Ecco il video di Nina D. la prima transgender pugliese a contrarre un matrimonio civile in carcere
Ecco il video di Nina D. la prima transgender pugliese a contrarre un matrimonio civile in carcere
Il 9 febbraio scorso è stata diffusa la notizia che nel carcere napoletano di Poggioreale si è tenuta la prima unione civile tra due uomini di 35 e 32 anni di cui uno temporaneamente detenuto nel padiglione Salerno della casa circondariale partenopea.
Nina Delogu, all’anagrafe Giovanni Antonio, di origine sarda ma pugliese nata a Martina Franca, rivendica la primigenia del suo matrimonio e lo fa nel giorno del suo anniversario di matrimonio.
La prima unione civile tra uomini si è svolta, sempre nel carcere di Poggioreale “G. Salvia” in data 23.03.2022, tra la martinese Nina ed Oreste nato a Napoli.
Ecco il video di Nina D. la prima transgender pugliese a contrarre un matrimonio civile in carcere
Nina ed Oreste si sono conosciuti proprio nel carcere di Poggioreale nel quale entrambi scontavano una pena detentiva. L’Idilio sarebbe avvenuto durante delle attività teatrali che la giovane svolgeva all’interno della struttura.
Una delle tante storie d’amore al di fuori dagli schemi che oramai fanno parte della nostra società e fortunatamente non destano più alcun clamore, tanto che artisti famosi le confessano con molta semplicità come è avvenuto a Belve con Claudia Pandolfi o matrimoni vip come quello tra Francesca Pascale e Paola Turci
Sono in tanti a fare outing. Dopo Gabriel Garko in tanti hanno confessato la loro omosessualità e relazioni con partner dello stesso sesso, che è avvenuto la scorsa settimana a Verissimo con Cristiano Malgioglio, Michele Bravi e Giuseppe Giofrè
Ma la storia di Nina D. raccontata al direttore di Puglia Press grazie all’Avv. Guglielmo Boccia, ha qualcosa di differente rispetto ad altre.
Ecco il video di Nina D. la prima transgender pugliese a contrarre un matrimonio civile in carcere
La detenzione di Nina in un carcere nel quale non potrebbe stare né nel reparto femminile, né in quello maschile. E’ inammissibile che ai nostri giorni, non ci sia alcuna normativa in materia di detenuti transgender che disciplini le loro condizioni di detenzione.
Nina ha vissuto in prima persona tale disagio, in quanto costretta nella cella isolata insieme ad altri transgender, con le difficoltà collegate alla gestione della quotidianità. Le stesse modalità di detenzione sono discriminatorie in quanto limitative e tendenti all’esclusione sociale del detenuto e ciò in contrasto con la funzione primaria delle carceri che è, appunto quella di rieducare il condannato garantendo un minimo di dignità.
Nel caso specifico a Nina pur se unita civilmente con altro detenuto, non gli è mai stato consentito di incontrarsi col compagno e solo in seguito ad un lungo e tortuoso percorso, coadiuvati dagli assistenti sociali, ha potuto di rado frequentare dei corsi rieducativi insieme allo stesso.
Precisa l’avvocato Guglielmo Boccia suo difensore come l’articolo 8 della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo stabilisce il: «diritto di stabilire relazioni diverse con altre persone, comprese le relazioni sessuali”; «il comportamento sessuale è considerato un aspetto intimo della vita privata”
C’è anche il diritto di creare una famiglia, stabilito dall’articolo 12 della stessa Convenzione. Il Consiglio dei Ministri europeo ha raccomandato agli Stati membri di permettere ai detenuti di incontrare il/la proprio/a partner senza sorveglianza visiva durante la visita. (Raccomandazione R(98)7, regola n. 68).
Anche l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha raccomandato di mettere a disposizione dei detenuti dei luoghi per coltivare i propri affetti [Raccomandazione 1340(1997) relativa agli effetti della detenzione sui piani familiari e sociali]. Inoltre, si è stabilito che questi luoghi per la vita familiare debbano essere accessibili a tutte le persone incarcerate e per tutti i tipi di visite: coniuge, figli e tutte le persone con permesso di visita, senza alcuna discriminazione. (Consiglio d’Europa: Raccomandazione R(98)7 relativa agli aspetti etici e organizzativi nei luoghi di detenzione Consiglio dei Ministri.).
Dall’Avv. Guglielmo Boccia una buna notizia per gli sposi: ” Oreste sarà a giorni libero e la coppia potrà vivere il loro rapporto alla luce del sole”
Ecco il video di Nina D. la prima transgender pugliese a contrarre un matrimonio civile in carcere, in una intervista esclusia rilasciata a Puglia Press