Fuga detenuto da ospedale: Emergono carenze nel sistema penitenziario italiano
Il recente episodio della fuga di un detenuto dall’ospedale di Lecce, fortunatamente sventata dal personale penitenziario, evidenzia le gravi carenze nell’Amministrazione Penitenziaria, secondo il Segretario Generale S.PP. Aldo Di Giacomo. La situazione mette in luce due problemi principali: le lacune nei servizi di sanità penitenziaria e l’atteggiamento del personale sanitario nelle carceri, costretto spesso a inviare i detenuti all’esterno per cure.
L’episodio di fuga avvenuto nell’ospedale di Lecce diventa una testimonianza della crescente difficoltà nel gestire i detenuti che necessitano di cure mediche al di fuori delle strutture carcerarie. Di Giacomo sottolinea che l’aumento dei tentativi di fuga da tali strutture sanitarie è proporzionale all’incremento dei ricorsi all’ospedalità esterna alle carceri.
Le criticità all’interno del sistema penitenziario italiano sono state più volte denunciate, ma l’episodio di Lecce ne è una conferma evidente. La Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria (SIMSPe) ha segnalato problemi cronici come il sovraffollamento e le difficoltà per il personale medico, psicologi ed infermieri. Il 2022 ha registrato un numero record di suicidi nelle carceri (84), e nel 2023, solo a novembre, si contano già 64 casi.
La questione della salute mentale è altrettanto preoccupante, con significative percentuali di detenuti che assumono farmaci psicotropi. Tuttavia, le diagnosi psichiatriche gravi rimangono limitate. Il tema della tossicodipendenza si aggiunge alle problematiche, e l’assistenza sanitaria penitenziaria in Italia risulta essere frammentata tra vari servizi.
Per Di Giacomo, l’Amministrazione Penitenziaria ha perso il controllo su ciò che accade nelle carceri, richiedendo una svolta nei metodi e nella gestione, a partire dalla struttura dirigenziale che sembra essere sfuggita a ogni controllo politico e istituzionale. La necessità di un cambiamento urgente emerge dalla constatazione che il carcere diventa il primo contatto con il Servizio Sanitario Nazionale per molti detenuti provenienti da situazioni di svantaggio sociale.