PROVVEDIMENTO DI “FERMO” EMESSO DALLA GUARDIA COSTIERA DI TARANTO NEI CONFRONTI DI UNA NAVE MERCANTILE PER GRAVI CARENZE DAL PUNTO DI VISTA DELLA SICUREZZA DELLA NAVIGAZIONE
Nel quadro del più ampio ventaglio di competenze che vede fortemente impegnato il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, tutte sostanzialmente orientate alla tutela della vita umana in mare e dell’ambiente marino e costiero, una delle attività che il personale del Corpo svolge a livello internazionale, attestandosi ai primissimi livelli per competenza e professionalità, così come riconosciuto in più occasioni da Istituzioni governative estere e Organizzazioni internazionali, è quella del controllo e monitoraggio del naviglio mercantile ai fini di salvaguardia della sicurezza della navigazione in senso lato, funzione che il Corpo esercita, in ogni parte del mondo, attraverso propri militari altamente specializzati rivestiti della c.d. qualifica di Ufficiali “Port State Control”, con il fine di accertare che il naviglio mercantile battente bandiera estera che giunge nel nostro porto, nonché il naviglio mercantile nazionale in giro per il mondo, risponda a quei parametri di sicurezza riconosciuti dalla comunità internazionale quale livello minimo di sicurezza.
Tale attività, di recente ha registrato un ampliamento del potere di controllo degli ispettori nei confronti del naviglio mercantile di qualsiasi Stato, proprio grazie all’entrata in vigore della Convenzione internazionale sul lavoro marittimo n. 186, cosiddetta MLC 2006, di cui l’Italia è paese firmatario. Infatti, a seguito di ciò, il Governo ha approvato in sede preliminare un provvedimento di attuazione della Direttiva 2013/38/Ue relativa al controllo in materia di sicurezza e di salute a bordo del naviglio mercantile, che di fatto tende ad ampliare e rafforzare i poteri di controllo degli ispettori autorizzati del Corpo delle Capitanerie di Porto, focalizzando l’attenzione sul fattore umano, al fine di garantire agli equipaggi un ambiente di lavoro sicuro e dignitoso ma al contempo pretendendo dagli stessi, alti standard formativi e qualitativi. Difatti, questa Convenzione segna una svolta nella storia marittima, frutto del dialogo tripartito (armatori, rappresentanti dei lavoratori e autorità governative) e della cooperazione internazionale, poiché la stessa Convenzione promuove condizioni di vita e di lavoro dignitose per i marittimi e un’equa concorrenza fra armatori in uno dei settori più globalizzati, poichè le navi dei paesi che ratificano la Convenzione e che si impegnano a mantenere condizioni di lavoro dignitose per i marittimi, saranno protetti contro la concorrenza sleale da parte di navi non conformi e beneficeranno di un sistema di certificazione che eviterà l’attesa dovuta alle ispezioni nei porti stranieri.
La normativa di recente introduzione, prevede quindi che l’Ufficiale PSC oltre a segnalare le carenze al comandante della nave, riscontrate in sede di visita, pretendendone l’eliminazione entro termini stabiliti, in caso di condizioni di vita e di lavoro a bordo che rappresentino un grave pericolo per le persone, la nave stessa e l’ambiente marino, provveda al “fermo” della nave nel porto, sino al ripristino delle condizioni prescritte dalla legge.
E’ proprio nel corso di queste visite ispettive, molto complesse sia dal punto di vista tecnico che operativo, tanto da richiedere spesso diversi giorni per la loro definizione, anche per i costanti contatti che l’attività comporta con le Autorità Consolari di bandiera della nave, che il Nucleo specializzato in forza alla Capitaneria di porto di Taranto, ha adottato un provvedimento di “fermo” ai sensi della normativa internazionale di riferimento nei confronti di una nave mercantile di tipo “General cargo” battente bandiera lituana giunta nel nostro porto per svolgere operazioni commerciali.
Il provvedimento di fermo è stato adottato in quanto l’unità, a seguito dell’ispezione è risultata in condizioni c.d. sub-standard, rispetto a quanto previsto dalle norme, per le gravi carenze, sotto l’aspetto della sicurezza della navigazione riscontrate nel corso delle stesse ispezioni.
Finalità del provvedimento di fermo non è solo, ovvero non è tanto quella di carattere sanzionatorio, ossia di bloccare la nave che non ha rispettato le norme internazionali, quanto quella di impedire, a scopo preventivo, che la stessa possa riprendere la navigazione prima di eliminare tutte le deficienze in modo da non inficiare la sicurezza della navigazione in senso lato.
Al momento l’unità risulta quindi bloccata nel porto di Taranto, in attesa dei controlli da parte degli ispettori del Registro di Classifica, responsabili del rilascio della certificazione di sicurezza per conto dello Stato di bandiera, una volta eliminate le deficienze riscontrate.
In più l’unità di che trattasi è stata oggetto di un provvedimento di “sequestro conservativo” emesso dal Tribunale di Taranto, che va quindi ad aggiungersi al “fermo” amministrativo disposto dall’Autorità marittima, per crediti non onorati assunti dall’armatore della nave mercantile in relazione all’esercizio della stessa unità.
A testimonianza del grande lavoro che il personale della Guardia Costiera svolge in questo delicato settore di specifica competenza, quale quello della salvaguardia della sicurezza della navigazione in senso lato, aspetto che come accennato riguarda anche le condizioni di lavoro a bordo da parte del personale navigante imbarcato, si riportano i dati dei risultati complessivi conseguiti nel settore dal Comando di Taranto nel corso del decorso anno 2014, in cui a fronte di 44 navi ispezionate, 5 sono state “detenute” per diversi giorni a seguito di complessive 237 gravi deficienze riscontrate e fatte eliminare.