Domani 4 ore di sciopero indette dai sindacati confederali presso gli stabilimenti ex Ilva

Incroceranno le braccia per quattro ore domattina, in concomitanza con il vertice convocato a Roma presso la Presidenze del Consiglio dei Ministri, i lavoratori aderenti allo sciopero indetto dai sindacati metalmeccanici di CGIL-Fiom, CISL-Fim e UIL-Uilm.
Il vertice è stato convocato su richiesta degli stessi, a seguito della necessità impellente di discutere della situazione relativa al passaggio di proprietà degli impianti ex Ilva ai nuovi acquirenti azeri, ma si è reso improcrastinabile alla luce del grave incidente verificatosi negli impianti siderurgici di Taranto lo scorso 7 maggio, che determinerà il raddoppio del numero dei cassintegrati a seguito dei danni subiti dall’altoforno 1.
Nel dettaglio, quello che i sindacati che hanno indetto lo sciopero non hanno paura a definire un “quadro disastroso”, si connota per le seguenti ulteriori questioni: nessuna notizia circa l’avanzamento o lo stallo della trattativa con Baku Steel per la possibile cessione, l’interruzione del Piano di Ripartenza, per insufficienza di risorse economiche; gli impianti di lavorazione a freddo di Taranto completamente fermi così come quelli di Genova, Novi Ligure, Racconigi, Paderno, Legnaro. Marghera e Salerno in marcia ridottissima; produzione di acciaio ridotta ad un solo altoforno, rispetto a quelli disponibili; nessun avvio di discussione di percorsi di formazione e mobilità volontaria per il personale delle società ADI in AS o Ilva in AS.
Ritenendo insostenibile il clima di perdurante incertezza che attanaglia i 20 mila lavoratori, fra diretti e dell’indotto, degli stabilimenti sparsi in tutta Italia, e le relative famiglie, i sindacati chiedono quindi al Governo di prendere posizione in maniera chiara ed inequivocabile sulle questioni poste al centro dell’attenzione nel confronto di domani, riservandosi ulteriori valutazioni al termine dello stesso.