A Torre S. Susanna il passaggio del Giro d’Italia accende una polemica (inutile) sulle donne

La cittadina di Torre Santa Susanna attende con impazienza il passaggio della Corsa Rosa nella tappa di martedì 13 maggio, che porterà i girini da Alberobello a Lecce.
Come da costume, le strade segnate dal passaggio della corsa, e non solo quelle, si dipingeranno di rosa, con addobbi e coreografie, saranno innalzati cartelli di saluto alle telecamere Rai, che durante il Giro danno a tanti borghi poco conosciuti qualche momento di attenzione nazionale.
Fin qui tutto normale, la stessa cosa accadrà immediatamente prima, a Oria, e immediatamente dopo, a San Pancrazio Salentino.
Quello che sta accadendo in più nel Comune di cui è primo cittadino l’avvocato ed ex parlamentare Michele Saccomanno è che sta divampando una polemica legata al presunto sessismo insito in un poster che è stato affisso in alcuni locali. Esso vede raffigurata una giovane donna di spalle, che indossa un attillato pantaloncino rosa. Ad incorniciare la figura la scritta “Ad incorniciare ogni curva, un sogno rosa”.
E’ stata per prima l’organizzazione non governativa, fondata da Gino Strada, Emergency, che ha meriti straordinari per il suo operato di carattere sanitario sui teatri di guerra, ad accendere la polemica: “l’articolo 23 del Codice della Strada – afferma in un comunicato – vieta qualsiasi forma di pubblicità con messaggi sessisti o stereotipi di genere offensivi”. L’organizzazione ha sottolineato come “il rispetto dei diritti delle donne deve essere una pratica quotidiana per superare le disuguaglianze di genere nella nostra società”.
Hanno rincarato la dose i rappresentanti provinciali Sinistra Italiana e Verdi, per i quali “È raccapricciante che, ancora oggi, si pensi di strumentalizzare l’immagine della donna per veicolare un messaggio volgare e violento, che nulla ha a che fare con il Giro d’Italia, emblema storico di un’immagine italiana della bellezza e della condivisione.
Riteniamo che questo modo di comunicare sia un’offesa per l’etica di tutte le donne e di tanti uomini.
Basiti da cotanta miopia che richiama a un’idea maschilista e patriarcale dell’Italia, ribadiamo la nostra totale avversione rispetto a tale modo di fare politica e invitiamo il sindaco a rimuovere i manifesti e utilizzare un messaggio più consono alla circostanza per festeggiare il passaggio del Giro d’Italia”.
Per Claudio Stefanazzi, deputato leccese del PD, Torre Santa Susanna ha già vinto “la maglia rosa della vergogna”.
Pronta è arrivata la replica del sindaco, Michele Saccomanno: “Da alcuni giorni Torre Santa Susanna è in fermento gioioso per il passaggio del Giro d’Italia. Le Associazioni torresi e molti privati cittadini si sono impegnati, coordinati dall’Assessore allo sport Nico Tieni, ad addobbare il percorso in modo gioioso e fantasioso. Ma, come dice il proverbio “ chi non fa… sparla”. “
Emergency” locale ha contribuito solo prendendo carta e penna per censurare un manifesto, non commissionato dal Comune, prodotto da una artista con riconoscimenti internazionali ed esposto in quattro copie, non sulla strada, ma in quattro privati esercizi commerciali. Le interpretazioni e le critiche sono anch’esse frutto di giusta libertà e sensibilità, ma che non possono pretendere di trasformare il Comune in Santa Inquisizione. Il richiamo dell’art. 23 citato nella nota di Emergency anch’esso non è stato da loro approfondito con i successivi commi e le circolari ministeriali, usandolo quindi in modo inappropriato.
Ancora più fuori luogo mi sembra la nota del deputato PD Claudio Stefanazzi che, credo, abbia cercato sulla cartina geografica Torre Santa Susanna, considerato che dalle nostre parti è un illustre disinteressato sconosciuto”.
Questo il quadro delle posizioni.
La vicenda pare viziata dal solito richiamo imperativo al “politicamente corretto”, che troppo spesso si erge a giudice propinatore di sentenze dettate da un carattere effettivamente inquisitorio. Il manifestato non appare volgare, francamente. Raffigura le belle forme di una ragazza-ciclista ritratta di spalle.
Quante pubblicità, in televisione e sulla carta stampata, abbiamo visto utilizzare la bellezza del corpo umano, femminile ma anche maschile, per pubblicizzare un prodotto?
Qui, per di più, non si vende neppure nulla, ma si festeggia il passaggio di un evento sportivo, per il quale non è richiesto biglietto da pagare, quindi non c’è neppure una strumentalizzazione in senso stretto.
Inoltre, come ha chiarito il Sindaco, non è stata l’Amministrazione comunale a farlo preparare. Quando si dice “una tempesta in un bicchier d’acqua…”.