Da un Giubileo all’altro: il degrado della Casa del Pellegrino di Mesagne
Una struttura adibita per diversi anni a fornire un tetto alle persone prive di un’abitazione, costruita con i fondi del precedente Giubileo, quello del 2000, situata anche in un luogo ameno, in campagna, giace in uno stato di totale abbandono da tantissimo tempo.
Stiamo parlando della Casa del Pellegrino, posta sul retro di una piccola chiesa costruita nel 1700, quella della Madonna della Misericordia, nell’estrema periferia a sud di Mesagne, nelle vicinanza della provinciale per Sandonaci. Essa avrebbe al suo interno, il condizionale è d’obbligo visto la necessità di recupero, dieci stanze con bagno, un salone, una cucina e altri locali di servizio.
Vetri rotti, porte mancanti nei locali attigui, nei quali sporcizia e degrado regnano incontrastati, vegetazione cresciuta rigogliosa, anche troppo, fino a sbarrare l’accesso per perlustrarne il retro. Un vero peccato, visto che essa poteva continuare a svolgere il servizio per il quale è nata, l’accoglienza delle persone prive di un’abitazione, un bisogno che si è tutt’altro che estinto, sebbene a Mesagne esista un’altra realtà che opera in tal senso, gestita dalla parrocchia di Materdomini.
E dire che, nell’ottobre 2022, in una seduta del Consiglio comunale di Mesagne era stata approvata all’unanimità la concessione in comodato d’uso dell’immobile al Consorzio Br4, l’unione dei Comuni della fascia meridionale della provincia, dei quali Mesagne è il capofila.
La destinazione d’uso individuata, mettendo a frutto un finanziamento di 715 mila euro del PNRR, era quella di avviare un centro di formazione, al momento non presente nei Comuni dell’Ambito per persone diversamente abili destinato a favorire l’acquisizione di competenze socio-lavorative e il loro reintegro occupazionale, e del quale tutti i cittadini con disabilità residenti nello stesso avrebbero potuto usufruire.
Allo stato attuale, invece, il luogo è completamente lasciato a sé, al massimo alla noia e allo spirito “nichilista” della generazione alla quale è sempre concesso esserlo. Quella che si diverte, anche, a sfasciare le cose. Da un Giubileo all’altro, e scommettiamo anche per i prossimi a venire, questo dato resterà in ogni caso una costante.