Quando una donna cegliese di forte temperamento è Ministro
Tanti giorni rincorrendola per avere da lei una intervista. Grazie a Carla Petrachi, suo ufficio stampa e Vincenzo Angelini, coordinatore provinciale di Taranto di Italia Viva che si merita in toto la pagina pubblicitaria della sua candidatura, dopo un paio di rinvii dovuti ad improvvisi Consigli dei Ministri, eccola con 5’ d’anticipo all’appuntamento televisivo su Puglia Press TV previsto per le 15:10
Ministra Bellanova la sensazione più che diffusa è che questa tanto agognata doppia preferenza, alle prossime elezioni “Non s’ha da fare”. Il Don Rodrigo di turno si chiama Emiliano?
“Non so come si chiami, verifico che in cinque anni non si sono costruite le condizioni per adeguare la legge elettorale pugliese a una norma di civiltà dello stato che realizza un preciso dettato costituzionale e soprattutto risponde a un’esigenza diffusissima: rafforzare e sostenere la presenza delle donne nella vita politica. Personalmente mi sono sempre impegnata in questa direzione, da quando svolgo funzioni politiche. E quando è toccato a me, ho sempre affidato a delle donne degli incarichi importanti. In Puglia è cresciuto un importante movimento d’opinione per la doppia preferenza e l’equilibrio di genere nel Consiglio regionale, confortato da un documento elaborato da costituzionaliste che, appunto, sostiene la necessità e l’urgenza della parità di genere in tutti i Consigli regionali, guardando ovviamente a quei territori dove ancora questo non accade. Non è una questione marginale, ne va della qualità della rappresentanza e della democrazia. Registro che mentre la Liguria, proprio in questi giorni, ha adeguato la sua legge elettorale sulla doppia preferenza, la nostra regione ha rinviato, per l’ennesima volta, la questione. Stavolta al prossimo 28 luglio, una delle ultimissime date utili. Abbastanza scontato pensare e temere che sia stato un artificio per un nuovo nulla di fatto. La diffida alla Puglia firmata ieri dal Presidente del Consiglio è esplicita. Un ennesimo bluff ai danni delle donne pugliesi non è assolutamente possibile. E’ la ragione per cui in questi mesi ho sollecitato proprio al Presidente Conte un intervento ad hoc. E per cui ho detto: il Consiglio regionale si esprima con voto palese e non segreto. Chi non rispetta il voto delle donne, chi non si impegna per la loro presenza nella vita politica, non può poi chiedere alle stesse il voto. La doppia preferenza è una scelta di democrazia e di civiltà”.
Capisco che in qualche modo, anche lei dia per scontato come andrà a finire. Parliamo di agricoltura; Quali concretamente le misure per contrastare l’emergenza in agricoltura?
Le misure che ho messo in campo vogliono essere una risposta immediata alle evidenti criticità che in questi drammatici mesi si sono registrate. Insieme alla sanità, l’agricoltura e l’intera filiera agroalimentare è l’altro pezzo di Paese che non si è mai fermato, consentendo a tutti noi di preservare momenti di normalità e soprattutto mantenere le nostre abitudini alimentari. Non ci pensiamo abbastanza ma aver trovato sempre prodotti freschi negli alimentari e nei supermercati è un dato fondamentale, rilevantissimo. Non smetterò mai di ringraziare la Filiera della vita e tutti, soprattutto tutte, coloro che hanno tenuto duro, continuando a lavorare nel momento in cui tutti avevamo paura ed è stato chiesto ai cittadini di rimanere in casa. Aver continuato a lavorare non significa non dover fronteggiare oggi criticità importanti. Difficoltà di cui dobbiamo farci carico, per rendere ancora più produttivo il settore e rilanciarlo. La chiusura dei ristoranti, dei bar, delle enoteche, dove si consuma circa il 40% dei prodotti agroalimentari, pesa tantissimo. Così la riduzione del commercio con l’estero. Abbiamo pensato a misure che dovevano incidere adesso e non tra un po’ di tempo. Ecco perché proprio nel Decreto rilancio ho voluto investire 430milioni destinandoli all’esonero dei contributi previdenziali e assistenziali nelle filiere maggiormente colpite come quelle agrituristiche, apistiche, brassicole, cerealicole, florovivaistiche, vitivinicole, dell’allevamento, dell’ippicoltura, della pesca e dell’acquacoltura. Per sei mesi queste realtà non pagheranno i contributi per i dipendenti perché se ne fa carico lo Stato. Una misura semplice, immediata. Si abbattono le tasse per le imprese, garantendo la liquidità per fronteggiare le necessità immediate. Destiniamo poi 90 milioni a un Fondo emergenziale per il settore zootecnico. Interveniamo con 20 milioni nel settore della pesca, che in Puglia è importante. Ho voluto inoltre destinare 4 milioni di euro per sostenere i pescatori autonomi, lavoratori che hanno visto saltare il loro reddito. Abbiamo anticipato i pagamenti della PAC e aumentato gli anticipi dal 50% al 70%. Tutte misure attive, come i 50 milioni destinati alla distillazione del vino giacente in cantina per effetto della chiusura della ristorazione e del commercio con l’estero. E i 100milioni per la vendemmia verde. Per la riduzione volontaria delle uve di vini di qualità, evitando di intasare il mercato, affollare le cantine, mettere a rischio la qualità dei nostri prodotti. Abbiamo un’ambizione: nel momento in cui ripartirà il commercio con l’estero, le nostre imprese dovranno poter essere al meglio, per competere con quella altissima qualità che ci fa riconoscere nel mondo come i migliori. Abbiamo avuto due parole chiave: liquidità immediata, sostegno. Per le aziende agricole è sempre complicato accedere al credito. Per questo abbiamo rifinanziato con ulteriori 30 milioni di euro la cambiale agraria che consente, nel giro di una settimana e fatti savi i requisiti necessari, finanziamenti fino a fino a 30mila euro a tasso zero da restituire in 5 anni con il pagamento a partire dal 3°. Misure concrete che danno risposte veloci. Come quelle che garantiamo con il Fondo per l’emergenza alimentare, che abbiamo portato da 50 a 300 milioni di euro. Per rispondere alle fragilità sociali e impedire lo spreco alimentare, investendo risorse destinate all’acquisto di prodotti alimentari per le persone che non riescono a fare la spesa. La crisi ha prodotto nuove povertà, e noi dobbiamo farcene carico.
Tanti agricoltori si sono indebitati con le banche e non sanno come fare. Più concretamente, cosa più specificatamente potrà riguardare la Puglia?
Quanto detto vale ovviamente anche per la nostra Regione, per le imprese zootecniche, cerealicole, per le vitivinicole, per la pesca. Noi pugliesi vantiamo una produzione di vino importante, che giunge a vette di altissima qualità. Fino a qualche decennio fa veniva utilizzato per rendere forti quelli del nord, adesso siamo una regione che imbottiglia vino d’eccellenza. Abbiamo messo in campo misure importanti, destinando 50milioni alla distillazione volontaria e 100 alla cosiddetta vendemmia verde.
Passiamo ad un problema devastante, quello della Xylella
Non è un mistero per nessuno quello che penso: la Puglia ha affrontato malissimo questa emergenza. Lei mi chiedeva di Emiliano. Invece di credere nella scienza e sostenere quelle persone che coraggiosamente hanno detto ciò che bisognava fare per frenarne la diffusione ha inseguito quelli che abbracciandosi agli alberi pensavano di poter risolvere il problema. Risultato: la xylella si è rafforzata, le aree contagiate si sono estese. E’ arrivata a Bari e viaggia verso la Basilicata. Quando mi sono insediata ho assunto un impegno: vietato perdere tempo. Abbiamo costruito il Piano per la rigenerazione olivicola della Puglia impiegando i 300 milioni destinati. Siamo partiti con la misura destinata ai frantoiani, a regia nazionale, e subito dopo con quella destinata agli indennizzi: 120 milioni che adesso mi auguro la Regione utilizzi presto e bene. Nell’ultimo Comitato di sorveglianza si è deciso di rimodulare le risorse, 30 milioni di euro, a valere sul Fondo Sviluppo e coesione, per sostenere i produttori, potenziando le misura ad hoc del PSR regionale. La mia filosofia è chiara: rafforzare ancora di più gli interventi a tutela dei nostri olivicoltori nella battaglia contro la Xylella, con strumenti rapidi e dando risposte concrete; semplificare le procedure e concentrare le risorse per il sostegno degli investimenti e il ripristino del potenziale produttivo; velocizzare l’intera attuazione del piano da 300 milioni di euro per il rilancio; incrementare la produttività e la sostenibilità delle aziende olivicole. La Puglia ha un PSR abbondantemente saccheggiato dall’incapacità di chi ha programmato gli interventi, con risorse non erogate alle imprese; un danno enorme poiché quando ci sono ritardi nel PSR bisogna avere la consapevolezza che a farne le spese è l’agricoltura, le imprese, la qualità dei prodotti, le nuove generazioni che invece sono la più straordinaria risorsa su cui possiamo contare anche per il futuro di questo settore strategico.
Mi permetta Ministra di cambiare argomento. E’ iniziata la campagna elettorale ma secondo lei, alla fine, Emiliano sarà davvero il candidato? Italia Viva ha detto fin dal primo momento: non può essere il nostro candidato.
E siamo stati coerenti. Emiliano ha una pratica di governo e della gestione della cosa pubblica letteralmente opposta a quella che io ritengo doverosa e necessaria. Lo contraddistingue un’idea notabilare della politica e del governo, la conquista del consenso attraverso la distribuzione di prebende e incarichi con un solo obiettivo: l’ampliamento della sua sfera personale anche con personale politico abbondantemente usurato, non un progetto politico e soprattutto non un’idea di Puglia. Abbiamo e ho sempre detto: questa regione straordinaria merita di più. Per questo credo che, se veramente avesse avuto a cuore la bontà della coalizione e il bene della Puglia, il Partito Democratico avrebbe dovuto invitare Emiliano a farsi da parte, mettendo fine a questa politica accentratrice che ha prodotto solo pessimi risultati. Ma dove si è visto mai un Presidente di governo assessore alla Sanità e all’agricoltura, peraltro fallimentare in entrambi questi settori nevralgici. In agricoltura è evidente; basta parlare con le imprese agricole, non con le burocrazie. Sono state vanificate risorse strategiche. Quanto alla sanità, ho invitato tutte le classi dirigenti ad andare nelle strutture – di cui ringrazio medici, paramedici, personale sanitario – entrando dalle stesse porte da cui entrano i cittadini per capire cosa significa una visita specialistica, fare delle analisi, accedere alla sanità pubblica… e comprendere quindi il fallimento totale di Emiliano.
Che rapporto ha con Ceglie Messapica e la Valle d’Itria?
Un legame forte. Non ho più i genitori purtroppo ma ho fratelli e sorelle di mamma che vivono a Ceglie a cui sono molto legata. Non ci vengo quanto vorrei ma il rapporto non è affatto interrotto. Ceglie, la Valle d’Itria… luoghi bellissimi, giustamente attrazione internazionale, anche a livello gastronomico. La bellezza del territorio, la cura dei luoghi, prodotti e cucina eccezionali: sono le carte vincenti per attrarre visitatori e turismo di qualità.
Antonio Rubino