Carcere di Taranto, detenuto psichiatrico aggredisce agenti di polizia penitenziaria

Un detenuto con gravi disturbi psichiatrici ha aggredito alcuni agenti nel carcere di Taranto. L’episodio è stato denunciato dal Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, il 18 giugno 2025. L’uomo ha 30 anni ed è originario del brindisino. La vicenda evidenzia ancora una volta le difficoltà nella gestione dei soggetti fragili all’interno delle carceri italiane.
L’uomo era stato arrestato per reati contro il patrimonio. Negli ultimi mesi ha compiuto numerosi atti di autolesionismo, ingerendo lamette, cucchiai e pile. Dopo diversi ricoveri ospedalieri, ha fatto ritorno nella struttura penitenziaria. Durante l’ultimo episodio ha aggredito verbalmente e fisicamente il personale. Ha anche danneggiato la cella e le stanze degli ospedali dove era stato curato.
Carcere di Taranto: mancano strutture per i detenuti psichiatrici
Il provvedimento giudiziario disponeva il ricovero del detenuto in una comunità psichiatrica riabilitativa. Tuttavia, la carenza di posti disponibili ha reso impossibile il trasferimento. Il personale penitenziario si ritrova così ad affrontare ogni giorno una situazione pericolosa.
“Non possiamo neanche avvicinarlo – spiega il Sappe – perché rischiamo l’accusa di tortura“. Il sindacato chiede un intervento urgente da parte della magistratura di sorveglianza. “Il carcere deve offrire una possibilità di recupero, non diventare un manicomio”.
Il Sappe lancia l’allarme sul carcere di Taranto
Il sindacato denuncia un problema strutturale che riguarda molte carceri italiane. Sempre più detenuti con problemi mentali vengono affidati a strutture non adatte al loro trattamento. Il personale si ritrova spesso da solo a gestire casi complessi, senza supporti specialistici.
Secondo il Sappe, servono risposte istituzionali rapide. “Queste situazioni mettono in pericolo sia gli agenti che gli altri detenuti”, avverte il sindacato.
La magistratura di sorveglianza sta valutando il caso. Potrebbe disporre un nuovo ricovero in una struttura sanitaria adeguata. Il Sappe rinnova l’invito alle autorità: servono azioni concrete per garantire sicurezza e dignità all’interno delle carceri.