Brindisi – Una fiaccola per Jako, il cane bruciato vivo perché abbaiava troppo
SAN PIETRO VERNOTICO- Si è svolta alle 17 di oggi, 17 novembre, la fiaccolata in ricordo di Jako, il Siberian husky di 7 anni legato e dato alle fiamme perché abbaiava troppo. Il vile episodio ha lasciato sgomenta un’intera comunità per l’assurdità e la crudeltà del gesto. Perciò, i cittadini hanno voluto dare una risposta collettiva a quest’esplosione di violenza inaudita.
Sono state decine le persone che, con la loro presenza, hanno voluto lanciare un chiaro messaggio di sensibilizzazione contro i maltrattamenti degli animali e l’odio che si annida dietro fatti di questa natura. Promotrice dell’evento, l’associazione “Le Orme Puglia” che si fa carico delle adozioni e delle cure di cani e gatti randagi.
Una fiaccolata pacifica, senza scompostezze ma con grande senso civico. Gruppi di cittadini con bambini al seguito, rappresentanti degli “Animalisti Italiani”, volontari e amministratori comunali, si sono ritrovati in piazza del Popolo e da lì si sono mossi reggendo striscioni ed esibendo bandiere animaliste, percorrendo quasi per intero la via Lecce in un luccichio di candele. Il tutto coordinato dal lavoro della locale protezione civile e della polizia municipale.
In maniera silenziosa e ordinata, il corteo si è poi raccolto nella grotta della Madonna, dove al volo di una lanterna a forme di cuore liberata in cielo è seguito un lungo applauso per Jako. Attimi di vera e sentita commozione per tutti, soprattutto per i volontari, ogni giorno alla prese con situazioni emergenziali che riguardano randagi, abbandonati o maltrattati.
Al corteo hanno preso parte anche il sindaco Pasquale Rizzo e una parte dell’assise comunale.
“Questa manifestazione deve far riflettere su alcuni comportamenti che sono veramente deprecabili, assolutamente non tollerabili- ha affermato il primo cittadino- Per cui è stato importante dare questo segnale. San Pietro credo rappresenti qualcosa di differente rispetto a quello che all’esterno può apparire.”
Lo stesso Rizzo ha poi confermato quanto precedentemente dichiarato in un post su facebook. “Ci sarà momento in cui ci costituiremo parte civile per far vedere che il paese assolutamente non accetta questo tipo di situazioni e comportamenti.”
Resta la massima fiducia nel lavoro della magistratura, attualmente impegnata in indagini approfondite sul caso. Qualcuno, la notte tra l’uno e il 2 novembre, si sarebbe introdotto sul terrazzino al primo piano dell’abitazione in cui si trovava Jako, lo avrebbe legato e gli avrebbe dato fuoco con uno straccio impregnato di benzina. Per non far fuggire il cane, avrebbe anche bloccato la porta con un armadio. A dare l’allarme sarebbe stato un vicino che avrebbe sentito odore di bruciato. Jako è stato quindi affidato immediatamente alle cure del veterinario De Rocco e trasferito in una clinica di Bari. A causa delle gravi ustioni, dopo dieci giorni, il suo cuore però ha smesso di battere.
Attualmente non ci sarebbe indagati, ma le indagini mirate a individuare l’autore continuano serrate nello stretto riserbo.