Il centrodestra a Bari affila le armi in vista delle Regionali ma le ha un po’ spuntate
Si è tenuta ieri a Bari, ed in altre importanti città italiane, la conferenza “L’Italia torna a correre”, dedicata ad illustrare quali sono stati i risultati conseguiti dal Governo Meloni alla scadenza del secondo anno dall’inizio del suo mandato.
L’appuntamento è stato anche l’occasione, inevitabilmente, per affrontare il tema di quale potrebbe essere il candidato governatore del centrodestra alle elezioni Regionali della prossima primavera, a poche ore di distanza peraltro dalle importanti dichiarazione rilasciate da Michele Emiliano a Brindisi, dove era intervenuto in occasione del vertice di Confindustria.
Nell’occasione, pur ricordando come la legge elettorale pugliese non vieti una ricandidatura per un terzo mandato, Emiliano ha di fatto preso atto del fatto che lo sconsiglierebbe, comunque, l’opportunità, come ha fatto capire la segretaria del PD Elly Schlein. “Dopo due mandati da governatore e complessivi 22 anni al servizio delle istituzioni pugliesi – ha riferito Emiliano – credo sia doveroso lasciare spazio ai più giovani, che poi tanto giovani non sono neanche più…”
Come è noto, il candidato in pectore del centrosinistra pugliese e Antonio De Caro, l’ex sindaco di Bari transitato momentaneamente, dopo aver fatto il pieno di voti e aver trascinato ad un ottimo risultato il PD nella circoscrizione meridionale. De Caro è un candidato estremamente forte, con un forte radicamento a partire dalla zona più popolosa della regione, quella del capoluogo.
E questo è il vero nodo della questione. Negli ultimi 20 anni, infatti, il centrosinistra ha vinto quasi in partenza la gara delle regionali, potendo fare affidamento su candidati carismatici, di caratura nazionale (è stato il caso di Vendola) o scaltri nel costruire una rete di alleanze in grado di pescare di fatto da aree politiche esterne al perimetro del centrosinistra (è stato il caso di Emiliano) con piglio estremamente decisionista. Un’abilità che in politica paga, nell’era delle fortissime personalizzazioni e del rapporto diretto con gli elettori.
Ecco, rispetto a questa capacità di leadership che il centrosinistra pugliese ha mostrato di avere, lo schieramento opposto ha invece mostrato delle evidenti difficoltà, prova ne sono state le ultime elezioni amministrative a Bari dove, al cospetto di un centrosinistra andato diviso al primo turno, il centrodestra non ha saputo fare meglio di proporre un candidato della Lega, scegliendolo peraltro pure in ritardo.
La stessa cosa avvenne nelle precedenti tornate delle Regionali, quando furono schierati candidati con poche possibilità di vittoria (Rocco Palese nel 2010) oppure la coalizione si presentò divisa (Adriana Poli Bortone e Francesco Schittulli). Nel 2020, la personalità oggettivamente più forte che il centrodestra poteva schierare, quella di Raffaele Fitto, perse il confronto diretto con Emiliano in virtù principalmente della capacità di quest’ultimo di piegare a suo favore l’emergenza “sanitaria”.
Una fase della storia recente che vorremmo semplicemente rimuovere dalla nostra memoria, per gli arbìtri dei quali il governo regionale, e quello centrale, si servirono per imporre decisioni dissennate (su chiusure, divieti inconcepibili e obblighi di varia natura) usando il diktat di una “scienza” che veniva contraddetta dalla logica e dalle evidenze di ogni giorno.
Fatto sta che ora il centrodestra si trova a dover trovare un candidato all’altezza contro un avversario nuovamente fortissimo. Quali sono i nomi che circolano in questo periodo? Si parla del viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, che ieri ha glissato sulla questione, sostenendo di considerarsi “un semplice soldato. E’ la coalizione che decide”. Si parla di Marcello Gemmato, sottosegretario alla Sanità, che ha fatto presente come il candidato verrà fuori anche da una questione di equilibrio interno alla coalizione, visto che si andrà al voto in quattro regioni. Ma questo non è certo un buon viatico, essendo un’implicita ammissione del fatto che non vi siano idee molto chiare al momento. Nessuno fra i due, a bocce ferme, avrebbe in ogni caso significative possibilità di successo con un candidato come De Caro.
Si fa il nome infine anche di Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. E forse questa sarebbe la sola personalità politica del centrodestra in grado di impensierire l’europarlamentare. Tuttavia non è facile immaginare che Giorgia Meloni voglia privarsi di un suo strettissimo e tanto importante collaboratore. Il candidato, lo hanno dimostrato molte esperienze recenti, va lanciato con congruo anticipo per consentirgli di giocarsi alla pari la partita.