“Gli ulivi sono vittime di un ecocidio”: Ulivivo prosegue la campagna informativa.

Continua il tour regionale dell’associazione Ulivivo per far conoscere gli atti relativi alle indagini svolte dalla Polizia giudiziaria di Bari relativamente al fenomeno del disseccamento degli ulivi nelle tre province salentine.
Un’aula del maestoso Convitto Palmieri, posto all’ingresso del centro storico di Lecce, ha ospitato tantissime persone desiderose di capire i contorni di un fenomeno apocalittico, al quale è veramente difficile rassegnarsi.
Lo stravolgimento di un territorio che ha fatto e fa, anche degli ulivi secolari, parte della propria forza attrattiva anche a livello turistico, certamente del proprio fascino, non è cosa che possa passare in cavalleria, come si dice. Ed è paradossale che dietro tale disfacimento potrebbero esserci anche interessi turistici o para-turistici, tesi magari a rimpiazzare gli uliveti con qualche lussuoso resort.
Ma andiamo con ordine. Il convegno leccese ha beneficiato di un’indubbia pubblicità: il livore col quale il Quotidiano, il più diffuso organo di stampa salentino, ha accolto l’iniziativa, bollando gli organizzatori con l’ormai inflazionatissima qualifica di “negazionisti”, visto che le Procure di Lecce e Bari non hanno al momento inteso aprire indagini per dare seguito agli atti della Polizia giudiziaria.
Il risultato è stato che la Provincia di Lecce, che aveva patrocinato l’evento, lo ha prontamente ritirato impaurita asserendo, per penna del Presidente Stefano Minerva, che le posizioni sostenute dagli organizzatori erano “equivoche”, e che l’Istituzione da lui presieduta segue soltanto le indicazioni della “scienza”.
E’ stato allora doveroso, da parte degli organizzatori, iniziare i lavori del convegno ricordando che il metodo scientifico è tale perché deve continuamente sottoporre le proprie asserzioni al processo di falsificazione delle ipotesi. L’accusa di negazionismo, invece, rifugge il confronto, prova a vincere la partita squalificando aprioristicamente l’interlocutore, chi si interroga, chi prova a ragionare. Veramente un insulto alla memoria di Galilei.
I lavori si sono svolti alternando la lettura di alcuni stralci significativi relativi alle indagini condotte dalla Pg di Bari agli interventi dei qualificati relatori. Tanti i punti di discussi, diverse le prospettive dalle quali la questione è stata inquadrata. Innanzitutto, la rivegetazione della quale stanno dando segnali incontrovertibili gli ulivi del sud Salento, una parte importante di quelli che non sono stati estirpati, il che impone una riflessione, anche alla luce di altre emergenze relative a fitopatologie degli ulivi di questo territorio delle quali sono rimaste tracce negli annali.
Superate quelle, come potrebbe essere superata anche questa, con l’adattamento della specie rispetto all’agente patogeno o meglio, all’insieme dei fattori che hanno determinato la moria degli ulivi, visto che la teoria più accreditata in merito al fenomeno è certamente quella del Co.Di.RO, sigla che sta per “Complesso del Disseccamento Rapido dell’Ulivo”, una fitopatologia multifattoriale e che può presentare inoltre una disposizione cangiante delle proprie stesse armi, delle quali la Xylella Fastidiosa potrebbe rappresentare solo uno dei fattori, certamente non quello più offensivo.
(Per una loro presa in visione rinviamo ad un articolo pubblicato in dicembre su questa testata La Xylella c’è ma il disseccamento degli ulivi dipende da ben altro: seguitissimo convegno a San Michele Salentino – Pugliapress – Notizie della Puglia) Una realtà nota fin dall’inizio, che si è cercato colpevolmente di accantonare, per mettere nel mirino la sola Xylella.
Senza dimenticare che della Xylella è stata trovata traccia in una percentuale bassissima degli ulivi seccati, secondo le analisi condotte da Scortichini e Cesari ma anche dalla società Tap nell’agro di Melendugno.
Come spiegare d’altronde che di essa non vi era traccia in tanti ulivi secchi mentre è stata rinvenuta su ulivi verdi? Quello che conta di più, e che può rincuorare, è che col passare degli anni, e con l’arrivo del disseccamento in prossimità della Valle d’Itria, il processo di diffusione stia rallentando, a dimostrazione appunto di un’evoluzione benigna. Era d’altronde impensabile estirpare la causa, quale che fosse, dalla Puglia.
Risulta inoltre illusorio pensare di sostituire le specie di ulivi più colpite con le varietà “Favolosa” e “Leccino”, che sono sì tolleranti rispetto alle cause del disseccamento, ma non ne sono comunque affatto immuni, e che inoltre richiedono una quantità di acqua molto più elevata per resistere e crescere, col risultato di creare una problematica di equilibrio generale della risorsa più preziosa in un contesto nel quale essa già scarseggia.
La questione dell’abbattimento indiscriminato è probabilmente la più delicata. Su di essa si è abbattuta, come una mannaia, il decreto “Milleproroghe” a gennaio di quest’anno. Esso consente al proprietario di abbattere i propri ulivi con una semplice comunicazione alla Regione.
Ulivi che quindi potrebbero tranquillamente tornare a vegetare, se adeguatamente assistiti (rinviamo alla pagina www.ulivivo.it l’approfondimento di questo aspetto ed anche il calendario dei prossimi eventi) vengono quindi espiantati, con un danno enorme al paesaggio. Enormi tir con rimorchio, stracarichi di tronchi dei nostri ulivi, prendono quindi la via di Crotone, dove c’è un impianto di biocompostaggio.
Questo nonostante si dicesse che gli ulivi infetti andavano bruciati in loco, proprio per prevenire la diffusione della batteriosi…
Il termine “ecocidio”, usato del tutto propriamente dalla Professoressa di Geografia economico-politica Margherita Ciervo nel corso del suo appassionato intervento, rappresenta la triste realtà alla quale stiamo assistendo impotenti, un po’ come quella di Gaza.
Cui prodest, a chi giova tutto questo? “L’eliminazione degli olivi monumentali – si legge nell’informativa della Polizia giudiziaria di Bari – è invece particolarmente appetita per la liberazione dei terreni agricoli da questi ingombranti inquilini al fine di far posto ad interventi edilizi (Edilizia turistico-sportiva) in precedenza ostacolati dalla vincolistica basata sul carattere di monumentalità delle piante”.
Edilizia turistico-sportiva e business delle energie rinnovabili, delle quali questa Regione ha deciso di diventare l’eldorado, aggiungiamo noi. Un’ultima riflessione: quante analogie con la questione relativa alla “pandemia” emergono in quella relativa alla moria degli ulivi. Analogie inquietanti.
