Taranto – Arcelor licenzia lavoratore. USB: “Condotta vergognosa, reagiremo duramente”
TARANTO – Durante la seduta del consiglio comunale di ieri, il coordinatore provinciale di USB Taranto, Franco Rizzo, ha denunciato il licenziamento “politico” di un operaio ArcelorMittal. L’azienda – secondo quanto dichiarato da Rizzo – avrebbe proceduto al licenziamento dell’operaio contestandogli un’assenza durante una giornata di sciopero indetta da USB: “Nella procedura di licenziamento l’azienda si è avvalsa di un protocollo stipulato nel 1966 che prevede, prima del licenziamento effettivo, una fase di conciliazione tra Confindustria e sindacato, in questo caso l’USB, sindacato al quale era iscritto l’operaio e con il quale era in viaggio verso Roma per uno sciopero quando è stato interessato da una comandata. Questo è licenziamento puramente politico – dichiara il coordinatore provinciale dell’USB – che fa vittima un lavoratore serio ed onesto con due figli disabili a carico. Un giorno di assenza ingiustificata, al di là delle proprie posizioni, da contratto non prevede il licenziamento. E’ una forzatura l’atteggiamento di ArcelorMittal che non ha fatto mistero, comunicandocelo in maniera informale solo pochi giorni fa, di giudicare un danno alla loro immagine causato dalle nostre denunce. L’incontro avvenuto stamattina è stato una vera e propria farsa, non abbiamo avuto neanche il tempo di sederci perché i giochi erano già fatti. Ci è stato presentato un verbale – prosegue Francesco Rizzo – che aveva già nel suo contenuto la decisione per il licenziamento dell’operaio senza nessuna conciliazione avvenuta. Quindi si è consumata l’ennesima vendetta e l’ennesimo schiaffo ai diritti dei lavoratori e alla cittadinanza che si trova a convivere con impianti da fermare immediatamente dove l’azienda non sta spendendo un solo euro e di conseguenza va incontro a nuove tragedie che coinvolgeranno gli operai. Vogliono soffocare la voce dell’unico sindacato, l’USB, che sta denunciando le gravi condotte dei gestori e le condizioni precarie della fabbrica. Un gestore inadeguato, inaffidabile e non più credibile – conclude Rizzo – visto che ha mentito anche sulla questione appalti, dove le ditte dell’indotto vengono private dei loro servizi erogati in fabbrica a favore della Alliance Green Services. ArcelorMittal, dopo nostra denuncia, ha dichiarato di non controllare questa azienda di servizi che prende il posto di ditte locali storiche in appalto ma purtroppo per ArcelorMittal è una semplice visura camerale che smentisce loro confermando che la sede legale di questa azienda è via Appia Km 648.
Invitiamo tutte le istituzioni a prendere una posizione chiara e netta nei confronti di questi soprusi ed a difesa della Salute, del Lavoro e del diritto allo sciopero e alla denuncia. Chiediamo partecipazione da parte di tutti all’azione di lotta che il sindacato USB metterà in atto nei prossimi giorni. Taranto non merita un imprenditore di questo livello che pone un ricatto perenne ai lavoratori: rischi la vita, se denunci ti licenzio, l’alternativa è accettare le nostre regole. L’USB reagirà duramente di fronte a questa condotta vergognosa. Taranto va riconsegnata a chi ha dignità e a chi nel nostro paese rispetta la legge”.
Non è tardata la replica dei vertici aziendali Arcelor, che attraverso una nota stampa ha precisato che il licenziamento dell’operaio sia avvenuto in ragione di una assenza ingiustificata, poichè – come si legge nel comunicato – “Pur se incluso nelle liste nominative del personale di “comandata” – ossia quei lavoratori che, nel giorno di uno sciopero, vengono “comandati” a garantire la necessaria sicurezza di personale e impianti – non si è presentato sul posto di lavoro e non ha comunicato alcuna causa di impedimento – aggiungendo che – “In ragione di tale assenza, la Società ha, in via informale, avvisato il sindacato USB e ha attivato la normale procedura disciplinare, così come previsto dal CCNL di riferimento, inviando una formale lettera di contestazione. Solo allo scadere dei termini previsti ArcelorMittal Italia ha preso la decisione di licenziare il dipendente perché il suo comportamento rappresenta una violazione gravissima degli obblighi contrattuali. Tra questi, in primo luogo, quello di adottare comportamenti che, nel caso di astensioni collettive dal lavoro, devono garantire l’imprescindibile salvaguardia delle persone e degli impianti. “