Giacomo Conserva, la candidatura voluta dalla gente comune
Se si dovesse applicare l’etichetta di “avvocato del popolo” a qualcuno, certamente potrebbe meritarla Giacomo Conserva, 44enne volto noto e non solo a Martina Franca ma nell’intera provincia ionica. Avvocato cassazionista con ben tre lustri di esperienza professionale sulle spalle, Conserva si è fatto interprete delle istanze di determinate categorie di cittadini, in particolar modo commercianti e titolari delle piccole attività produttive del territorio, forte della sua personale conoscenza di questa realtà economica dovuta all’esperienza messa da parte da quando – studente prima liceale e poi universitario – è stato al fianco del padre commerciante nel suo lavoro quotidiano.
La sua militanza politica inizia ai tempi del liceo, lo stare costantemente tra la gente, come chi lo conosce è pronto a giurare, gli consente di entrare – poco più che 35enne, nel 2012 – a Palazzo di Città, divenendo già, alla sua prima esperienza elettorale, uno dei maggiori collettori di preferenze e surclassando diverse vecchie glorie della politica cittadina e provinciale.
La sua è una storia del costruire con pazienza e costanza, tanto nella professione che nella politica, rispettando i tempi ma soprattutto l’elettorato a cui ha chiesto fiducia, persone che – come dichiarò in un’intervista di otto anni addietro, appena eletto al Consiglio comunale di Martina – “mi hanno accompagnato, mi hanno poi suffragato e non mi hanno tradito”.
Un’esperienza vissuta nell’area politica del centrodestra, consolidata con l’approdo alla realtà politica della Lega, arrivando a ricoprire l’incarico di coordinatore provinciale del partito; in queste settimane la candidatura al Consiglio regionale della Puglia, una “candidatura voluta dalla gente”, come emerso nel corso dell’intervista rilasciata alla nostra testata
Nella stessa intervista, in merito al partecipato tour di Matteo Salvini in Puglia nei giorni scorsi (tra piazze acclamanti e clamorose contestazioni) e alle prospettive di Lega in Puglia, Conserva ha dichiarato: “Ritengo che in seguito alle elezioni per il rinnovo del parlamento europeo del 2019, la Lega, che ha raggiunto il 34% delle preferenze, abbia cominciato a far politicamente paura a vari partiti. Quindi i media, soprattutto social e giornali, sono arrivati a strumentalizzare frasi dette quindici anni fa. A tutti coloro che pensano e strumentalizzano questo dico solo una cosa: nelle regioni del Sud – e quindi anche in Puglia – non c’è un solo consigliere della Lega, quindi la Lega al Sud non ha mai governato. Emiliano e Vendola, che governano da ben quindici anni ormai, hanno creato quello che è sotto gli occhi di tutti. È arrivato il tempo di dare la possibilità ai candidati della Lega di essere eletti e di governare, con Fitto presidente, la Regione Puglia”.
L’odio espresso verso il partito e il leader Salvini sui social network?
“Be’, penso che l’odio espresso non abbia base reale alcuna. Si strumentalizza, si mistifica al solo fine di indebolire Salvini e la Lega. Penso che la Lega però la si ami o la si odi. Io ritengo che in questa tornata elettorale, non solo in Puglia ma anche nelle altre regioni che vanno al voto, la Lega verrà fuori dalle urne come primo partito”.
È innegabile dire che questa campagna elettorale pugliese si stia giocando principalmente su due main topic, la sanità e l’agricoltura, coinvolgendo a mo’ di corollario ambiente, attività produttive e turismo. I toni sono accesi, sul piano della tifoseria a suon di “Ricordate Fitto e la Puglia di 15 anni fa?” da una parte e di “Guardate che cosa hanno combinato Vendola ed Emiliano negli ultimi 15 anni!”. Conserva, da uomo del centrodestra, al riguardo afferma: “Siamo al paradosso. Molti parlano senza conoscere la storia di un politico. Io vorrei ricordare a tanti che il confronto leale lo accetto ma quando si dicono inesattezze non mi va. Facciamo un po’ di conti: nell’ultimo decennio anni in Italia ha governato il centrosinistra; in Puglia invece il centrosinistra è al governo da ben quindici anni. Se va bene questo, si voti ancora Emiliano. Penso però che la maggioranza degli elettori pugliesi non voterà Emiliano”. “Tornando indietro – evidenzia Giacomo Conserva – guardiamo per esempio al piano di riordino ospedaliero voluto da Fitto, strumentalizzato da Vendola e da lui stesso modificato sfociando in tutti i tagli lineari della sanità, nella chiusura dei reparti, nel declassamento di tanti ospedali e quindi nel conseguente aumento delle liste d’attesa. Manca poi la razionalizzazione di una medicina territoriale perché non vi è mai stato un apposito piano. Ricordiamo che sono stati chiusi ospedali molto importanti come quelli di Grottaglie, Massafra, Mottola, strutture che adesso si deve riconvertire. Se eletti noi che cosa faremmo? Sicuramente sarà prioritario aprire diversi punti di pronto soccorso perché è inaccettabile che tanta gente vada al pronto soccorso con emergenze e sia costretta a far file fino a 24 ore. Prendiamo quale esempio il caso di Martina Franca… un pronto soccorso gestito da due soli medici. Quindi anzitutto si deve aumentare la pianta organica di medici e operatori sanitari; serve a poco aumentare le strutture e gli strumenti se mancano i medici che ne facciano usano; la pianta organica dei nostri professionisti sanitari è striminzita e sono costretti a fare orari estenuanti. A proposito è bene sottolineare come la legislazione sanitaria, concorrente tra Stato e Regione, vada rivista perché ci sono delle incongruenze: non è possibile infatti assicurare un certo trattamento sanitario in una regione e negarlo in un’altra. Sappiamo bene che la spesa sanitaria della Regione Puglia, ingente, non corrisponda ad adeguati servizi”.
La soluzione c’è? Per Giacomo Conserva “serve anzitutto un piano strategico impattante immediatamente sulla sanità, un piano che vada a influire sulla medicina territoriale, soprattutto a Taranto che vive particolari criticità in questo periodo storico, dove tra l’altro è stato chiuso l’unità di terapia intensiva neonatale, dovendo finire a Bari in caso di necessità. Penso che accanto a tutto questo vadano valorizzate anche le risorse naturali di questo nostro territorio, climatiche, paesaggistiche, culturali, dando spazio e opportunità ai nostri artigiani. Avverto come improcrastinabile una politica che consenta alla nostra regione di essere ripopolata perché demograficamente ha la popolazione fra le più vecchie della nazione. Si deve incentivare i nostri giovani a ritornare in Puglia, perché fanno carriere importanti al Nord; bisogna farli ritornare, focalizzando l’attenzione anche sulle università; per esempio: perché l’Università di Taranto deve dipendere da Bari? Perché mancano corsi di laurea che forniscano le competenze richieste dal mondo del lavoro del territorio? Perché bisogna andare al Nord a studiare e non rimanere qui?”.
Ma nelle parole dell’avvocato martinese c’è anche spazio per la questione agricola, nota dolente per il Governo regionale uscente: “Urge vicinanza concreta agli agricoltori: il problema non è solo la Xylella per l’olivicoltura. Ricordiamo che molte aziende agricole sono chiuse perché attendono da anni risarcimenti per calamità naturali mai arrivati. Le attività produttive agricole di qualsiasi dimensione devono poter accedere facilmente al credito e a finanziamenti europei, possibilità che Emiliano si è lasciato sfuggire, non intercettando i fondi disponibili per mancanza di programmazione nel piano di sviluppo rurale”.