Cannabis terapeutica, “un farmaco che ne sostituisce cento”
A Grottaglie convegno sugli “Effetti benefici della cannabis terapeutica”
Se la cannabis non fosse mai stata “messa all’indice delle piante proibite”, forse ci ritroveremo a parlare di altro. Ma la storia si è evoluta in quella direzione e riscriverla in positivo è possibile. Con gli opportuni distinguo, ovviamente, tra cannabis terapeutica e cannabis “ricreativa”, come è più volte stato fatto notare nel convegno “Effetti benefici della cannabis terapeutica” tenutosi lo scorso sabato 22 novembre presso l’Auditorium del Liceo Artistico “V.zo Calò” di Grottaglie e organizzato da “Vite da ColoRare”, Associazione Jonica Malattie Rare e Neurologiche Gravi, fondata dal prof. Massimo Quaranta, padre di Serena, una bambina affetta da una rarissima patologia non descritta in letteratura medica scaturita dalla mutazione del gene CDKL5.
In apertura sono intervenuti il sindaco di Grottaglie, Ciro Alabrese, il presidente dell’Associazione “Vite da ColoRare”, Massimo Quaranta, poi il consigliere regionale, Sergio Blasi, promotore della Legge Regionale “Introduzione di sperimentazione di medicinali da cannabinoidi attraverso la promozione di progetti pilota”, il dr. Alessio Mercurio, Neurologo e libero ricercatore presso il Dipartimento di Neurologia e Psichiatria dell’Università “La Sapienza” di Roma, l’assessore alla Sanità e al Welfare della Regione Puglia, Donato Pentassuglia e in chiusura Lucia Sipri, William Verardi e Andrea Trisciuoglio, rispettivamente presidente, componete, e vice presidente dell’associazione “LapianTiamo” di Racale, nata “con lo scopo di facilitare l’uso terapeutico della canapa medicinale ad ogni paziente affetto da patologia e offrire supporto, informazioni e idee utili per affrontare il duro percorso della malattia”, si legge sul sito web dell’associazione.
Due ore di convegno di certo non sono bastate ad indagare nell’interezza la questione, ma notevoli e interessanti sono stati gli spunti offerti dai vari convenuti. Partiamo dunque da una realtà già ampiamente conosciuta, ma che purtroppo si scontra contro il muro del pregiudizio: la cannabis, per molte malattie, può essere un farmaco vero e proprio. La strada da fare, tuttavia, è ancora lunga. Ma la Regione Puglia ha dato una svolta con l’approvazione della suddetta L.R. n. 33/2014 con la quale si consente l’avvio di progetti pilota per la sperimentazione, in collaborazione con lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, o con altri soggetti autorizzati, secondo la normativa vigente, a produrre medicinali cannabinoidi. Oggi, infatti, acquistare un farmaco all’estero costa tra i 15 e i 20 euro al grammo, in questo modo si avrebbe un sostanziale abbattimento dei prezzi, con un notevole risparmio per le casse dello Stato di circa dieci volte quel costo. Risparmio che, ovviamente, ci sarebbe soprattutto per il paziente. “Un salto di civiltà straordinario” lo ha definito il consigliere regionale Sergio Blasi, ma che rischia di non essere mai fatto. Infatti il centro di ricerca di Rovigo, unico istituto dove la canapa indica – varietà illegale in Italia – può essere coltivata legalmente per fini scientifici, è a rischio chiusura per colpa della spending review leggi qui.
Farmaci a base di cannabis esistono già da anni e sono acquistabili in farmacia (grazie ad una recente legge) sotto forma di preparati magistrali, cioè confezionati dal farmacista su richiesta dei fruitori che presentano prescrizione del medico. Purtroppo la procedura per acquistare tali farmaci in Italia è complicata, molti sono i medici che non li prescrivono “più per pregiudizi che per reali problematiche connesse all’impiego di cannabinoidi”, come afferma proprio il dott. Mercurio in una intervista su marieclaire.it. Il Neurologo, libero ricercatore e anche consulente scientifico dell’Associazione LapianTiamo, da anni studia gli effetti terapeutici della cannabis, che tra l’altro prescrive ai suoi pazienti, e conferma che: “Gli studi scientifici più nuovi e autorevoli, confermano l’efficacia dei cannabinoidi nel trattamento di patologie autoimmuni, neurodegenerative e neuro plastiche, con risultati sul decorso delle malattie oltre che sui sintomi. Un recentissimo articolo evidenzia soprattutto effetti immunomodulatori con dosaggi elevati di THC (tetraidrocannabinolo) e, soprattutto, di CBD (cannabidiolo)”. Ed è lui ad offrire, nel corso del convegno, una illuminante carrellata nel “mondo della cannabis terapeutica” partendo dai tipi botanici di cannabis (Sativa, Indica, Rudealis) sino agli effetti benefici della stessa nelle patologie. I campi di utilizzo dei derivati della cannabis sono potenzialmente enormi, ed è stato dimostrato che i cannadinoidi risultano anche più efficaci delle terapie tradizionali. Possono essere usati per ridurre gli effetti della chemioterapia, in malati di AIDS, e sclerosi multipla, per trattare la spasticità muscolare, i disordini bipolari, glaucomi, è un efficace anti analgesico, anti depressivo e antinfiammatorio. Insomma, le possibilità sono davvero tante, invitiamo dunque a documentarsi su internet per verificare.
Favorevole all’uso della cannabis terapeutica è anche il famoso oncologo Umberto Veronesi che, alla notizia del via libera dello Stato alla coltivazione della cannabis ad uso terapeutico, ha dichiarato “E’ giustissimo usare e coltivare la marijuana a uso terapeutico. È un ottimo farmaco. Siccome è anche uno stupefacente, si ha sempre la paura ad usarlo. Invece è ottimo contro il dolore, contro i malesseri, contro il vomito, è un ottimo sedativo”. Il percorso da fare è tortuoso e gli ostacoli non mancano perché mancano studi clinici su larga scala, perché sono ancora tanti i medici che non la prescrivono per pregiudizio (anche se gli effetti collaterali sono quasi inesistenti) e in Italia si è investito ancora poco, se non niente, in ricerca. Bisognerebbe quindi far leva su questi aspetti, legalizzare la cannabis non significa legalizzare una droga, qui si parla di altro. Quindi ben venga l’impegno e la grande dedizione di associazioni come “Vite da ColoRare” e “LapianTiamo”. L’apertura dimostrata dalla Regione Puglia necessita di non essere vanificata: Pentassuglia, per i due mesi di governo rimasti alla Giunta Vendola, ha promesso impegno politico. Staremo a vedere. Impegno politico o no, la cannabis si sta inserendo sempre di più nel campo scientifico della “terapia del dolore”: è un dato di fatto ed è necessario che lo Stato italiano lo capisca e che abbatta le barriere ideologiche su questo “rimedio naturale”, usato sin dall’antichità, togliendo innanzitutto alla ricerca le briglie della spending review. Perché quando si parla di salute, non esiste patto di stabilità che tenga.
Ciro Elia