Ex Ilva, strappo con Confindustria. Le aziende appalto formano un Comitato
Diverse grandi imprese dell’indotto ex Ilva si sono dimesse da Confindustria Taranto formando un Comitato che parteciperà ai successivi tavoli di confronto convocati dal Ministero.
“Attaccare questa fabbrica – affermano – è una follia. E’ invece saggio difenderla aiutando a migliorarla. Per questo abbiamo lanciato messaggi di allarme al Governo e al Parlamento”. Si tratta del cartello di aziende che aveva difeso strenuamente l’ultimo decreto salva-Ilva e censurato le iniziative di mobilitazione dei sindacati e le prese di posizione degli enti locali prima del vertice ministeriale del 19 gennaio scorso. Il loro documento era stato criticato dal presidente di Confindustria Taranto Salvatore Toma che, insieme al presidente regionale Sergio Fontana, invitava ad assumere una linea comune e ad evitare le divisioni. La spaccatura è stata certificata dopo l’ultimo consiglio generale dell’associazione degli industriali. Le aziende “dissidenti” fanno sapere che nel corso del Tavolo sull’ex Ilva di qualche giorno fa “ha ufficialmente fatto il suo debutto il ‘Comitato aziende indotto Adi e grandi imprese’. Tutte le aziende dell’indotto associate a Confindustria Taranto si sono dimesse in massa dopo aver constatato che occorre aprire una fase nuova”.
Lo stesso Comitato osserva che “a peggiorare il clima e l’incertezza ha contribuito l’inerzia della rappresentanza della Confindustria tarantina, che distratta e disorientata, aveva ormai derubricato in una routinaria questione tra semplici privati, le problematiche complesse della Metalmeccanica e della Siderurgia, delegandole alla competenza regionale e a loro dire nazionale”. Il cartello di imprese annuncia che parteciperà ai successivi incontri ministeriali che saranno “finalizzati – sostengono – allo sviluppo dell’Accordo di Programma e alla verifica passo dopo passo dell’avanzamento dei cronoprogrammi per la ripartenza e la decarbonizzazione di Acciaierie d’Italia”. (ANSA).