Educazione cosmica e favole ecologiche: il dibattito alla libreria Liberrima di Lecce
di Daniela d’Anna
Il cosmo è uguale all’ambiente? Secondo i pedagogisti sperimentali sono entità distinte perché la realtà ambientale si allarga abbracciando l’universo. Questo tema è stato oggetto di discussione presso la libreria Liberrima a Lecce nell’occasione della presentazione del libro “Coltivare l’intelligenza ecologica”- Dalla prima favola cosmica Montessori ad un’eco favola moderna- di Maria Ermelinda De Carlo e Donatella Bruno edito da elleO.
In anteprima in rappresentanza della casa editrice il saluto di Tommaso Onofri ad un parterre di docenti e giovanissimi allievi, a tutti i presenti è rivolto l’invito a scrivere favole cosmiche. L’esordio e la chiusura della conversazione di incredibile attualità ad opera di Fabio Rubino, un maestro attore professionista che si occupa nella sua attività artistica altresì di bambini e adolescenti con disabilità. Al pubblico l’artista fiorentino prorompe, particolarmente rivolto ai destinatari in prima fila, i piccoli trepidanti di ascoltare l’eco favola del “L’ape e la tartaruga”, con la suggestiva affermazione “Offriamogli il mondo”. L’esempio principe della narrazione di letture che sottolineano la rilevanza a ridosso della sostenibilità è lusinghiero e già materia di studio nella scuola post moderna. Il riferimento ineluttabile a Maria Montessori, la scienziata e medico, educatrice per antonomasia è toccato al prof. Marco Piccino, docente di Didattica generale all’Unisalento.
Il contesto è la disquisizione linguistica riguardo al valore indiscusso di cosmo, che filosoficamente si direbbe che è in sé e per sé. La novità propria emergente nel tavolo di lavoro è la chiarificazione e la scientificità del lessico utilizzato nella scuola dell’infanzia e nella primaria particolarmente, importante poiché illumina sul senso che nell’educazione ha la prima e l’ultima parola ovvero basato più che sulla conoscenza sulla coscienza. Il cattedratico pone all’attenzione la figura retorica del pettegolezzo che non è incentrata sul racconto del fatto in sé , bensì in realtà mira a mettere a fuoco la soggettività a cui si riconduce, che si staglia dallo sfondo. La De Carlo tiene a tal fine a specificare che il volume presentato si colloca in un ambito decisamente sfidante, data l’ambizione che sottosta ai risultati già evidenti a livello esperienziale. La docente di storia, narrazione e lettura ad alta voce, operante presso l’università di Perugia insieme alla collega Bruno, pedagogista, insegnante presso la scuola dell’infanzia e formatrice, si confronta su temi squisitamente montessoriani a cui quest’ultima si accosta maggiormente, affrontando il problema pressante delle sorti del pianeta.
A tal guisa l’autrice De Carlo riferisce gli aspetti dell’Agenda 2030 , focalizzando l’urgenza di dotarsi di competenze ecologiche a cui tendere per forgiare cittadini liberi e responsabili nell’ambito dell’agognata sostenibilità. D’altra parte altresì la dottoressa Bruno rimarcando sull’opera precorritrice della Montessori introduce il concetto di educazione cosmica, elemento caratterizzante del libro che raccoglie favole che più che al mondo di Bettelheim riportano a contenuti esperienziali, conseguenti a meraviglia e incanto dei microscopritori. Il volume è un ottimo strumento consultabile dai maestri in tandem con gli alunni poiché ricco di materiali relativi alle eco storie scaricabili da Qr Code .
Un’altra primizia è costituita dalla robotica educativa con cui avvalendosi del metodo costruttivista si può dar luogo a nuovi comportamenti eliminando i pregiudizi di base in cui era facile cadere nel recente passato. Il messaggio che fanno passare le esperte di letture green è che ciascuno ha un posto nel mondo che risponde ad un senso nella psicologia dell’esser-ci. Con ciò si mette a fuoco la bontà dello scaffolding. In definitiva la pianificazione per i discenti del curricolo verticale fa sì che si comprenda uno studio olistico del sapere, che si distingue dal curriculum vitae, che riguarda la storia personale. Fiore all’occhiello l’iniziativa annunciata da Fabio Rubino fondatore con altri dell’associazione di promozione sociale delle Officine Arca a Guagnano e rappresentante di un progetto-laboratorio realizzato con un gruppo di genitori denominato Terrarte nato e sperimentato per promuovere l’educazione ambientale attraverso le arti che sono interdipendenti e un esempio fattivo di apprendimento con al centro il bambino non semplicemente conoscitore di discipline ma “attore” e regista dello scibile.