Come disintossicarsi da facebook
Qualche giorno fa, in una intervista su una rete nazionale, Fiorello ha detto: “Sul social riversiamo solo odio, rabbia e rancori”. Quanto è vero. Mi direte: “Non ha inventato certamente l’acqua calda”. Otto post su dieci su facebook sono esternazioni che rasentano l’odio. C’è un altro aspetto da considerare, facebook è diventato una dipendenza paragonata a quella da alcol o droghe, ma addirittura peggiore. Chi fa uso di droghe e alcol, per alcuni momenti ha delle sensazioni di benessere ed euforia, ovvero trova in quella cosa ciò che lo fa star bene. Ma avviene anche per Facebook? La persona sceglie un piacere temporaneo come negli altri tipi di dipendenze, perde il controllo sul proprio comportamento, vivendo in funzione della possibilità di collegarsi alla rete. Alcune persone che soffrono di depressione, isolamento o disturbi d’ansia credono di risolvere le loro problematiche utilizzando Facebook. Il mondo virtuale diventa un posto in cui si sentono più sicuri e tranquilli perché nascosti dallo schermo e non esposti ai rapporti umani reali.
I recenti dati sostengono che in Italia sono attive al mese su facebook ben 30 milioni di persone, di cui 28 milioni si collegano tramite cellulare. Queste ultime le vedi attive in ogni luogo ed in ogni occasione. Per strada, in auto, mentre attraversano le strisce pedonali, sul posto di lavoro, in treno, in bus, ma quello che è più grave: in casa. Una volta, la prima cosa che ci si faceva al mattino era il segno della croce, oggi si va su facebook. Nemmeno il buongiorno alla propria moglie o il bacio ai figli al loro risveglio, magari si preferisce fare gli auguri per il compleanno di uno che non si conosce nemmeno che a sua volta si inebria di tanta considerazione e ringrazia commosso per il tempo che gli è stato dedicato. Diventa allucinante quando un congiunto muore. Non si provvede a chiamare l’impresa funebre ma a parlargli direttamente sulla rete, magari non lo si faceva da tempo realmente o nemmeno si andava a trovarlo, ma l’intento è quello di dire a tutti: fatemi le condoglianze. Consideratemi. Facebook ha limitato i rapporti in famiglia. Continuando così si arriverà a scrivere un messaggio alla propria moglie per dirle: fammi il caffè. Nessuno può dire che non è così, siamo tutti delle vittime, nessuno escluso. Il nostro cervello viene condizionato dal social anche per chi dobbiamo votare o, attraverso i cookies possono monitorare le azioni esatte effettuate durante la navigazione, come ad esempio quali articoli si sceglie di ignorare, quali attirano l’attenzione e vengono letti e cosa viene cliccato e condiviso. Insomma, se per caso abbiamo fatto una ricerca di un albergo a Roma, da quel momento sul nostro computer appariranno tante offerte di hotel a Roma.
Io, mio malgrado, sono diventato un esperto di social marketing che ho utilizzato nella mia professione, come quando ho organizzato degli eventi diventati di grande successo, ma è anche vero che ad un certo punto ne sono diventato una vittima, fino a quando ne ho preso consapevolezza. Da qualche tempo ho iniziato a disintossicarmi, prima dell’uso del cellulare che ho quasi sempre in modalità silenziosa. Non rispondo quasi mai. Richiamo io se è il caso. Riguardo i social, uso facebook a volte come diario: posto foto delle mie nipotine, scrivo delle cose che mi vengono a volte in mente. Non mi avventuro più in discussioni. E’ possibile disintossicarsi da facebook. Bisogna iniziare spezzando il cerchio e decidere di dedicargli soltanto alcuni momenti precisi: un’ora la sera, un’ora nella pausa pranzo, ad esempio. Basta. Quando poi la sofferenza si fa più acuta, e ci si accorge di non riuscire a vivere senza quello specchio, allora è il caso di chiedere aiuto. E quasi sempre la disintossicazione passa attraverso una riappropriazione della vita reale. Una passeggiata con un amico ad esempio, piuttosto che cinquemila contatti e qualche centinaio di “mi piace” su Facebook.
La nostra vita è già abbastanza breve, ridurla ulteriormente con ore, giorni, mesi ed anni sprecati su una rete non mi va proprio. Bisogna imparare ad usare il social, evitando di farsi usare da lui e da coloro che si approfittano di questo.