Elezioni a Martina 2012/Così è (se vi pare)
Posted On 08/09/2011
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September morn è una bella canzone cantata da un cantautore statunitense che tutti abbiamo ballato almeno una volta in passato. Si chiama Neil Diamond. La canzone parla di due amanti che si ritrovano a settembre e provano a rivivere quello che avevano provato alcuni anni prima. Beh, questo brano bene si addice a quei ‘facenti politica locale’ che dopo essersi trovati, ora si lasciano o viceversa si ritrovano. Dire facenti politica è una cosa piuttosto profonda e forse non si addice alla classa politica martinese, in quanto sono veramente pochi coloro che la fanno o la sanno fare. Piuttosto è più opportuno dire: operatori alle gestione della cosa pubblica in particolare di quella martinese. A questo punto mi taccerete di incompetenza o penserete stia esagerando, in quanto, tutto si può dire di Martina, tranne sia stata gestita (bene o male) in tutti questi anni. Eppure, nel periodo che precede le elezioni comunali, anche se mancano parecchi mesi, è consuetudine lasciarsi coinvolgere dal gioco delle candidature. Assomiglia molto al calciomercato. Ogni giorno i giornali in estate, danno quel tale calciatore in procinto di firmare con quella squadra. Il più delle volte si lascia intendere che si tratta di un giocatore che cambierà la squadra. Se e quando avviene il passaggio, il più delle volte si tratta di un autentico flop. L’anno successivo per potersene liberare, almeno in prestito, ci si accolla l’ingaggio o parte di esso. A settembre è partito il gioco delle candidature.Proclami, annunci, riunioni, articoli sui giornali, ecco alcuni nomi di candidati che, pur non essendo nuovi della ‘gestione della cosa pubblica locale’ annunciano o si fanno annunciare la loro discesa in campo, come se il passato non gli fosse per niente appartenuto. La colpa della cattiva amministrazione di ieri? Degli altri. Viene sempre messo sul tavolo un merito che hanno avuto che, per la verità, nessuno riesce mai a comprendere, in quanto è difficile scorgere una sorgente di acqua in una foresta fitta di vegetazione nella quale è difficile piegarsi ed il percorso sembra essere stato tra il fango, a giudicare dalle scarpe sporche. C’è sempre un nuovo progetto in grado di cambiare le cose. Sembrano voler contare sul ‘non capisco, ma mi adeguo ’ della gente che dovrebbe rivotarli non si sa perché o per quali meriti, ma per i proclami di cambiamento annunciati sui giornali. Viene rivoltata la frittata e le ‘reali’ motivazioni vengono fatte passare per altro. Qualche mese fa, abbiamo pubblicato un elenco piuttosto nutrito di una parte e dell’altra di personaggi che vorrebbero essere candidati. Tanti nomi, forse troppi, tra i quali si nascondevano delle motivazioni diverse. In realtà, solo pochi di essi sono convinti di poter veramente aspirare a diventare sindaco della città. La maggior parte, invece, ha un altro obiettivo che con la riduzione dei consiglieri a 24 appare ancora più importante: quello di conservare una poltrona in seno al consiglio comunale. Qualcuno di questi, ancora più furbo e navigato, pensa di poter ripetere quanto avvenne in passato e precisamente nel 1998. Fu una delle due poche volte che si andò al ballottaggio (la prima con Martino Margiotta). Vinse Bruno Semeraro con l’appoggio esterno di una armata Brancaleone che la fece da padrone per tutta la sua legislatura che durò pochi anni e fu determinante anche alla sua ‘dipartita prematura’.
Ecco, qualcuno è proprio questo che vuol cercare di fare, candidandosi come sindaco con la consapevolezza che non verrà mai eletto. “Mi faccio eleggere consigliere comunale, si andrà al ballottaggio, mi alleerò con il più forte, farò l’assessore (meglio se lo farò fare a qualche mio amico o parente per non rischiare di essere rimosso e perdere la poltrona), la farò comunque da padrone, terrò sempre in apprensione il Sindaco con il ricatto di poterlo fare cadere in qualsiasi momento, farò i miei comodi e, quando l’altra parte mi assicurerà che alla successiva elezione mi candiderà come Sindaco, farò finalmente cadere l’Amministrazione, cercando di farmi riconoscere come salvatore della patria”.
E la storia continua. Voglio precisare, anche se qualcuno di voi assocerà questa casistica a qualche noto ‘ex gestore della cosa pubblica locale’, che si sbaglia, in quanto non si tratta di una o due potenziali candidati a pensarla così, ma è la certezza che tutti coloro che si candideranno con la consapevolezza di non essere eletti, ci avranno pensato almeno una volta (o forse due, tre, quattro ecc.). Quale sarebbe allora la soluzione? Partendo dal fatto che quasi sicuramente non ci sarà la discesa in campo di un volto completamente nuovo e potenzialmente capace di amministrare la città, la speranza sarebbe quella di vedere i due maggiori candidati di due ampie coalizioni, competere sui programmi, sulla loro squadra di governo che dovrebbe essere dichiarata prima delle elezioni. Il vincitore dovrebbe poter contare sul premio di maggioranza all’interno della sua coalizione. Gli inciuci a Martina sono sempre stati micidiali. Bisogna invertire la tendenza. Non più amministrare Martina per la conquista delle poltrone o la spartizione di posti di potere, ma semplicemente per un programma condiviso. Squadra di governo composta da professionisti capaci e competenti ed il Consigliere comunale finalmente rivestito del suo ruolo per il quale è stato eletto.
Solo così potrà avvenire il cambiamento. Tutto il resto continuerà a generare confusione, lotte di potere e spingerà sempre di più la città nelle visceri della terra.
Antonio Rubino
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