Fra San Vito e Carovigno migranti del Cas ripetutamente aggrediti e picchiati. La denuncia.
Hanno vissuto per mesi come un incubo il tragitto di rientro presso la comunità in cui vivono, sapendo di poter andare incontro ogni volta, ogni notte, a violenze del tutto gratuite, verbali e fisiche.
Si tratta di molti fra i richiedenti asilo del Centro di Accoglienza Straordinaria, il Cas “Green Garden” posto fra Carovigno e San Vito dei Normanni, occupati nei locali e nei ristoranti dei due paesi con mansioni di camerieri ed addetti alle pulizie. Finito il turno di lavoro, inforcano la loro bici o salgono sui loro monopattini e percorrono con una debole lucina la strada provinciale che collega le due cittadine per fare rientro nella struttura che li accoglie.
Lo fanno a proprio rischio e pericolo, poiché alcuni nel corso degli anni sono stati purtroppo investiti e uccisi da automobili che non sono riusciti a scorgerli o a evitarli, e perché è comunque stata una decisione assai discutibile quella di porre una struttura di questo tipo, con un tipo di utenza che la percorre con mezzi di fortuna giorno e notte, su una strada extraurbana molto trafficata, che i migranti percorrono in massa, chi per andare a lavorare nelle campagne chi per andare a lavorare nel settore della ristorazione.
La posizione isolata di queste strutture di accoglienza ha purtroppo fatto sì anche che queste persone potessero diventare oggetto delle “attenzioni” di persone del luogo assai poco raccomandabili che, approfittando del buio, affiancavano i migranti lungo la strada deridendole, facendole cadere con le loro automobili e poi arrivando anche a picchiarle, con pugni, calci e spranghe.
Una quindicina fra loro hanno dovuto fare ricorso alle cure dei sanitari, rimediando anche prognosi severe. Trattandosi quindi di fenomeni non isolati, è stato doveroso sporgere denuncia presso la stazione dei Carabinieri di Carovigno, supportati in questo certamente dagli operatori del Centro che li accoglie, ma anche dalla Comunità Africana della provincia di Brindisi, a nome della quale il presidente Drissa Kone (nella foto di copertina) ringrazia le forze dell’Ordine che si stanno attivando per individuare i responsabili.
“Abbiamo ritenuto fondamentale sostenere e accompagnare i ragazzi nella scelta della denuncia. Le autorità competenti sono a conoscenza di questa allarmante situazione e hanno avviato indagini per identificare gli aggressori e porre fine a questa serie di episodi di violenza e razzismo. Solo attraverso un’azione sinergica delle istituzioni, della società civile e di ogni singolo cittadino sarà possibile contrastare efficacemente questo fenomeno e scongiurare il ripetersi di simili episodi per il futuro”.
L’auspicio di Kone è quantomai condivisibile, essendo doveroso occuparsi della questione migratoria con la dovuta attenzione, combattendo gli scafisti e accogliendo coloro i quali fuggono da situazioni di grave pericolo e/o che dimostrano di avere le risorse e la volontà per inserirsi nella legalità, ma al tempo stesso perseguendo azioni improntate al più feroce e bieco odio razziale.