Martina Franca: Dove i ‘Promessi Sposi’ diventano ‘Politici Promessi’

Martina Franca, dove i ‘Promessi Sposi’ si trasformano in ‘Politici Promessi’, è una città che, alla pari di Lecco, irradia una bellezza naturale eterna.
Il lago di Como, con le sue acque serene abbracciate dalle imponenti montagne delle Alpi, e la Valle d’Itria, che quando ero ancora ragazzo, durante una trasmissione televisiva condotta insieme a Lucio Montanaro (I rompiballe della notte all’inizio delle TV private su teletrullo negli anni 80), il celebre professore Antony propose di inondarla per portarvi il mare.

propose di inondare la Valle d’Itria per portarvi il mare.
Scherzi a parte, la Valle d’Itria incanta con i suoi paesaggi rurali spettacolari.
Entrambe le località, il Lago di Como e la Valle d’Itria, attraggono visitatori da tutto il mondo, conquistati dalla loro straordinaria bellezza e dal loro fascino unico.
È in questa valle che si svolge la nostra storia, ambientata nei tempi moderni.
Turbolenze al Comune: La città naviga tra sfide e incertezze
L’Amministrazione Comunale di Martina Franca, retta dal giovane sindaco Gianfranco Palmisano, vive momenti di profonda incertezza e instabilità.
Le recenti vicende politiche ,riguardo i contrasti nella maggioranza che amministra la città, hanno messo a dura prova la capacità di governare in modo efficace e coerente.
L’ostinazione incomprensibile dell’ex Sindaco
L’ostacolo principale sembra essere l’ex sindaco Franco Ancona, la cui ossessione per un progetto incompiuto (il suo “PUG – Piano Urbanistico Generale – che nella scorsa legislatura cercò di far approvare fino all’ultimo respiro della sua sindacatura), continua a turbare l’attuale Amministrazione.
Ancona, nei giorni conclusivi del suo mandato, non riuscì a realizzare questo ambizioso piano, la cui importanza e ostinazione rimangono avvolte nel mistero, lasciando così una traccia indelebile che ancora oggi influisce sulla gestione della città
Crisi e alleanze: La sfida amministrativa di Palmisano
La crisi che si sta consumando tra l’ex sindaco Ancona e la coppia Palmisano/Pentassuglia ruota attorno a tre nodi critici: il Piano Urbanistico Generale (PUG), il nuovo appalto per la Gestione dei rifiuti e il Bilancio comunale.
Questi temi, centrali nella gestione cittadina, stanno intensificando le tensioni all’interno dell’Amministrazione Palmisano.
Con la perdita del sostegno di Visione Comune, una delle principali forze politiche locali, il sindaco si trova ora in una posizione precaria, spingendolo a cercare nuove alleanze per stabilizzare il governo della città e navigare attraverso le turbolenti acque politiche di Martina Franca.
Misteri e Strategie: Il dibattito sul PUG a Martina Franca
Le insistenze dell’ex sindaco Ancona nel voler adottare assolutamente il “suo PUG” sollevano interrogativi: quali interessi nascosti o agende segrete potrebbero essere in gioco?
Questi dubbi alimentano speculazioni e dibattiti in città tra gli esperti in urbanistica, intensificando l’atmosfera di incertezza politica
Intrighi Urbani: Le ombre politiche
Dall’altro lato, il sindaco Palmisano sembra coinvolto in un gioco politico misterioso e alquanto complesso.
La mancanza di trasparenza sul PUG alimenta sospetti e domande senza risposta. Chi trarrà realmente vantaggio da questo PUG che sembra la battaglia delle battaglie?
Risolvere queste incognite potrebbe finalmente chiarire una situazione politica avvolta nelle ombre.
Interessi incrociati: Ecco cosa nasconde il PUG
Nel vivo del dibattito sul PUG a Martina Franca, i cittadini sembrano spesso relegati ai margini o utilizzati come pedine in una partita di ping pong.
Le discussioni predominano tra gli enti professionali, dove emergono interessi che vanno oltre il bene comune.
Di fatto, il PUG potrebbe rivelarsi un affare lucrativo per molti: i proprietari di terreni, gli operatori economici, i tecnici coinvolti e i politici, che, pur nelle migliori intenzioni, potrebbero trarne “solo” un vantaggio elettorale dalle decisioni prese.
Ma ecco che tra i due litiganti il terzo …
Nel discutibile circo della politica nazionale, l’UDC guidato da Cesa si è sempre distinta per la sua abilità di funambolo, camminando con nonchalance sul sottile filo dell’equilibrio politico, oscillando agilmente da destra a sinistra.
Come un abile prestigiatore che cambia palco a seconda del pubblico e dello spettacolo, l’UDC ha saputo offrire sempre la propria “stampella” tanto alla destra quanto alla sinistra, in base alle circostanze
La sua abile strategia ricorda un tale “Verdini” (suocero di Salvini) che purtroppo non ha fatto una bella fine.
L’On. Lorenzo Cesa si è sempre mantenuto sul confine indefinito tra i due schieramenti, spostando il suo peso ora sulla gamba destra, ora su quella sinistra, a seconda di dove il vento politico soffia più favorevole.
L’Arte dell’acrobazia politica con Chiarelli e l’UDC

Nel modesto teatro politico di Martina Franca, di aule l’on Gianfranco Chiarelli ne ha varcate tante: da quelle dei tribunali come eccellente avvocato a quella Consiliare di Via Capruzzi a Bari come Consigliere regionale; Da Montecitorio, come parlamentare, per tornare questa volta ad interessarsi del Consiglio Comunale di Martina Franca, forte di un incarico importante nazionale come vice segretario dell’UDC, ma pronto a sostenere le intricanti acrobazie della politica locale nella sua città.
Con lui Donatella Castellana, che tra centrodestra e centrosinistra questa volta si è fermata in equilibrio al centro, a fare da coordinatrice dell’UDC nella sua città
Moltiplicazione divina in Consiglio Comunale

Nel teatro politico di Martina Franca, l’onorevole Chiarelli è riuscito a ripetere un miracolo che, oltre 2000 anni fa, fu in grado di farlo Gesù Cristo, quando trasformò i pani in pesci.
Chiarelli ha moltiplicato i Consiglieri comunali dell’UDC da uno a quattro in men che non si dica e vorrebbe addirittura stabilire il record ad otto se riuscirà anche a trascinarsi il presidente del Consiglio Comunale Basta, insieme ai consiglieri Gianfranco Castellana, Francesco Guarini e Donatella Pulito che sembrerebbero già disponibili e lo hanno dimostrato all’inaugurazione della nuova sede dell’ UDC a Martina Franca
Se ciò avvenisse il partito di Chiarelli sarebbe il primo a Martina Franca, senza peraltro essere passato dalle urne e non aver speso un solo euro in campagna elettorale
Con la benedizione del Signore: Il nuovo inizio dell’UDC
La recente inaugurazione della nuova sede dell’UDC è stata un evento simbolico, benedetto dal parroco Don Martino Mastrovito.
Durante la cerimonia, che ha richiamato l’atmosfera di un conclave, il Parroco di Regina Mundi ha addirittura enfatizzato l’importanza della civile unione.
“Dovete collaborare insieme”, ha esortato, sottolineando con queste parole l’essenza del cammino comune che attende il partito, ora rinnovato non solo nello spirito ma anche fede.
“Questo matrimonio non s’ha da fare”: una commedia politica con colpi di scena e antichi rancori.

Nel complicato scacchiere politico di “Visione Comune”, capitanato dall’ex sindaco Franco Ancona, il detto “Questo matrimonio non s’ha da fare” è risuonato con forza.
La sfiducia espressa verso i due assessori, Anna Lasorte e Roberto Ruggieri, in Consiglio Comunale, è stato solo l’inizio di una serie di manovre strategiche.
Bruno Maggi, ritenendosi stratega e ideologo di Visione Comune, è al centro di queste dinamiche, puntando a una riorganizzazione che includa il suo ritorno in Giunta, nonostante non sia stato eletto alle scorse elezioni, pur aessendo stato assessore nella precedente amministrazione.
Accanto a lui, l’ex assessora, Tiziana Schiavone, figura di spicco della estrema sinistra e fedelissima di Ancona che si è posizionata come elemento critico all’interna al PD in Consiglio Comunale.
La possibilità di un ritorno di Roberto Ruggieri in Consiglio Comunale, questa volta come primo dei non eletti, aggiunge ulteriori sfumature a questo complesso mosaico politico, qualora dovesse essere defenestato dal ruolo di assessore.
Ambizioni e critiche nel gioco del Monopoli politico: la corsa per l’assessorato all’Ambiente
L’assessorato all’Ambiente, guidato da Pasqualina Castronuovo, si trova al centro delle attenzioni per la gestione del nuovo appalto dei rifiuti e le critiche relative alla sua assenza per maternità percependo lo stipendio, quando nell’interesse della città sarebbe stato opportuno rinunciare all’assessorato, pur rimanendo in Consiglio Comunale, alla vigilia dello spinoso appalto sui rifiuti che come è noto è stato bloccato e questo non solo per le responsabilità di chi lo ha redatto, ma sopratutto dell’Assessore che avrebbe dovuto esercitare il controllo.
In altri contesti, simili mancanze avrebbero dovuto indurre, responsabilmente alle dimissioni.
L’appetibilità dell’assessorato guidato oggi dalla Castronuovo rappresenta un ruolo chiave, ambìto come una casella verde del Monopoli (gioco da tavola) alla vigilia dell’appalto dei rifiuti.
La commedia politica di Martina Franca: Teatro manzoniano di potere e intrighi
A Martina Franca, a questo punto la scena politica si anima con dinamiche che ricordano il romanzo “I Promessi Sposi” ed eravamo partiti all’inizio proprio dal Manzoni.
Nel ruolo di Renzo troviamo il Sindaco Palmisano, al centro di un complicato triangolo amoroso politico con i due contendenti Gianfranco Chiarelli e Franco Ancona.
Proprio come Renzo, Palmisano è costretto a destreggiarsi tra le sfide della politica locale, cercando di mantenere il controllo individuando possibili alleati che lo sostengano.
Nel frattempo, figure oscure simili ai “Bravi” di Don Rodrigo operano nell’ombra perseguendo interessi tutt’altro che nobili, ma di questo parleremo in futuro esattamente come affronteremo le dinamiche con le quali viene redatto l’appalto dei rifiuti, privo di linee guida che non tengono presente il territorio di Martina Franca, ma è grossolano e con molte criticità.
Eppure basterebbe spostarsi solo a pochi km da Martina Franca ad esempio a Locorotondo e a Alberobello, con la stessa azienda appaltatrice a gestirlo, per notare la differenza.
Quindi le respondabilità sono da attribuire a chi redige il piano ed ai responsabili locali dell’appaltatore e qui torna in discussione la Castronuovo.
Poi ci sono i Don Abbondio che si mantengono apparentemente prudenti, ma in realtà cercano l’occasione propizia per cavalcare l’onda proprizia che apparirà all’orizzonte.
Allo stesso tempo, partiti come Forza Italia e Fratelli d’Italia, pur dovendo essere i protagonisti principali, visto che i loro partiti di riferimento governano il Paese, ma che in Consiglio comunale sono stati relegati all’opposizione (grazie ai transfughi approdati dall’altra parte alle scorse elezioni).
Ma il vero spettacolo sono per i martinesi i “Promessi Sposi” di questa vicenda, che osservano divertiti questa intricata trama politica svolgersi davanti ai loro occhi
La scelta

In quest’analisi politica, dove la scelta ed il futuro appaiono nebulosi, piuttosto che rifugiarmi nelle opere manzoniane, preferisco echeggiare le note di un cantautore tarantino, Mimmo Cavallo, il quale con il suo famoso brano “Siamo meridionali” ha saputo catturare un sentimento di appartenenza molto forte.
Osservando il panorama attuale di Martina Franca, mi trovo a modificare lo stile manzoniano in “Siamo tutti democristiani” o quasi.
E’ questa la conclusione che rispecchia la realtà politica della Capitale della Valle d’Itria.
La maggior parte dei rappresentanti in Consiglio Comunale, incluso il Sindaco Palmisano, l’onorevole Chiarelli, il Consigliere Pentassuglia e i loro “apostoli”, sembrano condividere l’ideologia democristiana, seppur con sfumature diverse.
Il nucleo residuo è rappresentato da una parte da ex amministratori di sinistra, fedeli al pugno chiuso verso l’alto ovunque si trovino; dall’altra da un gruppo di centrodestra che si ignora che governano il Paese essendo, la loro coalizzione, votata a larga maggioranza in Italia.
Ma, restando fedele e coerente al pensiero che mi permette di sottrarmi alle appartenenze e svolgere il ruolo che è quello di cane che ringhia al potere, piuttosto che cane da riporto, mi viene di affermare che “sono le persone che governano il Paese, non le maglie che indossano“. Questo dovrebbe valere anche a Martina Franca
Ronaldo sarebbe un campione in qualsiasi squadra giocasse, così come le qualità individuali e le azioni dei politici di qualsiasi estrazione, determinano l’efficacia del loro governo, al di là dell’etichetta politica che portano.
A Martina Franca da Alberico Motolese ad oggi la storia non è cambiata
La storia si ripete, come disse Giambattista Vico e chi non ricorda Il proprio passato è costretto a riviverlo.
Questa è la vera conclusione.