Tenute Girolamo, la qualità nel segno del Conte
Non c’è dubbio che quello attuale sia uno dei momenti più difficili della nostra economia. Il destino della Puglia è nelle nostre mani.
Questa settimana iniziamo una campagna per invitarvi a scegliere i prodotti pugliesi e soprattutto quelli di qualità. Incontreremo alcune tra le migliori aziende pugliesi e, visto che ci avviciniamo al Natale, partiamo da uno dei prodotti che non può mancare sulle nostre tavole: il vino. Questa settimana ne abbiamo selezionato uno che abbiamo potuto degustare ed apprezzare. E’ un vino eccezionale prodotto da una delle migliori cantine della Valle d’Itria: Tenute Girolamo, rinomata oramai in gran parte del mondo. Una azienda che ha conquistato addirittura il mercato asiatico.. Si racconta che in tempi lontani il Conte Giangirolamo II di Acquaviva D’Aragona si impossessò del Feudo per mezzo di bandi, richiamò a sé i mezzadri delle vicine terre e promise loro ingenti privilegi. In cambio, però, avrebbero reso fertili le terre adiacenti e adornato il vicino borgo di Alberobello. Il progetto del Conte fu adottato per contrastare il divieto imposto dal Re di Spagna, il quale esigeva da ogni mezzadro il pagamento di un tributo, per ogni centro urbano eretto. Il Conte, dall’animo nobile, disobbedì e, a tale imposizione, invitò i mezzadri a costruire delle “casedde” a secco impiegando la sola pietra calcarea senza l’ausilio di malta, in modo da consentirne il repentino disfacimento. Passarono gli anni e il Re di Spagna venuto a conoscenza del misfatto ordinò ai suoi sudditi di ispezionare il tanto raccontato borgo, pretendendo il pagamento dell’imposta tributo. Ma il Conte per sfuggire all’irragionevole pretesa, ordinò l’abbattimento delle tanto decantate “casedde” , spargendo in ogni dove le pietre adoperate e invitanto i suoi abitanti ad allontanarsi da quel borgo.
Il regio ispettore sopraggiunse, ma nulla vide e la famigerata pretesa nulla rese.
Da quel genio e folle coraggio dei nostri mezzadri le casedde divennero quelli che oggi sono celebrati in tutto il mondo: “trulli” rinomatamente apprezzati e riconosciuti come patrimonio dell’umanità. E’ stata questa leggenda ad ispirare molto probabilmente le Tenute Girolamo quando hanno deciso di iniziare la produzione di un vino straordinario, tanto quanto l’elevata qualità. Quello dedicato al Conte è in pratica in connubio tra le radici del primitivo e il negramaro, esattamente al 50%, su circa 12.400 ceppi. Un densità molto intensa. Si riesce a fare a meno di un litro, per ogni metro quadro di foglie. Un nettare che definire unico ed eccezionale è riduttivo.
Questo vino ha delle caratteristiche speciali. Le radici delle piante di primitivo e negramaro entrano in competizione. Ciò significa che si toccano tra di esse e vanno in competizione. Questi vitigni fanno meno uva, ma concentrata e di qualità.
Si riescono a fare solo 700 grammi di uva per pianta a metro quadro. Meno di un litro.
Queste piantagioni sono a Santa Rosa, un appezzamento di circa 34 ettari tra Alberobello e Martina Franca. Sono grandi vigneti situati nella Valle D’Itria, dove tutto viene ancora fatto con gli antichi procedimenti rurali, esattamente come un tempo. L’abilità dei contadini sta nel saper sfruttare ogni parte del terreno, non avendo la possibilità di entrarci con i trattori.
Questa azienda è nata nel 2004, ma soltanto dopo tre anni e tanti esperimenti, ha potuto mettere in produzione il nettare sgorgato dai tini. Il primo restyling della linea è avvenuto nel 2012, quando l’azienda decide di usare il monovitigno. Quarantadue ettari per una produzione d’alta qualità. Nei primi anni, la cantina si è scontrata con un mercato concentrato sulla concorrenza e sul prezzo più basso, ma la Tenute Girolamo si è immediatamente discostata da questa strategia, perseguendo l’assoluta qualità ed il tempo le ha dato ragione.
Abbiamo parlato del Conte Giangirolamo, un vino fatto da uve primitive e da negramaro, poi abbiamo il Monte tre Carlini, una contrada in territorio di Martina Franca seppure a pochi chilometri da Alberobello, dove viene prodotto il negroamaro. In un’altra contrada denominata Coda Lunga, si produce l’Aglianico, a Pizzorosso il primitivo e a Monte dei Cocci ci sono tutti i vitigni.
un territorio eccellente. I terreni sono a 450 metri sul livello del mare. Equidistanti a 20 chilometri sia dallo Jonio che dall’Adriatico. Sono terre piene di boschi che consentono temperature ideali ed escursioni termiche elevate. Insomma ideale per fare vino, anche se spesso ignorato da investimenti adeguati da parte degli agricoltori. Grazie all’altezza, il terreno è fresco, per questo non c’è acidità, grazie al Ph alto. Nella sua storia vinicola, Martina Franca è stata famosa per i suoi ottimi bianchi, grazie all’acidità ed al suo Ph, del quale i vini rossi hanno bisogno in quanto in assenza possono invecchiare.
Sono tanti i riconoscimenti conseguiti da Tenute Girolamo e non solo in Italia come al Vinitaly. Migliaia sono stati i contatti con gli operatori di tutto il mondo. Come già detto, Tenute Girolamo ha consolidato la sua presenza in Cina, nella quale oggi esporta la maggior parte della sua produzione. Questo è tutto dire, visto che il Paese del Dragone è diventato la prima potenza economica mondiale. Tenute Girolamo è presente in circa 30 paesi sia dell’Europa che del nord America.
Il sogno dell’azienda vinicola pugliese è quello di perseguire la più elevata qualità che si possa raggiungere. Parola di Conte.