Stefano Liuzzi, la politica una storia di famiglia
Molto spesso la principale passione di un genitore è trasmessa ai figli quasi fosse una sorta di “corredo sociale” o di eredità genetica, a volte lasciata senza nemmeno volerlo.
Tanto è accaduto tra Francesco Paolo Liuzzi, indimenticabile esponente della destra tarantina tra gli anni ’70 e gli anni ’90, e il figlio Stefano, degno erede del nome paterno in terra di Crispiano. Non solo: tanto il padre (scomparso nel 2011) quanto il figlio hanno in comune la professione medica, svolta come servizio di essenziale importanza alla comunità cittadina e passata quale visibile testimone tra i due.
Dopo circa dieci anni dalla scomparsa del padre, Stefano Liuzzi ne ricorda l’impegno politico, tanto esteso nel tempo quanto intenso nelle forze profuse. Militante storico del Movimento Sociale Italiano prima e poi di Alleanza Nazionale, Liuzzi senior fu consigliere provinciale di Taranto negli anni ’70, riuscendo successivamente ad approdare – per ben tre volte – al Consiglio regionale della Puglia. Nel 1994 i crispianesi, quando per la prima volta elessero il proprio sindaco a suffragio diretto, lo scelsero quale primo cittadino; servizio, questo, che svolgerà per il decennio successivo. Un impegno politico e verso il territorio – quello di Francesco Paolo Liuzzi – che avrà quale riconoscimento l’onere e l’onore dell’elezione alla Camera dei Deputati nella breve XII legislatura; membro della commissione per gli Affari sociali e della Commissione speciale competente in materia di Infanzia, in quei nei due anni da deputato produsse oltre 40 progetti di legge, diversi dei quali poi divenuti effettivamente parte della legislazione nazionale e oltre 60 atti di indirizzo e controllo tra interpellanze, mozioni, interrogazioni, ordini del giorno, risoluzioni e altro. Poi, nel 1996, l’interruzione della legislatura e la cura totale per Crispiano, la città che due anni prima – non inaspettatamente – gli aveva offerto il proprio consenso con un ampio plebiscito fatto di oltre 5mila preferenze.
Sulla scia di questa storia umanamente e politicamente avvincente ha operato e opera il figlio maggiore Stefano: laureato in medicina e chirurgia, specializzato in pediatria, da oltre un ventennio cura la medicina generale a Crispiano, conoscendo bene quali siano le esigenze della popolazione, assieme a virtù e difetti della medicina territoriale in provincia di Taranto. Come il padre, Liuzzi junior non può proprio stare lontano dalla politica. Consigliere provinciale di Taranto dal 1995 al 2004, dal 2003 al 2013 è stato consigliere comunale di Crispiano, divenendo poi vicesindaco fino a un paio di anni addietro. Venticinque anni di politica e circa trentacinque da medico sono un bel bagaglio che non è passato inosservato alla Lega, tanto da candidarlo in questa tornata elettorale al Consiglio regionale della Puglia.
Il medico Stefano Liuzzi, in una intervista televisiva rilasciata a Puglia Press TV ha raccontato di sé: “Ho respirato politica da sempre. Ho un primo ricordo di una campagna elettorale di papà che ero ancora ragazzino, forse avevo sei o sette anni; la candidatura era alla Camera nel collegio di Brindisi-Lecce-Taranto, c’erano le liste e papà aveva il numero 13. Noi, anche i più piccoli, preparavamo le buste con dentro gadget e bigliettini da distribuire… ero davvero piccolino. Ricordo invece meglio, a dieci anni, la sua candidatura e la conseguente prima elezione al Consiglio regionale: era il 1970. Poi da lì tutta una serie di campagne elettorali a diversi livelli. Io sono rimasto sempre in secondo piano, defilato, un po’ per il peso della figura paterna e un po’ perché mio padre mi ripeteva costantemente: “Fatti prima una posizione nella vita, dopo penserai alla politica”. Sostanzialmente ho seguito il suo consiglio, pur assecondando la voglia di far politica – che ho fatto da sempre – dedicandomi a quello che una volta era la militanza: ho cominciato a mettere manifesti, a distribuire volantini. La prima volta che mi sono candidato veramente è stato alle elezioni provinciali del 1995: ormai ero laureato, specializzato e svolgevo la professione medica; avevo – utilizzando le parole di mio padre – una posizione e quello è stato il mio lancio”.
I tempi andati sono quasi sempre “belli” e Stefano Liuzzi della politica di un tempo, quella vissuta da suo padre, ricorda che le campagne elettorali avevano caratteristiche ben differenti rispetto ad ora: “Nei decenni scorsi le campagne elettorali si svolgevano davvero porta a porta: si girava nei paesi, si andava a trovare le persone, si parlava perché non c’erano grossi collegamenti. Il massimo che si potesse avere all’epoca erano i manifesti e nemmeno quelli di ora con la fotografie: tutt’al più si poteva avere un manifesto con il nome scritto in grande, sotto al simbolo. Inoltre si avevano riferimenti in ogni comune. Io ricordo che mio padre in ciascun comune della provincia di Taranto aveva un suo riferimento, una o più persone che contattava e che lo mettevano in contatto con altre persone, che gli organizzavano i comizi, una sorta di rete di collaborazione. Molti ricorderanno come nei nostri paesi più che un partito politico eravamo parte di una famiglia, una comunità. Ricordo, per esempio, che si viveva nelle sezioni, magari passando l’inverno a giocare a carte; noi ragazzi ci eravamo insofferenti, chiedevamo di “far politica”, volantinaggio, qualcosa… per i più grandi invece quel giocare a carte e stare insieme era creare comunità. Questo era il bello di quel modo di fare politica, un modo che spero di ritrovare magari adesso con la Lega”.
L’appartenenza di Liuzzi junior al centrodestra è fuori discussione e sebbene la Lega non sia l’erede diretto di Alleanza Nazionale, ne raccoglie comunque diversi ideali; il medico – ripercorrendo la propria storia recente – così spiega la sua scelta: “Ho percorso prima la scomparsa di Alleanza Nazionale e poi del Popolo della Libertà; io sono stato un dirigente nazionale di Alleanza Nazionale e quando ci fu la confluenza nel PdL io ero a quel congresso; l’ultima tessera di partito che ho avuto io è stata quella del PdL. Poi, a causa delle vicissitudini che hanno interessato la nostra area politica, quando sono cominciate le varie scissioni non ho più sottoscritto alcuna tessera di partito perché oggettivamente non avevo più non mi riconoscevo più in nessuna delle compagini presenti. Ho quindi scelto di impegnarmi in un discorso territoriale nella mia città, a Crispiano, prima come consigliere comunale e poi come vice sindaco. Infine ho scoperto e conosciuto Salvini”.
Fra le domande che molti pongono a chi ha aderito al progetto politico della Lega, sulla scia dei ricordi, ne ricorre una: come si fa al Sud a votare la Lega? Stefano Liuzzi replica: “Questo è il leitmotiv di chi non ha altri argomenti e deve in qualche modo cercare di opporsi a questa nuova realtà emergente. La Lega attuale è completamente diversa rispetto a quella di prima, è un grosso partito nazionale con delle ramificazioni territoriali; i dirigenti locali sono pugliesi, i candidati alle elezioni regionali sono pugliesi e tutti orgogliosamente meridionali. Oltre alle proposte politiche, della Lega mi ha coinvolto – facendomi riappassionare alla politica – la militanza che in questo partito vedo. Io sono cresciuto nel MSI prima e in AN dopo, fin da ragazzino ho vissuto un impegno che ci vedeva entusiasti quando si partiva a fare volantinaggio, a mettere i manifesti… tutti i giorni si stava a contatto con la gente, anche i politici rappresentanti di partito di un certo livello erano abituati a scendere nelle piazze, a parlare alla gente, a fare i comizi. Io sono appassionato a questo modo di far politica e quasi non vedo l’ora di poter prendere un microfono in mano e parlare da un palco alla gente!”.