Processo ai fratelli Morleo: affidate le consulenze tecniche sui presunti resti di Salvatore Cairo

Si è tenuta ieri una nuova udienza nel processo che vede imputati i fratelli Cosimo ed Enrico Morleo nel ruolo, rispettivamente, di mandante e di esecutore degli omicidi di Salvatore Cairo, scomparso nel nulla il 6 maggio del 2000, e Sergio Spada, ucciso il 19 novembre del 2001, nel territorio di Brindisi.
Si è trattato della prima udienza dopo il recupero in un pozzo di resti ossei che Enrico Morleo dice appartenere a Salvatore Cairo, del cui cadavere egli si sarebbe disfatto, facendolo a pezzi con una motosega, dopo averlo ritrovato in un locale annesso al deposito materiali della propria azienda, sita nelle campagne a sud del capoluogo. Era stato lo stesso imputato a condurre gli investigatori sul luogo.
Nell’udienza di ieri, le perizie su quei poveri resti sono state affidate a due specialiste, le genetista Giacoma Mongelli ed il medico legale Viviana Innamorato le quali, entro aprile dovranno consegnare alla Procura di Brindisi il proprio verdetto, dopo aver estratto il DNA da quei reperti ossei, tanto deteriorati dal tempo e dalle condizioni in cui sono stati, ed averlo confrontato con quello della sorella e del fratello di Salvatore Cairo.
In collegamento dal carcere milanese di Opera, ha reso dichiarazioni spontanee l’imputato Cosimo Morleo, che si è nuovamente dichiarato innocente rispetto al capo d’imputazione. Va ricordato che anche il fratello Enrico afferma di essersi sbarazzato del corpo di Cairo unicamente perché sarebbe stato troppo “sconveniente”, per una reputazione come la sua già in parte compromessa con la giustizia, allertare del ritrovamento le forze dell’ordine.
Ma ieri è stato chiesto che sia sentita nuovamente in sede processuale anche la moglie dell’altra vittima di questa vicenda, Paola Annicchiarico, moglie di Sergio Spada, la quale afferma di poter identificare con maggiore sicurezza la figura di Enrico Morleo come l’uomo che, la sera in cui il marito fu ucciso, passava di continuo dinnanzi alla loro abitazione.
Ricordiamo che il movente di questi delitti sarebbe da rintracciare nel fatto che, tanto Spada quanto Cairo, non avessero accettato di ritirarsi dal mercato della vendita porta a porta di pentole da cucina, facendo così concorrenza all’azienda dei fratelli Morleo, dei quali Cairo era stato anche socio per un periodo.