Le ASL di Taranto e Lecce sostengono quella di Brindisi per la radiologia interventistica
Nell’attesa di tempi migliori, si prova a tamponare la falla meglio di quanto fatto nel recentissimo passato.
Se dovessimo trovare una frase che sintetizzi le scelte della direzione aziendale dell’ASL brindisina, certamente concertate con l’assessorato regionale alla Salute, al quale pure, contestualmente, si chiede un piano straordinario di assunzioni in deroga al piano 1429 del 2023, che possa consentire al “Perrino” di avere una dotazione di personale specialistico tale da potergli consentire la riapertura del reparto, è questa.
Il piano per tamponare la falla, illustrato dal direttore generale dell’ASL brindisina Maurizio De Nuccio in un’intervista al Quotidiano, è il seguente: viene stipulato un protocollo fra le tre ASL del sud della regione, che impegna il “V.Fazzi” di Lecce ed il “Santissima Annunziata” di Taranto a lasciare riservati ai pazienti provenienti dal brindisino posti letti per interventi d’emergenza o programmati. Inoltre, per formare adeguatamente personale già in servizio presso il “Perrino” di Brindisi, sono previste sedute di formazione sul campo, cioè nei presidi ospedalieri di riferimento delle due altre ASL. Il personale specialistico del Fazzi e del S. Annunziata restituirà poi la visita, portando la propria esperienza presso il Perrino dove, è bene specificarlo, non manca l’attrezzatura interventistica e diagnostica di alto livello, ma manca invece, dal 2021, il capitale umano.
Rispetto al quadro così prospettato, l’arco delle reazioni politiche e sindacali è frastagliato. C’è chi, come il consigliere di maggioranza Fabiano Amati, mette in luce come l’assenza di tale reparto in un nosocomio di II livello quale il Perrino esponga i responsabili al rischio di rispondere penalmente degli eventi che quell’assenza può cagionare. Del resto la disgrazia si è già verificata, ai primi dell’anno, con la scomparsa di un uomo di appena 39 anni di Brindisi, che forse avrebbe potuto salvarsi se presso il Perrino fosse stato attivo il reparto incriminato, o se, almeno, uno dei due ospedali vicini avesse avuto un posto letto in grado di accoglierlo immediatamente. Non sappiamo tuttavia a chi Amati si rivolgesse, non essendo la politica per nulla esente da responsabilità riguardo la situazione della sanità, che è anzi il capitolo più importante che essa gestisce.
I sindacati, dal canto loro, accolgono positivamente l’idea della convenzione, come soluzione-tampone, ma incalzano chi di dovere a trovare soluzioni strutturali tali da consentire al Perrino di rendersi autonomo, anche perché ricordano di aver denunciato da tempo tutte le mancanze, a partire dalla Radiologia Interventistica, dell’ospedale brindisino.
Oltre a questa questione emergenziale, l’ASL di Brindisi lamenta ritardi nell’iter procedurale, per il quale ha da tempo avanzato formale richiesta, relativo all’autorizzazione a costituire presso il Perrino un nuovo padiglione destinato ad ospitare servizio di day hospital oncoematologico, nonché di ambulatori per l’unità dermatologica finalizzati al trattamento della psoriasi.