendone la non applicabilità (oltre che l’onerosità) in ragione dello “statuto normativo speciale” cui ILVA in A.s. soggiacerebbe.
Il TAR Roma, recependo integralmente le tesi sostenute da ARPA Puglia, difesa dall’avv. Laura Marasco, ha così riconosciuto che «dalla necessità di scongiurare ed allontanare ogni possibile pericolo di inquinamento della falda» emerge la piena e specifica competenza dell’ARPA ad esprimere quelle valutazioni. Questa significativa, quanto attesa, sentenza “scongela” parte del complesso procedimento delle aree ex ILVA incluse nel Sito di Interesse Nazionale di Taranto e rimette in discussione gli esiti della ormai datata caratterizzazione eseguita tra il 2006 ed il 2007, che non teneva conto della presenza dei materiali di riporto e non fu mai completamente approvata in quanto anche essa oggetto di contenzioso amministrativo.
Intanto è di ieri la notizia della convocazione dei sindacati da parte di ArcelorMittal, che ieri avrebbe annunciato il fermo dell’Acciaieria 1 e la conseguente riduzione di organico: da 477 a 227 unità, con la collocazione di 250 lavoratori in Cig. A rendere noto sono Fim, Fiom e Uil. La produzione resterebbe ferma fino al 31 marzo e verrebbe spostata all’Acciaieria 2 a pieno regime dal 23 gennaio a causa di “uno scarso approvvigionamento di materie prime e all’attuale capacità produttiva legata alle commesse. L’azienda ha ribadito la necessità di mantenere i presidi per la quasi totalità della manutenzione e del personale necessario di esercizio per garantire la salvaguardia impiantistica propedeutica alla ripartenza dell’impianto”. (Fonte Ansa)
Uilm: “ArcelorMittal continua a programmare assetti di marcia che vedono un ricorso molto elevato alla cassa integrazione, a rallentare gli investimenti di ambientalizzazione. Con meno di 4 mln di tonnellate all’anno prodotte si continuano a perdere consistenti quote di mercato. Tra qualche giorno scoppierà nuovamente il tema del mancato pagamento dello scaduto alle aziende dell’appalto. In questo scenario – conclude la nota – così complicato e drammatico, il Governo e ArcelorMittal continuano a perdere tempo prezioso. La scadenza di fine gennaio è ormai imminente e si continuano a prefigurare, attraverso organi di stampa, assetti societari che aumentano le nostre preoccupazione e di tutti i lavoratori. Perché bisogna attendere altro tempo? Ilva, Alitalia, Whirlpool, ancora una volta tre grandi vertenze che continuano a rimanere drammaticamente irrisolte”.