Ringrazia il personale sanitario del SS.Annunziata per le cure ricevute. Lettera di un cittadino di Taranto

Riceviamo e pubblichiamo con piacere una lettera scritta da un cittadino di Taranto, Francesco Pulito, che ha così inteso complimentarsi con il personale dell’ospedale SS. Annunziata dopo le cure ricevute in seguito ad un incidente stradale. Un gesto di riconoscenza per dimostrare che a Taranto, nonostante i tanti problemi, la sanità riesce a garantire anche ottimi risultati.
“Vorrei esprimere la mia gratitudine ai medici, agli infermieri, ai tecnici di radiologia, agli OSS e al personale ausiliario per le amorevoli cure e la costante assistenza che mi hanno donato durante l’accettazione in pronto soccorso ed i ricoveri nel reparto di ortopedia.
Voglio ringraziare i dottori Scialpi, Dilonardo, Servedio, Stasi e Sammarco, gli infermieri del pronto soccorso, della sala gessi, del reparto e della sala operatoria, gli OSS e gli ausiliari.
Voglio raccontare, sinteticamente, ciò che mi è accaduto porgendo i dovuti ringraziamenti.
La notte tra il 26 ed il 27 febbraio 2025, mentre rientravo in sella alla mia moto da Talsano a Taranto, a causa di un netto dislivello del manto stradale, sono rimasto vittima di una caduta accidentale che mi ha procurato, citando il referto medico, frattura scomposta spiroide biossea al terzo medio distale di tibia e perone destro.
Il personale del 118 è intervenuto abbastanza rapidamente, posizionandomi in sicurezza, mi ha trasportato al nosocomio cittadino. Giunto in ospedale e trascorsi pochi attimi, sono stato prontamente visitato da una dottoressa la quale mi ha immediatamente prescritto, come da protocollo, radiografie e consulenza ortopedica.
Dopo l’iter sono stato trasportato in sala gessi, al terzo piano, dove sono stato accolto dall’infermiere Giovanni e dal dottor Dilonardo i quali, esponendomi in maniera chiara e dettagliata la complessità delle fratture, mi hanno applicato la trazione dell’arto e, nonostante il reparto fosse strapieno, trovato un posto in Ortopedia. A distanza di trentasei ore sono stato trattato chirurgicamente dalla dottoressa Servedio al fine di impiantare un fissatore esterno (non è stato possibile intervenire subito con i mezzi di sintesi a causa di una flittena sviluppatasi in corrispondenza delle fratture).
Dopo qualche giorno sono stato dimesso per guarire la flittena e, comunque, rendere disponibile il posto letto ad un altro paziente. A distanza di dieci giorni, così come mi era stato anticipato in ospedale, mi hanno contattato per comunicarmi la data del nuovo ricovero al fine di sottopormi all’intervento definitivo.
La mattina di sabato 22 marzo, alle 7,30, ero già stato preparato per l’intervento e trasportato in sala operatoria dove sono stato accolto dai dottori Stasi e Sammarco (esecutori dell’intervento), dall’anestesista e dagli infermieri di sala.
Il mattino seguente, il dr. Stasi, assistito dall’infermiere della sala gessi, mi ha medicato annunciandomi le dimissioni per il giorno dopo.
Ad oggi, sono trascorsi più di tre mesi dall’incidente e mi ritengo miracolato poiché deambulo autonomamente e sono in gran forma.
Vorrei che questa mia testimonianza, oltre a gratificare il personale che, con grandissime difficoltà, opera per salvare vite umane, possa servire a far comprendere che non è necessario fare i cosiddetti “viaggi della speranza” per curarsi. Le eccellenze le abbiamo anche sul territorio ed è fondamentale che la comunità lo sappia.
Grazie.
Francesco Pulito