Taranto, esequie Federica Trani – Monsignor Santoro: “Con la donazione degli organi avete riseminato la sua vita in altre vite in pericolo”
Carissimo don Eligio,
non potendo prendere parte alle esequie di Federica, desidero paternamente rendermi presente all’affetto dei suoi cari e a tutta la comunità grottagliese.
Porto a ciascuno il cuore stesso di Gesù che non si allontana mai dal cuore degli uomini ed è più vicino a noi proprio nei momenti di grande sconforto e di smarrimento.
La morte pone di fronte a noi la preziosità della vita e la fragilità della custodia dell’esistenza che ci è consegnata da Dio. Non moltiplichiamo le parole, ma facciamo risuonare la Parola di Dio, la sola che può essere Spirito e Vita che può restituirci pur nello strazio la speranza che ci rincontreremo con i nostri defunti perché Gesù ha vinto la morte. Quella promessa che il Creatore ha pronunciato con la nascita di Federica non verrà meno nel cuore del Risorto primizia dei battezzati.
Guardando alla luce del cero pasquale, segno delle tenebre rischiarate dalla Pasqua penso al gesto di generosità e di ancoraggio al futuro che mamma Sabrina e papà Maurizio hanno praticato disponendo la donazione degli organi di Federica così da riseminare la vita della loro figliola in altre vite in pericolo.
Abbraccio nella preghiera il fratello Andrea e la nonna Lucia in questi giorni tremendi in cui però non manchi il conforto della fede.
Infine voglio rivolgermi alla scuola e in particolare ai ragazzi, agli amici e alle amiche di Federica.
Cari Ragazzi nelle vostre fragili ed esuberanti esistenze è depositato il regalo di Dio, la vita. Essa è l’opportunità per eccellenza e tante volte non ne capiamo il valore. Oggi ne intuite la grandezza nel dolore della perdita di una vostra amica. Siate custodi del dono, siate prudenti, fidatevi di chi vi consiglia di non sprecarlo e di viverlo bene.
Vi invito soprattutto a scoprire con Federica un vincolo di amicizia nuova, quello della fede e della preghiera, che nel grande amore di Gesù non sparisce nel vuoto, ma si rannoda sempre perché tutta la vita chiede l’eternità.
Vorrei essere vicino a tutti voi enel Signore risorto vi abbraccio e vi benedico.
Il vostro arcivescovo
+ Don Filippo