Alla scoperta delle meraviglie del cielo estivo

Le calde serate estive invitano, in Puglia ma non solo a queste latitudini, a osservare le meraviglie della volta cosmica. Tante associazioni di astrofili organizzano in questa regione serate di osservazione con l’ausilio di telescopi amatoriali e di divulgazione a favore di un vasto pubblico, magari in qualche caratteristica masseria oppure nei pressi di qualche importante monumento. Che ci si trovi in una località di mare o di campagna, l’importante è che si tratti di un luogo sufficientemente buio, non inquinato eccessivamente dall’illuminazione artificiale.
Tipico di questa stagione, anche per i profani dell’astronomia, è il cosiddetto fenomeno delle “stelle cadenti, che riguarda il periodo a cavallo della notte di San Lorenzo, su cui ci soffermeremo in un prossimo contributo. Con questo vogliamo offrire invece una carrellata sulle costellazioni, le stelle e gli asterismi più rappresentativi che ci offre questa meravigliosa stagione, dal punto di vista astronomico sicuramente, nel cielo boreale, così come abbiamo fatto a dicembre per le costellazioni più rappresentative del cielo invernale, sperando così di poter offrire una guida a chi in queste serate si trovi ad ammirare il cielo.
Partiamo dall’immagine di copertina, quella rappresentante il cosiddetto “Triangolo estivo”, un asterismo composto da tre stelle che, tuttavia, appartengono a tre costellazioni distinte (è questo infatti il significato di asterismo). Le tre stelle sono le più luminose delle costellazioni cui appartengono, e sono tutte di prima grandezza: Deneb nella costellazione del Cigno (detta anche Croce del Nord), Altair nell’Aquila e Vega nella Lira.
Senza considerare il Sole, Vega è la quinta stella più luminosa visibile dalla Terra, Altair la dodicesima e Deneb la diciannovesima. A questo punto, tuttavia, è bene distinguere la luminosità apparente da quella assoluta, il che significa che mentre Vega e Altair sono molto luminose in virtù della loro relativa vicinanza al nostro sistema solare (rispettivamente 25 e 17 anni luce) Deneb lo è perché intrinsecamente luminosissima: essa dista da noi ad una distanza stimata attorno ai 2600 anni luce! La luce che ci raggiunge ora è partita cioè quando Roma era nata da solo un secolo.

E se volessimo trovare la stella Polare, quella attorno alla quale tutte le altre stelle del cielo sembrano ruotare? Ecco, diciamo che essa non è propriamente facile da trovare, in quanto non particolarmente luminosa. C’è tuttavia un modo indiretto per individuarla, ed è quello di partire, nella sua individuazione, dalla vicina costellazione del Grande Carro (detto anche Orsa Maggiore). Come si può vedere dall’illustrazione, prendendo come riferimento due stelle del Grande Carro fra loro allineate, Dubhe e Merak, chiamate non a caso “puntatori della Polare”, e moltiplicando per circa cinque volte la loro distanza, giungiamo esattamente nei pressi della Polare. Essa si trova alla ragguardevole distanza di 447 anni luce dalla Terra ed è la stella più luminosa del Piccolo Carro.
Ponendo invece ancora attenzione al Grande Carro, possiamo osservare una curiosita: la seconda stella del “manico” del carro è la più celebre stella doppia. Bisogna sapere infatti che la maggior parte delle stelle, a differenza del nostro Sole, che non ha compagne, sono sistemi multipli, formati da 2, 3, 4 a volte anche 5 o stelle, rotanti tutte attorno ad un comune baricentro!
Quindi, laddove ci sembra di vedere una stella sola, spesso se ne cela più di una. Nel caso specifico, si tratta di Alcor e Mizar. Una vista perfetta è in grado di scorgerle anche senza l’ausilio di uno strumento astronomico. Se invece avete a portata anche solo un binocolo, potete facilmente notare le due componenti di questo sistema che, pensate un po’, sono in realtà 6, perché Mizar è formata da due coppie di stelle e Alcor da una!
Nei pressi della Polare, a oriente, possiamo notare anche la caratteristica doppia W di stelle che costituisce la costellazione di Cassiopea.
C’è poi un astro molto luminoso, il secondo più brillante della volta celeste dopo Sirio. Il suo nome è Arturo, ed è la stella più luminosa della costellazione del Pastore, posta sempre nelle vicinanze dell’Orsa Maggiore, ma a occidente. Arturo è facilmente distinguibile, oltre che per la luminosità, anche per il colore rosso/arancio, il colore che hanno le stelle più anziane, la cui superficie si va raffreddando. Al contrario, le stelle azzurre, sono quelle più calde.

Volgendo ora la nostra attenzione verso sud-ovest, la nostra attenzione si sposta su due costellazioni che non si alzano mai troppo sull’orizzonte. La prima, lo Scorpione, è riconoscibile per la maestosità con la quale la figura dell’animale tipico delle aree desertiche si staglia nel cielo, rendendola fra le costellazioni più riconoscibili, dalle chele alla punta della coda. La stella più luminosa della costellazione, posta al suo centro, è la celebre Antares. Questa stella, distante da noi quasi 600 anni luce, ha dimensioni colossali, il che la rendono una stella appartenente alla classe delle “supergiganti rosse”. Se Antares si trovasse al posto del Sole, noi ci troveremmo ampiamente al suo interno (un modo scherzoso per far capire che la Terra non esisterebbe) e i suoi strati esterni si collocherebbero fra le orbite di Marte e Giove! Pur essendo così grande, molte centinaia di volte il Sole, la sua massa equivale a circa quindici volte quella della nostra stella, il che significa che è molto meno densa. Stelle con una massa superiore a 10 volte quella del Sole vanno tuttavia incontro ad un’uscita di scena altamente spettacolare: una volta terminato il combustibile che nel nucleo di tutte le stelle produce l’enorme quantità di energia che le caratterizza, esse vanno incontro ad un collasso rapidissimo degli strati esterni che, rimbalzando sul nucleo compatto della stella, dà vita al fenomeno più potente esistente nell’universo: l’esplosione da supernova.
Entro un milione di anni, un tempo assai limitato per la vita di una stella, Antares diverrà, una notte qualsiasi, per qualche mese, luminosa come la Luna piena. Ammesso che sulla Terra ci sia ancora qualcuno in grado di gustarsi lo spettacolo.
Infine, più a sud, si scorge la costellazione del Sagittario, anche questa dalla forma assai verosimile rispetto a quella del centauro che tenda l’arco da cui parte una freccia. Quando guardiamo in direzione del Sagittario dobbiamo essere consapevoli che stiamo guardando in direzione del centro della nostra galassia, la Via Lattea, dove è collocato un buco nero di cui nel 2022 siamo riusciti ad ottenere la prima istantanea.
Un consiglio, abbastanza intuitivo, prima di dedicarvi all’opera di osservazione del cielo notturno, è quello di farlo preferibilmente nelle serate in cui il cielo è limpido ma anche privo della luce della Luna, che al suo massimo rende impossibile l’osservazione degli oggetti descritti, pur avendo anch’essa il suo innegabile, e romantico, fascino.