Foggia, il quartiere “Ferrovia” affonda nei rifiuti. Ma perché i cassonetti sono stracolmi?

Un eloquente, e volutamente caustico, cartello con su scritto “Benvenuti a Foggia” a troneggiare sopra cumuli di rifiuti posti fuori dai cassonetti. Ma se gli stessi non vengono puntualmente svuotati, le persone dove debbono depositare i propri.
Gli abitanti del quartiere Ferrovia di Foggia giustamente protestano per il degrado e l’incuria attestate dalle immagini che il comitato di quartiere ha pubblicato e inviato ai mezzi d’informazione, addebitandone la responsabilità a loro concittadini completamente incivili, e ricordando al tempo stesso come il loro quartiere fosse una volta “sede di attività fiorenti e un simbolo della vivacità cittadina”.
Tuttavia, a giudicare dalle immagini, sorge anche spontanea una domanda riguarda l’effettivo funzionamento della raccolta rifiuti nel Capoluogo più a nord della Regione.
Cose non molto diverse le vediamo ripetutamente a Brindisi, dove fra l’altro, molto recentemente, l’azienda che aveva vinto la gara d’appalto per la gestione rifiuti, la Teorema, se lo è visto revocare da una sentenza del Consiglio di Stato per una serie di inadempienze tecniche e amministrative.
Ma l’azienda era comunque nell’occhio del ciclone, di fatto da quando era subentrata, cioè da un anno, perché accusata da vari settori della società brindisina, ed anche dall’Amministrazione comunale, di non svolgere adeguatamente il proprio compito.
C’è tuttavia una differenza significativa: a Brindisi capita di trovare rifiuti abbandonati in luoghi assolutamente non autorizzati ad ospitarli, come le aiuole che insistono lungo via Tor Pisana, il grande viale posto alla fine di via Appia e che corre parallelo ai binari della stazione centrale.
In questo caso, si tratta di responsabilità totalmente a carico di cittadini del tutto privi di coscienza civica, visto che compito degli operatori ecologici non può essere anche quello di pulire giornalmente in luoghi dove i rifiuti non dovrebbero essere proprio lasciati. Nel caso invece dei cassonetti fissi dell’immondizia, è chiaramente compito della ditta che gestisce la nettezza urbana impedire che gli stessi siano resi fruibili.
Le immagini parlano chiaro.
Altrettanto certamente, in questo caso non vale il detto “mal comune mezzo gaudio”.