Taranto – Delitto Scazzi. Sabrina Misseri chiede di andare in convento. Ma arriva il no dei giudici
Confermata la scorsa estate in appello, la condanna all’ergastolo per il brutale omicidio di Sarah Scazzi, Sabrina Misseri e Cosima Serrano, chiedono di scontare la pena ai domiciliari, rispettivamente presso un convento e presso una casa famiglia in centro Italia. L’istanza è stata presentata dai legali delle due donne, Nicola Marseglia e Franco Coppi per la Misseri, e Luigi Rella e Franco De Jaco per Cosima Serrano, ma respinta dal Tribunale di Taranto, in quanto la misura dei domiciliari, nel caso di Sabrina, non sarebbe adeguata – secondo la Corte d’Assise d’Appello – a contenere gli impulsi aggressivi della stessa, che non avrebbe ancora compreso le ragioni del gesto omicida nei confronti di Sarah.
La Corte d’Assise d’Appello dunque, lo scorso 4 aprile, ha rigettato l’istanza dei legali delle due donne, considerata la gravità dei fatti. Sabrina Misseri, detenuta presso la Casa Circondariale di Taranto dall’ottobre del 2010, ha presentato ricorso mediante i suoi difensori, e sarà discusso il prossimo 3 maggio. La Corte d’Assise d’Appello, motivando il diniego alla Misseri, ha affermato che “il soggiorno presso l’istituto religioso non è una misura idonea e compatibile con la pericolosità sociale dell’imputata”.
Cosima Serrano invece, non ha ancora presentato alcun ricorso. Nel frattempo, sta per avere inizio l’altro processo per l’inchiesta bis sul delitto di Avetrana, nel quale sarebbe coinvolto anche Ivano Russo, oggetto del desiderio di Sabrina, e conteso con la cugina Sarah. Tra gli altri, spunterebbero in questo secondo processo, la madre di Ivano Russo, suo fratello e l’ex fidanzata, con l’accusa di aver mentito, affermando che quel 26 agosto, Ivano si trovava a casa.
Ancora, in questo secondo processo, risulta indagato anche Michele Misseri, autoaccusatosi dell’omicidio della nipote, dunque accusato di autocalunnia.
Per Sabrina Misseri si attende una sentenza definitiva, e se questa non arriverà entro l’ottobre 2016, tornerà in libertà per decorrenza dei termini. La Cassazione dovrebbe esprimersi non appena la Corte d’Assise d’Appello non avrà depositato le motivazioni della condanna all’ergastolo.