Il Consiglio di Stato dà il via libera al deposito di gas liquefatto nel porto di Brindisi
Sul deposito di gas liquefatto da insediare nel porto di Brindisi, a Costa Morena est, e per il quale Edison aveva avuto autorizzazione nell’agosto 2022 da parte del ministero dell’Ambiente, pendeva ancora il ricorso presentato che Asi, l’Area per lo sviluppo industriale della provincia brindisina, aveva adito presso il Consiglio di Stato.
Ebbene, il pronunciamento da parte del tribunale romano è molto chiaro: il consorzio Asi non ha titolo a opporsi in merito ad un insediamento industriale che ricade fuori dal proprio perimetro di competenza, pur essendo, nel caso specifico, pressoché confinante con lo stesso.
Il deposito Edison, infatti, verrebbe posizionato nell’area di competenza dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico meridionale, al cui interno ricadono le acque ed il porto di Brindisi.
Ma il Consiglio di Stato si è espresso pure in merito ad un altro aspetto, quello della distanza minima dei binari ferroviari che passano da Costa Morena est rispetto al cantiere del deposito. A giudizio di Asi, ma anche del variegato fronte ambientalista e di parte di quello politico locale che si è costituito contro il progetto, organizzando manifestazioni ed iniziative pubbliche agli inizi dello scorso anno a sostegno della propria contrarietà, tale distanza non sarebbe rispettata, con ciò rappresentando un potenziale evidente pericoloso per l’incolumità pubblica.
Secondo il Tribunale invece, l’autorizzazione unica emanata dal ministero dell’Ambiente nel 2022 conteneva già sufficienti ed inoppugnabili indicazioni in merito, e tale distanza minima, indicata essere nella misura di 5 metri, rappresenta una condizione soddisfatta dal progetto in corso.
Il via libera allo stesso, oltre a rappresentare motivo di indubbia soddisfazione per Edison, ha anche acceso una polemica molto aspra fra Confindustria Brindisi e il suo presidente, Gabriele Lippolis, e Vittorio Rina, presidente del consorzio Asi. La radicale diversità di vedute sulla titolarità di Asi a esprimersi sulla questione del deposito di gas, ha dato peraltro il destro anche per un reciproco scambio di invettive in merito alle rispettive capacità effettive di rappresentare gli interessi delle industrie associate.
Ad ogni modo, Lippolis ha annunciato che Confindustria Brindisi avanzerà formale richiesta alla Corte dei Conti per sapere a quanto ammontino le spese sostenute dall’Asi per una battaglia che la sua associazione completamente autolesionistica e sconclusionata, che non considera neppure quanto la struttura possa essere preziosa strategicamente per l’economia del territorio locale, coinvolgendo nella questione anche i sindaci dei Comuni più popolosi della provincia, poiché il costo di tale iniziativa lo pagheranno proprio i loro cittadini.
Va detto che hanno accolto con malcelata soddisfazione la sentenza del Consiglio di Stato anche alcune sigle sindacali come Cisal, Confsal Fismic e Ugl, per i quali l’investimento Edison rappresenta un’autentica boccata d’ossigeno in un’area industriale a forte rischio desertificazione, con varie aziende in difficoltà e a rischio chiusura.