Brindisi- Incendio Centro Casalinghi. Vincenzo Di Castri: “ Denunciati come se fossimo stati noi ad appiccare il fuoco”
Forza lavoro decimata, una denuncia alle spalle, oramai archiviata in quanto infondata, e con solo la voglia di poter ricominciare senza per questo andare a discapito degli onesti lavoratori. Ecco il racconto di Vincenzo di Castri.
A distanza di quasi tre anni e mezzo dal rogo che ha messo in ginocchia l’azienda Centro Casalinghi srl della zona Pip di Francavilla Fontana, per Vincenzo e Pompeo Di Castri, titolari della società, poco è cambiato.
La loro impresa, il 17 luglio del 2012, fu quasi interamente rasa al suolo da un incendio sprigionatosi nel capannone interno della struttura. I carabinieri della stazione di Francavilla indagarono a 360 sulle cause, senza escludere alcuna pista, dal racket, al corto circuito, fino a giungere alle prime risolutive conclusioni, come ci fa sapere uno dei dirigenti, Vincenzo Di Castri, smentendo ogni ipotesi: “E’ stato un incendio accidentale, c’era tanto vento e la temperatura era alta.”
Dunque nessun dolo o gesto intimidatorio. Secondo la dirigenza, le fiamme si sarebbero sprigionate a causa dell’innalzamento della temperatura all’interno dello stabile e sarebbero state poi alimentate dal forte vento.
L’enorme colonna di fumo che si sprigionò dal rogo fece suonare anche il campanello d’allarme per il problema diossina. Le prime rassicurazioni giunsero proprio dai tecnici Arpa chiamati ad effettuare i rilievi e per i quali non ci sarebbe stato nessuno sversamento di sostanze tossiche nell’aria. Dello stesso parere è il dirigente francavillese che, a riguardo, commenta così: “Non c’è niente, non c’è niente, il forte vento ha portato tutto via”
Quello che i Di Castri sono riusciti a ricostruire dopo aver perso quasi l’80% della loro attività è stato possibile grazie ai risparmi di una vita e alla volontà di riconquistare la stabilità lavorativa di una società creduta estinta nel fuoco. Il Centro Casalinghi della Città degli Imperiali, ad oggi, invece è in funzione, ma con non poche difficoltà cui far fronte.
Gli ingenti danni causati dalle fiamme, infatti, ammonterebbero a circa 10milioni di euro e il futuro occupazionale dell’intera maestranza è stato seriamente messo a rischio.
La Srl è riuscita, infatti, a salvare solo 40 dei 120 dipendenti a carico, gli altri 80 sono stati licenziati. Una scelta forzata visto che la UnipolSai Assicurazioni Spa, compagnia assicurativa cui i Di Castri si sono rivolti per l’indennizzo, ad oggi, non ha liquidato nemmeno 1 euro.
“Siamo stati denunciati come se fossimo stati noi a mettere fuoco ai magazzini- ci spiega l’intervistato- a distanza di due anni, però, è stato tutto archiviato per infondatezza del reato. E’ uno schema dell’assicurazione per non pagare.”
Perfino il perito nominato dalla compagnia per i rilievi del caso, l’ingegnere Dario Cavallo, è stato sostituito dal professionista Mario Cavallo. L’imprenditore ha dei dubbi anche su questa faccenda, e commentata così: “Un altro schema per non pagare, per far iniziare tutto da capo un’altra volta.”
Intanto i lavoratori, affiancati dal rappresentante sindacale territoriale della UIL Cosimo Nicolazzo, chiedono di far luce sul caso, invocando anche l’intervento della Procura della Repubblica di Brindisi. Il sig. Cosimo Nicolazzo si è riservato di chiedere un incontro con il Sindaco di Francavilla Fontana e con il Prefetto di Brindisi, se non ci saranno sviluppi positivi della vicenda.