Mobilitazione a Bari e in altre città per fermare la guerra in Medio Oriente
Giovedì 24 ottobre, a partire dalle ore 10.30 presso il Museo Civico di Bari, in Strada Saggese n. 13, si terrà la conferenza stampa promossa dalle sigle del mondo del lavoro e dell’associazionismo che hanno organizzato la mobilitazione nazionale “Fermiamo le guerre. Il tempo della pace è ora”, che vedrà tenere sabato 26 ottobre manifestazioni interregionali in sette città nel Paese, tra cui Bari.
Nel corso della conferenza stampa, verranno illustrate la piattaforma della mobilitazione e gli aspetti logistici e organizzativi della manifestazione che si terrà a Bari.
L’occasione sarà quantomai propizia per esprimere la più ferma condanna rispetto ad una realtà che, solo apparentemente, sembra del tutto ingovernabile, e che invece richiederebbe solo e soltanto gesti realmente decisi da quegli attori politici e stati che, se solo lo volessero, sarebbero in grado di fermare questo ignobile e disumano massacro a senso unico nei confronti di popolazioni inermi da un minuto all’altro.
Purtroppo la lobby delle armi, così come questioni storiche che poggiano su una specie di forma di risarcimento da garantire ad una popolazione perché vittima di un orrore indicibile quale l’Olocausto, consentono di riprodurre quegli stessi orrori all’infinito, facendoli passare come una specie di “effetto collaterale” rispetto alla piena sicurezza da garantire uno Stato che, è bene ricordarlo, occupa un territorio con ambizioni di espansione continua ai danni di una popolazione preesistente, che invece uno Stato non ce l’ha mai avuto, ridotta sempre più a “ospite in casa propria”, reclusa nel carcere a cielo aperto di Gaza e ridotta in esso in condizioni servili, insidiata costantemente anche nei territori della Cisgiordania, dove i coloni israeliani si ritengono in diritto di costruire sempre nuovi insediamenti, protetti come sono da un governo di fanatici assertori del colonialismo ebraico.
Se non si considerano questi aspetti, non si comprende minimamente il risentimento che intere generazioni di palestinesi hanno covato nei confronti di chi umilia e si atteggia a padrone di casa, né quella che sta nascendo dopo un anno di stragi ed eccidi inconcepibili.
Il diritto internazionale è stato ridotto ad un orpello inutile da chi sa di poter fare affidamento su una riserva infinita di armi, al quale tutto è concesso. Nessuna vera presa di posizione si è levata nel nostro Paese, se non quando Israele ha colpito le basi Unifil presenti in Libano. Decine di migliaia di palestinesi barbaramente uccisi non fanno un carro armato italiano.