Avviata azione legale nei confronti dei Chimenti
Un attacco personale in qualità di giornalista e di direttore iscritto all’ordine dei giornalisti ad Antonio Rubino, alla sua famiglia e alla redazione di Puglia Press attraverso un video pubblicato sui social da parte del referente cittadino di Fratelli d’Italia, Giuseppe Chimenti, avvenuto stranamente all’indomani della pubblicazione di un fatto di cronaca riguardante una donna più volte vittima di violenza domestica da parte del marito.
Nel video messaggio, nel quale il Chimenti si è presentato nei laconici e puntuali messaggi contro i suoi avversari politici, anche se del suo stesso partito, per la “prima volta” al fianco della moglie (??), piuttosto che per stigmatizzare episodi di questo genere, il coordinatore della sezione cittadina di Fratelli d’Italia, incomprensibilmente “coinvolto”, esercitando una azione esattamente opposta, ha attaccato prima la sua collega alla direzione dello stesso partito, il candidato martinese alle prossime regionali (lui sosterrebbe un certo Pilolli, massafrese , adirato con la nostra redazione per aver pubblicato il numero dei 95 voti presi a Massafra durante le comunali) ed in maniera estremamente ingiuriosa il direttore di Puglia Press Antonio Rubino.
Chimenti che già in passato aveva proposto la sua candidatura ai Cinque Stelle alla quale aveva ricevuto un secco rifiuto e dopo diversi insuccessi elettorali con delle liste civiche è riuscito a ricevere un posto da coordinatore cittadino in Fratelli d’Italia proprio da Pilolli che allora era il coordinatore provinciale, in pratica quando il partito contava poco più di zero a Martina Franca e successivamente cresciuto grazie alla notorietà nazionale acquisita dal suo leader. Negli ultimi tempi, quando il movimento è cresciuto ed il partito ha deciso di rimuoverlo, inizialmente affiancandogli una professionista qualificata come co-coordinatrice , ha iniziato una serie di attacchi diffamatori nelle sue video enunciazioni nei confronti della dottoressa Grazia Lillo e nel Consigliere Regionale Renato Perrini che lui e Pilolli vedono come loro concorrente, pur distante anni luci a confronto del loro quoziente elettorale ottenuto in passato. Tutto questo si evince chiaramente nel video in questione ed in quello precedente.
Gli attacchi estremamente diffamatori hanno riguardato, oltre al nostro direttore, la sua famiglia, la sua professione, i suoi figli e lo stato di salute derivante da una importante malattia dalla quale è stato colpito (articolo 137 del Codice sulla privacy), ledendo anche la sua privacy . Attacchi ingiustificati e violenti anche sulla nostra testata ed il nostro lavoro. Già la scorsa settimana il padre, Michele, commercialista noto alla cronaca per vecchie vicende giudiziarie ai danni di macellai martinesi, aveva aggredito il distributore del nostro giornale all’interno di una attività commerciale. Già da tempo, il Chimenti, aveva messo in atto azioni diffamatorie nei confronti dei congiunti del direttore che erano stati affrontati solo avvertimenti telefonici, preannunciando azioni giudiziarie e mediatiche che si sarebbero intraprese se non avesse cessato immediatamente le sue continue diffamazioni. La nostra testata, unitamente al direttore di Puglia Press ha dato mandato allo Studio Legale Donato Antonio Muschio Schiavone di intraprendere tutte le azioni legali necessarie nei confronti dei Chimenti e di tutte quelle persone coinvolte nella vicenda.
PugliaPress ha presentato inoltre un esposto all’ Ordine dei giornalisti affinché intervenga nella vicenda e nell’eventualità di un processo si costituisca Parte Civile. La querela sarà estesa anche a quanti, nel suo messaggio hanno proferito frasi ingiuriose e minacce personali di stampo fascista verso il direttore “Peppe dalli 2 botte nelle gambe così mette giudizio”
Il Gruppo Puglia Press attende nel frattempo una presa di posizione da parte del Partito Fratelli d’Italia con il quale ha sempre intrattenuto rapporti di correttezza, consapevole che le azioni di un simile personaggio, non sono attribuibili all’intero partito o alle persone che lo compongono, ma lo riterrà comunque responsabile , anche in sede legale, se non manifesterà pubblicamente la sua estraneità ai feroci attacchi diffamatori subìti.