Coldiretti Puglia: “emergenaza addio dopo crack turismo da 3 mld”
Durante lo stato di emergenza scattato il 31 gennaio 2020 e più volte rinnovato per combattere la pandemia si sono verificati quasi 3 miliardi di mancati introiti solo per l’assenza forzata dei turisti stranieri, bloccati alle frontiere a causa dei vari lockdown o scoraggiati dalle necessarie misure restrittive adottate. E’ quanto emerge da una stima di Coldiretti Puglia, su dati Bankitalia in occasione della fine dello stato di emergenza che prevede, tra le altre misure, il superamento del green pass base rafforzato per alberghi e strutture ricettive, per ristoranti all`aperto, sagre, fiere, parchi tematici e di divertimento, musei, mostre e altri luoghi della cultura per facilitare il ritorno dei vacanzieri dall’estero, già a partire dalla Pasqua e dai ponti di primavera. Una decisione importante per un settore come quello turistico dove il cibo è diventato la voce principale del budget delle famiglie straniere in vacanza in Puglia per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per street food o specialità enogastronomiche, arrivando a rappresentare oltre 1/3 del totale. Resta il rischio dell’addio ad oltre 106mila turisti dalla Russia che prima della pandemia erano venuti in viaggio in una delle regioni più amate dai viaggiatori della ‘Grande Madre’ per il conflitto scoppiato in Ucraina e delle sanzioni imposte dall’UE alla Russia, considerato che in epoca pre-Covid il turismo dalla Federazione Russa generava un flusso turistico importante.
“Per la Puglia si tratta di una perdita sensibile anche perché i visitatori da questo paese hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa. I turisti russi scelgono in Puglia gli alberghi con 70mila presenze, ma anche gli esercizi extra alberghieri con 37mila presenze, secondo i dati dell’Osservatorio turistico di Puglia Promozione, con le masserie storiche degli agriturismi immersi nelle campagne pugliesi che sono ritenuti meta di eccellenza per i vacanzieri russi per la qualità dei servizi, l’offerta enogastronomica e la bellezza delle strutture e dei paesaggi”, spiega Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti.
Il turismo in Puglia impatta per 6,5 miliardi sui consumi finali, pari al 12,3% sui consumi totali una ricchezza straordinaria a cui contribuisce il turismo esperienziale negli agriturismi, come dimostrato dalla quota percentuale di soddisfazione nel rapporto con il territorio. Ai primi posti di gradimento c’è l’offerta di olio di qualità all’85%, di prodotti agroalimentari all’83, paesaggi e colori per il 75%, l’ospitalità al 72% e l’offerta vitivinicola al 70%, La Puglia è fortemente dipendente dall’estero per il flusso turistico con oltre 3,8 milioni di pernottamenti di turisti stranieri che la scorsa estate hanno dovuto rinunciare a venire in Puglia per effetto delle limitazioni e alle preoccupazioni per la diffusione del contagio. L’assenza di stranieri in vacanza in Puglia grava sull’ospitalità turistica nelle mete più gettonate che risentono notevolmente della loro mancanza anche perché – sottolinea Coldiretti Puglia – i turisti dall’estero da paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o la Cina hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa. La mancanza di vacanzieri si trasferisce peraltro a valanga sull’insieme dell’economia per le mancate spese per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Ma l’allargamento delle maglie sul green pass ha un impatto positivo a cascata sull’intera filiera agroalimentare, dalle industrie alle aziende agricole, dopo che il crollo in Puglia delle attività di 20mila bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi dove cibo e vino trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato ma ad essere stati più colpiti sono i prodotti di alta gamma dal vino ai salumi, dai formaggi fino ai tartufi. La mancanza di vacanzieri si è traferita a valanga sull’insieme dell’economia per il crollo delle spese per alimentazione, alloggio trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Il cibo infatti è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Puglia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche, un tesoro che può contare su 13 bevande analcoliche, distillati e liquori, 24 carni fresche e loro preparazione, 1 condimento, 17 formaggi, 1 olio extravergine aromatizzato, 120 prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, 79 paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria, 43 prodotti della gastronomia, 9 preparazioni di pesci, molluschi e crostacei e tecniche particolari di allevamento degli stessi, oltre a 4 prodotti lattiero caseari, la ricotta fresca, la ricotta forte, la ricotta marzotica leccese e la ricotta salata o marzotica. Nell’attività di ristorazione sono coinvolte 100mila aziende agricole, stalle e più di 5mila imprese di lavorazione alimentare non si è peraltro mai smesso di lavorare per garantire le forniture alimentari alla popolazione e gli agriturismi hanno accolto in sicurezza turisti e viaggiatori.
comunicato stampa diffuso dalla Federazione Coldiretti Puglia