Stanare l’Animale
Avrei voluto fare altro piuttosto che ritornare a scrivere un editoriale dopo che, a farlo, per molte settimane è stato il migliore. Paolo Aquaro ha lasciato un vuoto difficile da colmare. Da questa settimana troverete un giornale diverso, purtroppo. Con Max, il nostro eccellente grafico, abbiamo volto fare una fusion tra quello che era il modo di concepire il giornale del nostro vero maestro e quelle che sono le mie inclinazioni, ovvero di uno che ha respirato marketing in tanti anni e crede bisogna raccontare tutto quello che ruota attorno al mercato. Ritorna il chiacchiericcio. E’ questa la novità. Nello stesso tempo vogliamo affrontare temi importanti come quello di copertina. Ve ne spiego intanto il motivo. E’ giunta in redazione una storia di una donna del nostro territorio che per ben tre volte è riuscita a fuggire dal marito che l’aveva più volte aggredita (una di queste procurandole un forte ematoma all’occhio) e tre volte è tornata a casa. La storia è molto grave. Non sapevamo come intervenire. E’ difficile. Raccontare la verità non è mai facile, forse meglio disinibirsi sui social. Noi giornalisti o giornalai come alcuni ci definiscono in senso dispregiativo siamo spesso abituali frequentatori di aule di tribunali. Uno dei modi più comuni per sperare di bloccare un giornalista è quello di querelarlo. Da quel momento ci si augura che smetta di scrivere la “verità”. Ne sa qualcosa Marco Travaglio con decine di condanne per diffamazione o lo stesso Ricci di Striscia la Notizia. A differenza loro non abbiamo editori pronti a pagare. Mi sono considerato sempre un animale che quando viene ferito esprime la migliore parte di se. Non ho mai avuto paura di mettermi contro i poteri forti, né contro dei delinquenti che mi hanno minacciato. Qualcuno anche piuttosto famoso. So che ora mi chiederete perché non ho fatto il nome dell’animale che picchia da anni la moglie. Non l’ho detto nemmeno a mia moglie. La spiegazione è semplice: ci sono dei bambini di mezzo. E’ una situazione molto delicata. La prima reazione che ho avuto è stata quella di andare ad aspettare questa persona fuori dal suo posto di lavoro e procurargli fisicamente il dolore che continuamente infligge alla moglie. Non so cosa mi abbia trattenuto. Il fatto che io sappia tutto è comunque trapelato a questo animale, grazie anche a dei post pubblicati sul mio profilo ed alle indagini giornalistiche che abbiamo svolto. E sapete perché? Il padre dell’animale ha aggredito verbalmente la scorsa settimana uno dei nostri collaboratori mentre distribuiva il giornale: “Siete un giornale di merda” “Come? Esistete ancora? Ecc. ecc.”. Tutto questo in presenza di alcuni nostri clienti ai quali portiamo il giornale. E allora? Come risolverla? Parlando in maniera intrinseca a questa donna. Deve arrivare da sola alla conclusione. Deve denunciarlo per se e per i suoi figli. Lo deve fare al più presto. Ogni giorno che passa è sempre più pericoloso. La storia legata alla copertina è vera. Naturalmente non riguarda la persona di cui vi sto parlando, ma vissuta da chi l’ha raccontata. Le donne non vanno toccate nemmeno con un dito. Gli animali che lo fanno non meritano di vivere. Continueremo questa battaglia per le tante “Antonella”. Stiamo organizzando una trasmissione televisiva su Puglia Press TV alla quale ho invitato Mara Carfagna (che fece una legge a riguardo), Gabriella Carlucci e Barbara D’Urso, ma anche altri esperti.
Nel frattempo godetevi questo periodo di vacanze, ma fatelo con tanta attenzione. Noi continueremo a parlarvi tutte le settimane senza prenderci un solo giorno di ferie. Siamo stati costretti già a farne tanti.
Buona vita