Radiologia Martina Franca: il 28 marzo il nuovo concorso dopo il “pasticcio”

Fu annullato in quanto lo aveva vinto chi non aveva i requisiti

Radiologia Martina Franca: il 28 marzo il nuovo concorso per la direzione di Radiologia all’Ospedale di Martina Franca. Si rifarà il concorso dopo che è stato acclarato che il vincitore di quello precedente non aveva i requisiti in quanto privo dell’esperienza necessaria sulle risonanze magnetiche .
Un requisito essenziale per guidare un reparto dotato di strumentazioni all’avanguardia e rivolto a un’utenza in crescita. Il risultato fu uno smacco per il dottor Antonio Modoni, già direttore facente funzioni per tre anni, che si era ritrovato inspiegabilmente secondo, nonostante qualche migliaio di TAC e risonanze contribuendo alla mobilità attiva, salvo poi aggiudicarsi un concorso analogo a Manduria.
Quel ribaltone generò un mare di polemiche, inevitabile premessa a un ricorso legale. La pronuncia finale confermò che il vincitore designato non possedeva i requisiti necessari.
A quel punto, il direttore generale dell’ASL di Taranto, Gregorio Colacico, decise di annullare l’intera procedura, colpendo duramente un sistema che spesso premia i “protetti” anziché le competenze reali.

L’Ospedale Valle d’Itria di Martina Franca, nel frattempo, si trascinava già la vergogna del reparto di Rianimazione, realizzato con notevole dispendio di risorse ma mai aperto a per la cronica mancanza di anestesisti e rianimatori che si poteva prevedere prima di costruirlo ed oggi è un reparto transito per gli ammalati che non trovano posto negli altri reparti.
Una “cattedrale nel deserto” che riflette la cattiva gestione di fondi e scelte politiche, a scapito di una struttura che sulla carta avrebbe potuto diventare un fiore all’occhiello.
In questo contesto, il nuovo concorso per la Radiologia, fissato al 28 marzo, rappresenta un momento cruciale. Tra i sei concorrenti c’è di nuovo il giovane dott. Antonio Modoni, simbolo di una vicenda che ha fatto discutere per le manovre opache iniziali.
Oggi più che mai, servono verifica effettiva dei titoli ed esperienza concreta nel campo delle risonanze e della diagnostica avanzata.
La Radiologia non può permettersi guide improvvisate, soprattutto in un ospedale in espansione, con tecnologie di alto profilo e utenti che chiedono sicurezza e rapidità nella diagnosi.
Il “pasticcio” del primo concorso ha ricordato a tutti che la mala politica è pronta a infiltrarsi nelle nomine, a discapito di chi meriterebbe per curriculum e capacità.
L’auspicio è che, questa volta, la Commissione esaminatrice—scegliendo in piena autonomia—sancisca la vittoria di chi possiede davvero le competenze richieste. Un giudizio trasparente permetterebbe all’intero presidio ospedaliero di recuperare credibilità e di risalire la china dopo lo spreco di risorse per la Rianimazione fantasma.
Il messaggio dev’essere chiaro: basta con gli incarichi calati dall’alto. Lo stesso territorio non tollererebbe un’altra nomina “sbagliata”.
La Sanità pubblica, specie nelle aree che vogliono emergere, ha bisogno di professionalità solide, non di retroscena politici.
Se la Radiologia di Martina Franca intende continuare ad essere una eccellenza, la selezione del primario dovrà avvenire secondo regole limpide. In caso contrario, riemergerebbe quell’inaccettabile circuito di raccomandazioni già all’origine dei guai passati.
Questa redazione, proprio come fece allora, quando mise a nudo le irregolarità che portarono all’annullamento del concorso, sarà di nuovo col fiato sul collo: dev’essere premiato chi ha davvero i requisiti, chiunque esso sia.
Concludendo, la Radiologia di Martina Franca merita un primario all’altezza e l’intero Ospedale richiede scelte lungimiranti, che non sprechino fondi e non crollino sotto il peso di scelte scellerate, come già accaduto col reparto di Rianimazione mai decollato.
La Sanità pugliese, come quella nazionale, è già abbastanza sotto stress: tra liste d’attesa, personale insufficiente, carenze strutturali e disparità territoriali, non c’è bisogno di ulteriori teatrini da Prima Repubblica. Basta “giochi sporchi”.
Basta “amici degli amici”. È ora di premiare il merito, la competenza, la vera professionalità. E, soprattutto, di dare a un territorio come la Valle d’Itria il servizio sanitario che merita: trasparente, concreto, efficiente.
Se il nuovo concorso rispetterà questi parametri, avremo tutti da guadagnare: pazienti, medici, personale sanitario e la stessa credibilità delle istituzioni. In caso contrario, si aprirà l’ennesimo contenzioso, la solita battaglia a colpi di ricorsi e carte bollate.
Sarebbe un film già visto, di quelli che nessuno vorrebbe più proiettare, soprattutto fra le corsie di un ospedale che ambisce a diventare un centro di eccellenza. È venuto il momento di cambiare sceneggiatura, a partire dal 28 marzo: che vinca il migliore. E che, finalmente, si pensi alla salute dei cittadini, anziché all’interesse di chi sa quali potentati.