Processo “SUMMA”, duro colpo al clan Pascali: condanne per quasi 300 anni di carcere
Ieri mattina, il giudice Silvia Saracino ha reso note le sentenze relative alla maxi operazione denominata “Summa”, che ha portato alla sventagliata di un presunto clan guidato dai fratelli tarantini Giuseppe e Nico Pascali. Il bilancio dell’operazione è di 35 condanne in abbreviato, per un totale di quasi 270 anni di reclusione, e due assoluzioni. La retata, condotta dalla squadra Mobile della Questura a febbraio dello scorso anno, ha smantellato tre presunte organizzazioni dedite al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Quindici indagati sono accusati di far parte di un’associazione mafiosa.
L’operazione “Summa”, coordinata dal procuratore Milto Stefano De Nozza della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, ha principalmente colpito il presunto sodalizio dei fratelli Pascali, noti per la loro influenza nella geografia criminale del capoluogo jonico. Nonostante la loro detenzione, i due fratelli avrebbero continuato a gestire il clan attraverso i familiari, mantenendo la loro presenza nel rione Paolo VI. Nico Pascali, ritenuto il leader del clan, è stato condannato a vent’anni di reclusione, mentre suo fratello Giuseppe ha ricevuto una pena di diciassette anni e quattro mesi. Le sentenze riflettono il ruolo di rilievo svolto da entrambi all’interno della cosca. Gli investigatori della DDA hanno sostenuto che il gruppo si organizzava intorno alla figura di Nico Pascali, descritto come il leader, mentre Giuseppe era considerato un individuo ancora più carismatico e violento.
Oltre al traffico di droga, la cosca non ha abbandonato l’estorsione come attività redditizia. Sfruttando il timore ispirato dal nome dei Pascali, il racket avrebbe operato silenziosamente per le strade. Tuttavia, l’operazione della Polizia ha segnato la fine del loro dominio.
Durante il processo, la maggior parte degli imputati ha scelto il rito abbreviato. Le condanne inflitte dal giudice Saracino a seguito delle richieste del PM De Nozza sono le seguenti:
- Luigi Agrosì: 18 anni e 8 mesi
- Giovanni Albertini: 2 anni e 4 mesi
- Antonella Bevilacqua: 13 anni
- Antonio Bleve: 6 anni
- Cosimo Damiano Caforio: 4 anni e 4 mesi
- Emanuele Capuano: 7 anni e 4 mesi
- Christian Chiafele: 9 anni
- Gianluca Ciccolella: 3 anni e 8 mesi
- Leonardo Durelli: 12 anni e 4 mesi
- Carlo Giannetti: 2 anni e 4 mesi
- Robin Giannotta: 2 anni e 4 mesi
- Antonio Greco: 1 anno e 4 mesi
- Mirko Guarino: 9 anni
- Domenico Iacca: 9 anni e 4 mesi
- Francesco Ingenito: 1 anno e 8 mesi
- Lucky La Gioia: 8 anni e 4 mesi
- Salvatore Labriola: 8 anni
- Simone Loperfido: 2 anni e 4 mesi
- Antonio Maiorino: 14 anni
- Davide Mastrovito: 10 anni
- Giuseppe Palumbo: 7 anni
- Luca Pascali: 10 anni
- Giuseppe Petrelli: 6 anni e 8 mesi
- Giuseppe Portacci: 8 anni
- Francesco Presta: 6 anni
- Eufrasia Quero: 10 anni
- Vincenza Ricatti: 2 anni e 8 mesi
- Francesco Sangermano: 7 anni
- Cosimo Sebastio: 2 anni e 4 mesi
- Massimo Sedete: 20 anni
- Patrizio Sedete: 12 anni e 4 mesi
- Francesco Tambone: 11 anni
- Ezio Verardi: 8 anni e 2 mesi
Carmelo Pascali, difeso dagli avvocati Luigi Esposito e Mario Esposito, è stato assolto dall’accusa di estorsione. Inoltre, Consiglia Guarino, difesa dall’avvocato Alessandro Scapati, è stata anch’essa assolta.
La retata della Polizia e le numerose condanne inflitte rappresentano un duro colpo al presunto clan dei fratelli Pascali e testimoniano l’impegno delle autorità nell’affrontare e contrastare il crimine organizzato nella regione.