Tarallo Pugliese senza vino:diatriba tra gli imprenditori
CANOSA–Tarallo Pugliese senza vino:diatriba tra gli imprenditori
Alcuni imprenditori pugliesi stanno pensando di eliminare il vino bianco nella produzione del tarallo pugliese.
Il vino costa e, rimuovendolo, si potrebbe abbattere l’Iva sui prodotti da 10 % al 4% (l’Iva agricola). Insomma: togliere il vino per risparmiare e far risparmiare.
Ma I taralli pugliesi nascono da una ricetta molto semplice, che prevede l’utilizzo di acqua, farina, olio extra vergine di oliva, vino e come nel nostro caso, lievito madre.
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L’ imprenditore Nunzio Margiotta, direttore commerciale della Apulia Food di Canosa ,sbotta all’idea di di produrre senza l’ausilio del vino bianco:” i taralli pugliesi sono prodotti della tradizione che vanno difesi, protetti, valorizzati e non sviliti come sta accadendo per l’avidità di alcuni imprenditori».
A renderli «tradizionali» (cioè PAT) e diversi dagli altri è il riconoscimento che le «metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura sono consolidate nel tempo, omogenee per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, protratte nel tempo, per un periodo di almeno 25 anni».
In Puglia, ad esempio, c’è il Disciplinare di Produzione del Tarallo Pugliese, istituito dalla Regione Puglia, che ne definisce le caratteristiche e le modalità di produzione.
Il Disciplinare di Produzione del Tarallo Pugliese garantisce la qualità e l’autenticità di questo prodotto gastronomico tipico della Puglia, tutelando il lavoro dei produttori artigianali e mantenendo vive le tradizioni alimentari locali.