L’ONANISMO CEREBRALE DI ROSA
Questa mattina sono stato costretto a leggere Extra da un collega giornalista che mi ha offerto la colazione al bar Ice Cream. “Antò, hai visto che ha scritto quella? (riferendosi al sermone settimanale della Colucci)”Mi ha messo il giornale davanti agli occhi, costringendomi a mettere gli occhiali per la mia miopia. Ho letto testualmente: “Io non sono una giornalista. Almeno non voglio più appartenere alla stessa categoria professionale di cui fanno parte anche coloro che usano gli articoli come arma di ricatto, che creano mostri, assolvono coscienze e legittimano delinquenti. Un giornalista che utilizza le fonti è ormai raro ….. Una stampa aggressiva, che marchia d’infamia con la stessa facilità con cui poi si fa comprare, che non si fa scrupoli a frugare nel morboso e nel torbido con toni sensazionalistici: non importa se l’articolo è impostato di errori grammaticali, non importa se si manipola la sensibilità di chi legge con dati interpretati secondo il proprio metro di convenienza. Sembra incredibile che l’Ordine dei giornalisti non prenda provvedimenti, buono solo a sollecitare il pagamento della quota annuale e a fare carico dei propri eventi in passerella ….. E’ il silenzio dell’Ordine che mi inquieta, soprattutto l’editoria locale, dove più che pluralismo mi sembra domini la logica del lucro, dell’impreparazione e di un utilizzo delinquenziale dei media. Poi se la prende con i vertici ecclesiastici, il Presidente del Consiglio ecc., ma questo non è un fatto nuovo”. Il mio amico giornalista mi ha chiesto: “Con chi ce l’ha quella?”. Già con chi ce l’ha? Provate a riflettere e a darmi una risposta. Nella sua crociata contro i giornalisti, soprattutto locali, ne prende due diametralmente opposti. Si intuisce che la vicenda sottintesa è quella di Gianfranco Chiarelli. Mette sotto accusa quelli ‘assolvono coscienze e legittimano delinquenti a seconda della propria coerenza’ (potrei essere io uno di questi che non mi sono dichiarato giustizialista) oppure ‘la stampa aggressiva che marchia d’infamia con la stessa facilità con cui si fa comprare’ (potrebbe riferirsi a qualche illustra opinionista di qualche social?). La ambiziosa signora in questione è coerente nella sua incoerenza. Non vuole farsi capire di proposito. Spara nel mucchio. Non ha le palle (ed è normale vista la sua presunta natura) di fare nomi e scrivere i fatti. L’incoerenza la afferma anche nel prendere di mira ed offendere l’Ordine senza fare quello che appare più scontato: dimettersi (non lo farà mai dopo essersi iscritta facendo l’impossibile). Piuttosto che di incoerenza, visto che io ho molto rispetto dell’intelligenza altrui, voglio provare fare un altro ragionamento. Sul giornale Extra non c’è un rigo sulla vicenda Chiarelli . Mi sarebbe piaciuto conoscere il ‘suo’ pensiero. Per la verità, il metodo di prendere di mira la stampa locale è servito a nascondere il proprio imbarazzo. Il suo giornale ha avuto rapporti commerciali con Chiarelli durante tutta la campagna elettorale e anche dopo. Lo stesso suo compagno ha spesso accompagnato, facendo spesso da autista Chiarelli fino a ottobre dell’anno scorso. Prendendosela con chi ha sparato contro Chiarelli e chi lo ha difeso, in realtà ha fatto come le profezie di Nostradamus: ha detto tutto e l’esatto opposto, in modo da non essere costretta a prendere una posizione, ma lasciando tutto all’interpretazione altrui. Più tardi ho avuto modo di ascoltare l’opinione del più autorevole giornalista che abbiamo che, dopo averlo letto, ha coniato il titolo ‘L’onanismo cerebrale’ riferendosi all’autrice. Questo per togliere ogni dubbio sulla mia ignoranza. Resto dell’avviso che chiunque dovrebbe fare attenzione a quello che scrive, soprattutto quando diffama, Non serve poi, come ha fatto qualcuno ieri dopo aver letto un mio post, allarmato, rimediare cercando una intervista in maniera costante ai diffamati. Le querele erano già partite e farebbe bene coerentemente ad assumersene le responsabilità. Ritroviamo la serenità, è il primo passo per uscire dall’imbarazzo di questo momento.